24. Rescue.

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Rinvenni aprendo gli occhi piano piano, per fortuna riuscii ad abituarmi in fretta alla luce e mi guardai intorno.

Ero di nuovo nello scantinato, e l'odore acre e disgustoso non era cambiato.

Non ricordavo bene cosa fosse successo nell'altra stanza, mi era rimasta impressa solo la sensazione di benessere che mi aveva attraversato per tutto il tempo prima di perdere i sensi.

Abbassai lo sguardo e mi sollevai la maglietta, sorprendentemente la ferita sembrava essere migliorata nell'aspetto, come se qualcosa l'avesse "depurata".

Mi sentivo meglio, il dolore era diminuito e continuava a diminuire. Molto presto sarei guarita e sarei uscita di lì.

Mentre ero seduta, legata alla parete, la porta scorrevole si aprì riproducendo il solito rumore sordo e graffiante.

L'uomo dagli occhi azzurri che avevo visto entrò quasi correndo, guardai ogni singola mossa a rallentatore.
Il suo sguardo catturò il mio per un attimo e lessi una sola e unica cosa:

Paura.

Il modo in cui mi guardava, mi fece pensare che qualcosa non andava.

Notai solo dopo che teneva un braccio dietro la schiena.

Quando si avvicinò cercai di difendermi ma le catene mi impedivano i movimenti. Mi prese per i capelli e tirandoli mi fece inclinare la mia testa verso sinistra.

Qualche attimo più tardi estrasse da dietro la schiena una siringa piena di un liquido limpido e giallo. Capii immediatamente che era finita, era tutto finito. Quello strozzalupo mi avrebbe ucciso, non subito magari, ma lo avrebbe fatto.

Con un movimento rapido infilò l'ago nel mio collo e premette lo stantuffo con violenza.

Il bruciore fu immediato, poi il mio corpo cedette facendomi distendere a terra con poca grazia.

Vidi i suoi piedi allontanarsi e chiudersi la porta alle spalle, cercai di dire qualcosa ma dalla mia bocca uscì solo un ammasso di parole senza senso.

Mi girai in posizione supina e cercai di capire come stava reagendo il mio corpo.

Arrivarono le prime fitte, il veleno si stava diffondendo in fretta, tutte le volte che il dolore si faceva più acuto mi contorcevo grattando la schiena sul pavimento ruvido.

Ero talmente concentrata su quello che mi stava capitando che non mi accorsi neanche del frastuono che proveniva dal corridoio, spari e boati facevano eco nell'aria.

Quando sentii di nuovo la porta graffiare contro la guida rugginosa un brivido mi attraversò il corpo, si era accorto che non ero morta ed era venuto a finire il lavoro?

Sentii una presenza vicino a me così d'istinto mi spostai procurandomi una dolore atroce un po' ovunque.

Urlai, assumendo una posizione poco naturale

"Kara.." una mano mi toccò leggermente, ringhiai

"Kara, sono io.." posò una mano sulla mia spalla costringendomi a girarmi

"Ti ho trovato lupetta" misi a fuoco la sua faccia solo dopo diversi secondi.

Probabilmente lo strozzalupo non aveva solo inibito i miei sensi ma anche il mio essere, ero dentro un'allucinazione giusto? Come faceva Alex ad essere lì?

"A-Alex?" avvicinai una mano come per toccarlo ma la mia mano venne rispedita indietro per colpa delle catene.

Lui si avvicinò velocemente sradicando le manette dalla parete

The White Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora