c a p i t o l o 12 - Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo

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I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali.
Vivono dentro di noi e, a volte, vincono.

Stephen King


Occorrono altri 45 minuti per tornare a Manatthan, e poi ancora 30 per arrivare alla Prison Ally University.

Al termine della messa, Skyler ha salutato con un grande abbraccio il pastore Matthew, ricordandogli dell'appuntamento di domani mattina per una seduta di confessione e preghiera. L'uomo le ha sorriso con gioia, ribattendo che non è poi così anziano da dimenticarsi; Skyler ha riso, pregna di una letizia che non provava da un po'.

Dopo essersi salutati, la giovane segretaria dello studio di tatuaggi, ha raggiunto lo zio Newman al di fuori, seduto sulla solita panchina dove sono stati fino a poche ore prima.

Lui sta guardando il telefono con noia, ma tra le pieghe del volto Skyler nota anche un velo di preoccupazione.

E decide di indagare, perché è da quel pomeriggio che lo trova misterioso.

«C'è qualcosa che ti turba, zio?»

Lui fa un balzo preso alla sprovvista. «Skyler... Non ti ho sentito arrivare» inscena, bloccando immediatamente l'iPhone e riponendolo nella tasca del giaccone.

«Me ne sono accorta, e puoi parlarmene se vuoi.»

«Non capiresti. Ma adesso andiamo.» Esalato ciò, Sky aspetta che si metta in posizione eretta; infine prendono a camminare verso la metro.

Fa freddo lungo il tragitto, così la giovane è costretta a stringersi di più nelle spalle.
Ma non è solo il freddo a turbarla, bensì le emozioni frammentate che legge in faccia a suo zio.

Non lo riconosce.
O almeno, non è il Newman scherzoso che è stato fino a un mesetto fa.
Anzi, che è sempre stato.

E le dispiace.
Qualsiasi cosa sia, le dispiace che lo renda saturo di disincanto.
Vorrebbe che nessun male oltrepassasse mai l'anima delle persone, ma come è toccato a lei con Ebert, così succede agli altri.
Non comandiamo noi, è una legge umana.

E solo Dio sa quanto tempo ci voglia a volte a rialzarsi da una brutta ferita.
Skyler è stata fortunata, perché in certe situazioni non si ha neanche la forza di reagire.
Ma lei ha Gesù e questo è come un miracolo divino, anche se non sempre fa andare le cose come desiderato.

Una volta scesi dal treno e usciti fuori dalla stazione, Newman si affretta a fermare un'uber e quando sono entrati chiede: «Dove ti faccio lasciare?».

«Vengo con te alla Prison, zio. Voglio salutare Rikki e sapere se è tutto okay»

«Sei sicura? Non vorrei trovassi Ebert...»

«Nel dormitorio femminile?», la prende sul ridere, «mi sembra un po' impossibile a quest'ora di venerdì. Sicuro sarà uscito a fare casino da qualche parte, ma in caso dovesse avvenire ci penserò io.» Riprende risoluta.

«Non scherzare troppo col fuoco, Sky.»

La bionda arcua le sopracciglia. «Zio, cosa c'è? Ti prego, parlami. Non ce la faccio a vederti così!»

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