Capitolo XIX

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Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Sotto il mio letto sentivo Lo'ak lamentarsi appena, nel sonno, girarsi e rigirarsi agitato, quasi in sincronia con i miei pensieri. Non c'è bisogno che dica a cosa stessi pensando: il bacio, Aonung, mio padre. Turbinavano nella mia testa e fra le mie viscere, facendomi venire la nausea. Aspettai l'alba, che arrivò quasi subito, e mi gettai giù dal letto. Scossi Lo'ak e Kiri, perché si cominciassero a preparare: dovevamo trovarci con Tsyreia e gli altri. Incrociammo nostra madre, che lasciò la colazione a Kiri e rimproverò Lo'ak per il ritardo della sera prima, ignorandomi completamente. Svegliai anche Tuk, e mentre lei correva al salone, incrociai mio padre. D'istinto abbassai lo sguardo quando si fermò davanti a me con le braccia conserte sul petto. "A casa all'eclissi." Ribadì quello che mi avevo già detto, parecchio chiaramente, la sera prima. Annuii, appena scocciato: "Sissignore" Mi spinse con dolcezza verso il salotto, dal coppino, e ripeté la stessa cosa davanti ai miei fratelli. Lo'ak rispose come me, gli occhi bassi, Kiri alzò gli occhi al cielo.

Poco dopo uscimmo, i miei fratelli che mi scorrazzavano dietro. Quando arrivammo alla spiaggia, però, Tsyreia era sola. Nessuna traccia di Aonung, di Rotxo, degli altri ragazzi del reef. Mi voltai verso mio fratello, e Lo'ak ricambiò la mia occhiata preoccupata, ma poi Tsyreia lo prese per mano: "Finalmente!" Tuk le corse dietro, quasi intromettendosi tra lei e Lo'ak, Kiri mi guardò accigliata: "Dove sono gli altri?" Chiese, ad alta voce. Lo'ak non perse un secondo: "Ti manca già Rotxo?" Canzonò. Il volto di Kiri si svuotò: "Non meriti di vivere" Lo'ak scoppiò a ridere, Tsyreia che lo tirava per il braccio. "Aonung e gli altri hanno deciso di non venire oggi" Rispose alla domanda di Kiri, lanciandomi un'occhiata. Mi venne voglia di seppellirmi. "Possiamo fare pratica con il respiro oggi e poi-"
"Noi siamo già capaci!" Sbuffò Tuk. Kiri mi guardò con il sopracciglio alzato, io guardai Lo'ak. "Tuk ha ragione, ci riesce già abbastanza bene." Supportai mia sorella. Tsyreia sorrise appena: "Si, in effetti siete-" Kiri mi sorrise. "Potremmo portare Tuk a vedere meglio il fondale, intanto che voi fate pratica e incontrarci nel pomeriggio." Proposi. Voleva dire lasciare a Lo'ak e Tsyreia la possibilità di restare soli, e dare a Kiri la possibilità di avere un po' di tempo per sé mentre pensavo io a Tuk. Inoltre, non sarei rimasto solo neppure un momento, il che mi avrebbe impedito di pensare troppo. Tsyreia mi sorrise: "Mi sembra un'ottima idea" Mi disse, Lo'ak che mi ringraziava con lo sguardo, esaltato. Tsyreia si voltò verso di lui: "Andiamo, allora?" Sparirono nell'acqua, nuotando verso gli scogli.

Presi Tuk per mano e ci avvicinammo alla spiaggia, la spiaggia dove avevo baciato Aonung. Kiri volle restare lì, sdraiata sulla sabbia, dicendo che così avrebbe "pensato un po'", quindi mi feci seguire da Tuk e la portai al pontile, perché potessimo tuffarci nella nuova zona di mare. Esplorammo per un po', fermandoci ogni cinque minuti circa, per lasciare che Tuk risalisse in superficie a prendere fiato, e indicai a mia sorella ogni animale splendente, ogni conchiglia con qualche particolare sfumatura di blu, ogni alga che danzava con particolare armonia con la corrente che sentivamo sulle nostre pelli. Ma facevo appena in tempo a trovare qualcosa da indicarle, che lei risaliva per respirare. "Hai detto a Tsyreia che sei già capace di respirare sott'acqua..." Le dissi, una delle volte che risalì. Tuk annuì: "So respirare sott'acqua!" Esclamò.
"Stai venendo a galla ogni cinque minuti!" La ribeccai, imitando il suo tono.
"So respirare sott'acqua, ma se mi devo muovere non riesco a tenere basso il battito! È difficile" Si giustificò allora Tuk. Scossi appena la testa: "Torniamo a riva," le dissi "vediamo se Tsyreia può aiutarci in qualche modo" Tuk si aggrappò a me, facendosi trascinare fino al molo. E al pontile la presi in braccio e la tirai su, fino a lasciarla in piedi sulla terraferma. La raggiunsi, scrollandomi di dosso l'acqua. "Teyam...?" Mi chiamò un attimo prima che mi girassi verso di lei. "Si?"
"Perché solo Tsyreia è gentile con noi?" Mi accigliai appena. "Solo Tsyreia non ci prende in giro" Spiegò mia sorella, leggendo la mia espressione. Sentii il mio cuore stringersi. Ero fermo davanti a lei, mi accovacciai alla sua altezza. "Perché dici così?" Le chiesi. Dopo il nostro arrivo e qualche battutina il primo giorno non avevo sentito nessuno dei Na'vi dire qualcosa su di noi. Tuk scrollò le spalle: "Ho sentito Rotxo dire che Kiri è la Na'vi più brutta che abbia ma i visto" I suoi occhioni gialli mi chiedevano perché. Come potevo spiegarlo ad una bambina? "E Aonung dice che siamo sporchi." Mi mancò il respiro. "Ridevano tutti." Vidi lo sguardo di mia sorella offuscarsi, il suo visino tirarsi verso il basso. D'istinto le presi il mento fra le dita e le feci alzare la testa. "Non abbassare la testa per loro, Tuk." La guardai, negli occhi, cercando di nasconderle la rabbia che mi ribolliva dentro. "Mostriamogli di che pasta siamo fatti," Le dissi, sapendo che non sarebbe servito a nulla mostrare a qualcuno come Aonung e Rotxo le nostre qualità, che, come fra cani, l'unico modo per farsi rispettare sarebbe stato quello di azzannare il più forte. "E vedrai che non oseranno più dire nulla." Gli avrei preso il cranio, l'avrei frantumato contro il pontile, una volta ciascuno, se avessero osato ancora far soffrire Tuk. Scossi appena il visino di mia sorella: "Kiri è una bellissima Na'vi e Rotxo dice quelle cose solo perché lei lo ha rifiutato. E Aonung-" Esitai. Tuk pendeva dalle mie labbra, cercava conforto, forza, con gli occhietti sgranati. "Aonung è un'idiota." Sfogai un po' anche della mia rabbia. Tuk sorrise. "Ed è l'unico qui a puzzare di pesce" Lei rise. Tirai un sospiro di sollievo. "Non ascoltarli neppure per un secondo, Tuktirey." Mi sembrò di parlare come mia madre, il visino esile di mia sorella fra le quattro dita affusolate. Tuk annuii, una nuova fierezza nei suoi occhi. Mi rialzai in piedi, e ci avviammo alla spiaggia.

Solo che quando arrivammo, era il caos. Tsyreia stava appartata, la mano sulla bocca. Aonung, Rotxo e altri due ragazzi che riconobbi dalla sera prima circondavano Kiri: "Sicura di non essere un mostro?" Aonung. Gli altri ridevano. Come un'esplosione, sentii la rabbia dentro di me salire fino alle mie orecchie, fermentare per quello che mi aveva appena detto Tuk. Gli avrei preso il cranio, l'avrei frantumato contro il pontile. Aumentai il passo verso di loro. Dovevo intervenire prima che... Lo'ak aveva lasciato Tsyreia in un angolo, si avvicinò al gruppo a falcate larghe. Guai. Eravamo troppo lontani per fermare mio fratello. Accelerai il passo, portandomi dietro Tuk, che mi teneva la mano. "Stai indietro, faccia da pesce" Sentii la voce di Lo'ak. Lo vidi avvicinarsi quasi minaccioso ad Aonung, che indietreggiò appena, ma con un ghigno, e solo per incastrare Lo'ak al centro del cerchio, con Kiri. "Oh, guardate! Un altro mostro con cinque dita!". Aonung rideva. Gli altri Na'vi si chiusero intorno ai miei fratelli. Rotxo, dietro Lo'ak, gli prese la coda: "Guardate la sua coda!" Canzonava. Lo'ak si scrollò le sue mani di dosso. Ridevano tutti. Kiri riuscì a tirarsi appena fuori dal cerchio, gli altri che si stringevano intorno a Lo'ak. "Ow, codina da bambino!" Lo'ak si girava per schiaffeggiare la mano che gli aveva afferrato la coda e subito un altro dei Na'vi gli afferrava qualcos'altro. Aonung gli tirò la treccia, Lo'ak lanciò un gridolino. "Hey! Basta!" Kiri tentò di difenderlo, venne solo tirata di nuovo in mezzo al cerchio. Ovunque i miei fratelli si voltassero, una mano li tirava, li toccava, una voce li canzonava. Era troppo. Lasciai la mano di Tuk: "Resta qui." Mi uscì dalle labbra come un ordine secco, e Tuk non mi rispose, si fermò solo, immediatamente. Con la coda dell'occhio vidi Tsyreia che si avvicinava a lei, mentre percorrevo a falcate larghe la spiaggia. Si metteva molto male per Aonung e gli altri. Le mani mi fremevano per la rabbia, le orecchie stavano tirate come quelle di un palulukan, il ringhio già accennato sul volto. Se non mi fossi calmato li avrei uccisi. Non dovevano permettersi di parlare così a mia sorella, non di farsi sentire da Tuk mentre insultavano quelli del nostro clan, non potevano osare toccare mio fratello. E Aonung non avrebbe mai più dovuto osare manipolarmi. Presi lui per la spalla, lo rivoltai con una spinta, come una bambola di pezza, rompendo il cerchio. Il sorriso sul suo viso appassì, quando mi riconobbe. Indietreggiò, e alzò le mani. Vidi i suoi occhi correre sul mio viso, sul mio petto nudo, sui muscoli tirati del mio addome, delle mie braccia. Ma ero un fascio di rabbia. Quando videro le mani di Aonung alzate, gli altri si fermarono, immediatamente. "Avete sentito cos'ha detto mia sorella. Lasciateli stare." Gli puntai il dito al petto, lo sfiorai con il mio dito, lui sussultò, mi sfidò con lo sguardo. Per un secondo pensai fosse sufficiente. Aonung indietreggiò, il silenzio era tornato sulla spiaggia. Poi Rotxo parlò: "è arrivato il fratellone al salvataggio!" Fece un passo verso di me, ma Aonung lo fermò con il braccio. Teneva lo sguardo fisso su di me, ma non nei miei occhi. Indugiava su ogni parte, mi divorava a morsi pezzo dopo pezzo con gli occhi azzurri, esattamente come aveva fatto su quella stessa spiaggia, la sera prima. Una nuova rabbia si accese dentro di me. La sera prima. Feci un passo contro di loro, poggiai di nuovo il dito contro il suo petto. Come una scarica passò da lui a me, scorrendo per tutto il mio braccio. "State. Indietro." Le stesse parole che aveva detto Lo'ak uscirono dalla mia bocca, ma con la voce del capitano della squadriglia minore, con la voce di uno dei migliori combattenti del clan Omaticaya, con la voce del più giovane a colpire un bersaglio dall'Ikran nella storia del clan, con una voce identica a quella di mio padre. Rotxo e gli altri indietreggiarono. Aonung abbassò lo sguardo sul dito con cui lo sfioravo. Lo spinsi via: "Adesso." Aonung indietreggiò con gli altri. "Scelta saggia." Gli dissi, il mio tono rimaneva lo stesso. Mi voltai verso gli altri: "Da questo momento in avanti rispetterete mia sorella." Non era una domanda. Mi voltai di nuovo verso Aonung, un ammonimento nello sguardo: tieni a bada i tuoi cani. Li guardai bene in faccia, e capii che non ci avrebbero dato altri problemi per un po'. Ingoiai la rabbia e mi voltai verso Lo'ak: "Andiamo" La mia voce non si addolcì: dentro, ancora, fremevo. Kiri fece la linguaccia a Rotxo e si voltò con Lo'ak. Spinsi delicatamente mio fratello per il coppino, un po' per sollevarlo dall'umiliazione, un po' perché scoppiavo di fierezza per come era intervenuto per Kiri, e allungai il collo per ritrovare Tuk. Ma prima che potessi essermi girato del tutto per andarmene, i ragazzi ripresero a parlare, alle nostre spalle: "Ciao, ciao!" Canzonò uno. Vidi Lo'ak fermarsi. Sapevo la sua era esattamente come la rabbia che provavo io. Indomabile, un'effervescenza esplosiva in un barattolo di vetro chiuso. Saremmo esplosi entrambi se fossimo rimasti lì. "Che mostri" La voce di Rotxo. Richiamai mio fratello, ma era troppo tardi: mi voltava le spalle e tornava verso il gruppo: "Lo'ak!"
"Tutto a posto, Teyam," Mi rispose soltanto. "Ci penso io." Merda.

THE ELDEST -atwow con gli occhi di Neteyam Sully-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora