XVIII

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Ero nervosa. Mia nonna aveva affermato con sicurezza che io non sarei riuscita ad usare la magia. Avevo vissuto troppo a lungo lontana dalla natura e prima che io potessi creare un legame con essa, sarebbero passati lunghi anni di sforzi. Aveva però accettato di mostrarmi cosa significasse.

Eravamo uscite dalla casetta e la nonna aveva chiamato a raccolta alcune donne della congrega. Tra i loro volti sconosciuti, riconobbi quello di Lucia. Mi salutò timidamente, poi il suo sguardo cadde su mia sorella e si illuminò. Mi bastò quello per capire quanto fossi stata stupida.

Non era una coincidenza che la ragazza di Lucia si chiamasse come mia sorella. La ragazza di Lucia era mia sorella. Ecco perché Lucia era sempre stata scontrosa quando le avevo chiesto di lei, non aveva voluto farmi capire che si trattava della mia Eleonora.

Guardai mia sorella sorridere a Lucia e mi venne il desiderio di farle lo sgambetto, ma mi limitai a rivolgerle un'occhiataccia.

«Resta indietro, Emma» disse mia nonna. Aveva invitato le altre donne a raccogliersi intorno al falò al centro della radura.

Indietreggiai di qualche passo, osservando quel gruppetto con curiosità.

Le donne, Lucia, la nonna e mia sorella comprese, si presero per mano. Le loro voci si unirono in un canto armonioso. Iniziarono a danzare muovendosi in cerchio intorno al falò.

Il fuoco stava crepitando, ma era ancora basso.

Le donne cantarono a voce più alta. Sembravano essere un'unica persona, estensioni l'una dell'altra.

Dall'altra parte rispetto a dove mi trovavo, c'era una casetta. Il mio sguardo cadde lì perché fui attirata dalla porta che si stava aprendo.

Il mio cuore saltò un battito quando mi resi conto che Mikalai stava uscendo da lì. Il suo sguardo incontrò il mio. Ed entrambi restammo immobili a fissarci.

Le donne si mossero più velocemente, entrando in una trance. L'aria divenne elettrica e io sentii la pelle accapponarsi.

Il fuoco che divideva me e Mikalai avvampò, raggiungendo il cielo. Lo osservai sorpresa, distogliendo la mia attenzione dal ragazzo.

Le fiamme erano di un rosso intenso. Essendo così alte e forti, avrei dovuto sentirne il calore ustionante, invece l'aria era ancora fresca. Le donne continuarono a danzare e cantare. La loro energia sembrava rinvigorita dalla fiamma.

Poi, i loro passi rallentarono e il fuoco diminuì di intensità, tornando normale.

Le donne smisero di cantare, ma l'euforia restò a pizzicare l'aria tra di noi. Quando la loro unione si perse, mia sorella fu la prima a venire verso di me.

«Hai visto?» mi chiese, sorridendo compiaciuta.

«È stato bellissimo!» non avrei avuto altre parole per descrivere ciò che avevo visto.

Magico.

Il sorriso di mia sorella era genuino. Anche se ora ero sicura che avesse usato Lucia per manipolarmi, non mi interessava più. Ero contenta di averla intorno.

«Vieni, torniamo dentro. Abbiamo ancora tanto da dirci.» Mi prese per mano e iniziò a camminare verso la casetta in cui ero entrata prima.

La seguii, ma il mio sguardo vagò per la raduna, cercando la figura di Mikalai. Non riuscire a trovarlo mi fece sentire sollevata e dispiaciuta allo stesso tempo. Mi vergognai delle mie stesse emozioni.

Era sbagliato.

Io amavo Federico e Nick. Non c'era spazio per altri ragazzi nella mia vita. Cercai di far entrare questo concetto nella mia testa, fallendo. Qualcosa, nel profondo del mio cuore, mi diceva che per quel ragazzo misterioso c'era sempre stato spazio. Come se lui fosse presente da molto prima.

The Devil's lie | MOMENTANEAMENTE SOSPESAWhere stories live. Discover now