Capitolo 26

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«Devi credermi Liberty, non ricordo niente.»

Non deve essere facile venire catapultati in un altro mondo completamente soli e con il cervello ridotto a poltiglia. Forse abbiamo più cose in comune di quanto pensi.

«Preparo un po' di tè?» chiedo sospirando, nella speranza di alleggerire un po' la tensione.

Jason sorride e il mio cuore si scoglie leggermente alla vista di tanta bellezza, seppur trasandata. «Non per essere maleducato ma non avresti qualcosa di più forte?»

«Cinque nasconde del whiskey sotto al lavello della cucina.»

«Vada per il whiskey di contrabbando.»

Questa battuta sciocca riesce a far sorridere anche me.
A lui servo il liquido ambrato, io mi concedo un bicchiere d'acqua perché voglio rimanere lucida. Cinque non è ancora tornato. Guardo fuori dalla finestra come se potesse apparire per magia in uno dei suoi salti nello spazio, ma non succede.
Jason e io restiamo in silenzio e, esattamente come quando mi ha ascoltata poco fa durante il racconto assurdo della mia vita, mi rendo conto di quanto sia bello condividere questo momento di perfetto mutismo. Non sento il bisogno di dire nulla per rompere il ghiaccio. Non vedo la necessità di chiedergli qualunque cosa. Non c'è più tensione. Sto bene con questo estraneo e lo trovo un paradosso. In tutti gli anni condivisi con Luke non mi sono mai sentita così.

«Se Cinque non dovesse tornare.» inizia Jason distruggendo il momento di pace creatosi. «Allora andiamocene il più lontano possibile.»

«Sei pazzo? Non lo lascio qui!»

«Tu sei pazza se pensi di poter competere contro quella gente. A maggior ragione se riescono a soggiogare Cinque.»

Un sorriso amaro si abbozza tra le mie labbra. «Quel piccolo vecchietto è più tosto di quello che sembra. Voglio dire, è sopravvissuto da solo durante l'apocalisse!»

Jason aggrotta le sopracciglia e assottiglia lo sguardo. «Di che stai parlando?»

Ah, caspita, è vero. Jason viene dal futuro ma non dovrebbe saperle queste cose. «Niente, uno dei suoi salti nel tempo ma molto, molto lontano rispetto a ora.» mento nella speranza che mi creda. «Comunque non voglio lasciarlo solo, temo di essermi affezionata a lui.»

«E se non dovesse tornare a casa? Sarà come cercare un ago in un pagliaio!»

Lo so, ci ho già pensato.
«Ho un'idea.» butto lì mentre poso gli occhi su quelli di Jason. «O meglio, una mezza idea. L'obbiettivo di Cinque è quello di sventare un attentato al futuro presidente, qualcuno proverà a investirlo con la macchina, ma abbiamo già visto che comunque non sono mancate le occasioni per un tentato omicidio. Forse è solo un'ipotesi azzardata e probabilmente non succederà, ma potrebbe succedere anche durante il cocktail party.»

Jason scuote la testa con disappunto. «Hai idea delle guardie che ci saranno?»

«Sì beh, ma questo non significa che non potrebbero esserci degli infiltrati o dei corrotti. Hai detto che Sheryl stava parlando con delle persone mascherate, magari proprio tra loro si nasconde il nostro assassino e sarà presente alla festa. Non li hai mai visti prima, giusto? Non credo sia un caso che siano arrivati proprio la settimana del cocktail party.»

Jason sembra convincersi un po', finisce di bere il suo whiskey e poggia il bicchiere nel lavello. «Quindi vorresti sventare tu l'attentato?»

«Ovviamente no, ma sono sicura che Cinque farà in modo di esserci, anche senza invito. Se non dovesse tornare a casa ci rincontreremo lì, ne sono sicura.»

«Forse hai ragione.»

«Ci sarebbe un'altra cosa a cui ho pensato.» mi prendo qualche secondo. «Sheryl non deve sospettare nulla. Devi tornare a casa e fingere che sia tutto come sempre.»

Jason scoppia a ridere, inaspettatamente. Una risata quasi isterica che per un attimo mi spaventa. Una volta ripreso fiato agita l'indice a destra e a sinistra. «Non credo proprio, non torno in quella prigione.»

«Solo per altri cinque giorni, ti prego! Comportati come sempre e poi, appena Cinque avrà la valigetta, tornerete entrambi nel vostro tempo. Se Sheryl dovesse capire che non sei più una sua marionetta, farà di tutto pur di non riportarti indietro. Potrebbe anche ucciderti.»

Jason scuote la testa e abbassa le spalle, porta le mani ai fianchi, abbattuto. L'idea gli fa schifo, lo capisco da come mi guarda, ma sa anche che non ha altra scelta. Si avvicina a me con cautela, il mio cuore batte a ogni suo passo. «E tu?»

Questa non me l'aspettavo, non sono più abituata a tanta premura. «Io, cosa?» domando leggermente in imbarazzo.

«Noi due saremo in salvo nel futuro, ma tu cosa farai? Non hai pensato che poi saresti solo tu a subire le conseguenze di questa storia assurda?»

«Aiuterò a sventare un attentato contro il futuro presidente, potranno accadermi solo cose belle, no? Magari una bella medaglia al valore e un sussidio a vita.» o magari Sheryl mi sparerà un colpo in fronte e finalmente porrà fine alla mia miserabile esistenza. Ovviamente preferisco non riferirgli quest'ultima parte. Sorrido dandogli una leggera pacca sulla spalla. «Allora che ne dici? Ti ho convinto, uomo del futuro?»

Battesimo - Cinque/The Umbrella Academy fanfiction [IN SCRITTURA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora