VI

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Nick si fiondò nella mia stanza, passando attraverso la finestra che avevo lasciato aperta. «Che è successo?» urlò, con voce preoccupata. Il suo sguardo attento percorse ogni angolo della mia stanza fino a fermarsi su di me. Appena incontrai i suoi occhi scurissimi, mi venne la pelle d'oca.

Cosa stavo facendo?

«Niente» sperai di suonare naturale. Mi alzai in piedi. «Volevo vederti» mentii, la voce tremula.

Nick rilassò le spalle, ma il suo sguardo restò vigile. Doveva aver già capito le mie intenzioni. «Al telefono, sembravi molto preoccupata.»

Iniziò a muoversi furtivamente per la stanza, attendendo che io mi giustificassi.

Agitata, ripetei nella mente le parti del piano disordinato che avevo orchestrato. «È solo che...» Non ero brava a mentire. «Stavo leggendo il grimorio e mi sono messa a cercare su internet alcune creature che non conoscevo. Sapevi che esiste un mostro che mangia le facce delle persone?»

Nick abbozzò un sorriso. «Esiste più di un mostro che mangia carne umana.»

Fece un passo verso di me e io inconsciamente ne feci uno indietro. Nick si bloccò immediatamente e il suo voltò fu percorso da un'ombra.

Lanciai uno sguardo verso il bicchiere di acqua salata che avevo preparato e lasciato sul comodino. «Hai sete?»

«No.»

Fece un altro passo in avanti e io indietreggiai, fino a quando non sentii il muro dietro la schiena.

«Nick» lo supplicai. «Indosso la giada.» Gli feci vedere la mano.

Guardò l'anello e poi di nuovo me. Sulle sue labbra si formò un ghigno. «Chiedimelo, avanti.»

«Sei un...» Non ebbi il coraggio di terminare la frase.

Sbattei le palpebre e in un secondo mi ritrovai Nick a un centimetro da me. Il mio cuore accelerò la velocità dei propri battiti, quando lui mi accarezzò il collo. «Dillo» insistette.

«Sei un demone.» Non era più una domanda.

Nick sembrò compiaciuto di sentire finalmente quella parola uscire dalle mie labbra, come se avesse aspettato a lungo quel momento.

«Hai paura di me?» Passò un dito sulle mie labbra.

«Dovrei averne?»

Gli occhi e il naso mi bruciavano. Odiavo aver paura di Nick. Era una delle persone a cui tenevo di più al mondo.

Nick non mi rispose, forse anche lui aveva paura di dire ad alta voce la risposta ovvia. Sì, avrei dovuto avere paura di lui. Avrei dovuto stargli lontana. Ma quando Nick posò le labbra sulle mie, non opposi resistenza e lasciai che mi baciasse.

«Nick» dissi, appena ci staccammo. «Hai mai usato i tuoi poteri su di me? Non mi mentire.»

Mi guardò dritto negli occhi ed esitò. «Anche se lo avessi fatto non potresti saperlo.» Le sue labbra scesero verso il mio collo, facendomi rabbrividire. «Potrei averti costretta ad amarmi e non lo sapresti mai.»

Lo allontanai, confusa dal suo comportamento. «Non è una risposta!»

Ero stanca di venire tenuta all'oscuro.

Nick continuò a fissarmi stoico e con le labbra sigillate. Sentii la rabbia aumentare.

«Mi merito di saperlo! Qualunque cosa sia!» gridai, afferrandolo per la maglietta.

«Mi dispiace, cariño.» Mi prese le mani, costringendomi a lasciarlo andare.

«Per favore.» Probabilmente gli sembrai patetica, perché spostò lo sguardo e si morse il labbro inferiore.

The Devil's lie | MOMENTANEAMENTE SOSPESAWhere stories live. Discover now