c a p i t o l o 2 - Mi fai eccitare.

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Sono trascorsi due giorni dallo scambio di battute con Penelope Suarez.
Due giorni in cui Rikki ha fatto finta che non fosse mai esistito.
Perché tanto quella è la normalità e la normalità la combatti continuando a vivere la vita.
Certo, se non ammettesse che l'ha spaccata ancora un po' sarebbe una bugiarda, però non le importa.
Sono 19 anni che ingoia episodi come quello, uno in più non fa alcuna differenza.

Scesa dal taxi, paga la corsa e cammina veloce verso lo studio di tatuaggi Jolly Tattoo.
Le strade di New York, quel primo pomeriggio, sono molto affollate, tanto che quasi non si riesce a passare; e tutto questo via vai la innervosisce un po', ma il buon profumo che arriva dai ristoranti e dalle piccole pasticcerie nella zona sta migliorando il suo umore a poco a poco.

Trasferirsi nell'Upper East Side è stata una delle migliori scelte che potesse prendere nella vita; SkyWron la stava soffocando. E non solo perché l'aria era ingestibile lì, ma anche per Charles Dubois e il modo in cui si erano lasciati durante l'ultima cena trascorsa tutti insieme.
A ripensarci, le viene da piangere, ma non si può cambiare la decisione del destino.
E, a dirla tutta, Rikki non ne aveva nessuna intenzione.

Una settimana fa

Acchittata nel suo abito Gucci, regalatole dai suoi come simbolo di un amore che, forse, non è mai esistito, Rikki varca la soglia del ristorante. I pendenti che porta alle orecchie si riflettono insieme alle luci della sala e i capelli raccolti in una coda di cavallo perfettamente sistemata, le lasciano scoperta la pelle del viso e del collo, impreziosito da una collana di perle. Gli occhi, invece, risultano spenti e le mani dalle unghie smaltate di nero tremano leggermente.

Ha ingoiato da poco una delle pasticche prescritte dalla psichiatra, e mischiata alla nicotina non le sta facendo un bell'effetto. Ma si intima, dentro di sé, di respirare e godersi il tocco gentile di Charles Dubois, il ragazzo per cui ha una cotta stratosferica praticamente da sempre. Lui pare ricambiare, ma stare insieme rovinerebbe anche quel poco rapporto che hanno.

Inoltre Rikki non è pronta per una relazione.

O forse non è semplicemente pronta per stare con Charles.

«Ciao, fille!», un bacio prolungato sulla guancia e poi se la prende a braccetto e, col ticchettio dei tacchi e il chiacchiericcio delle persone intorno, si dirigono al tavolo.

Al momento sono solo loro due; gli altri sono in ritardo.

«Vuoi qualcosa da bere?» chiede lui premuroso, ma Rikki rimane ancora in silenzio, nel mentre appoggia la borsetta ai suoi piedi e prende posto davanti al ragazzo. E pur di non fare conversazione decide di guardarsi intorno; dunque puntella i gomiti sulla tovaglia e rotea le pupille castane, studiando gli enormi lucernari di cristallo appesi al soffitto, la porta della cucina che si apre e chiude ininterrottamente, il grande bancone della sala dove sostano i camerieri per controllare le comande e battere gli scontrini alla cassa, e infine i commensali. Le pareti vanno dal giallo senape al blu mare, e ci sono almeno tre sale, ma non riesce a captare bene da quante persone siano occupate.

«Carino qui, vero?» inscena ancora Charles, ma la Suarez sembra essersi cucita la bocca con un filo invisibile. Solo che lui non ha intenzione di demordere.

«Senti Rik, io...»

«Scusate il ritardo, ragazzi, ma Wolfgang è peggio di una donna. Cosa fai, devi darti la cipria?» scherza Gledis, arrivando alle spalle della castana con gli altri, e interrompendo Charles.

Riconosciuta la voce, Rikki si alza in fretta, voltandosi e mostrando un sorriso super caloroso.

«Da oggi in poi lo chiameremo Wolfy», infierisce anche lei, salutando Paterson con due baci sulle guance.

Mostri sotto al lettoWhere stories live. Discover now