Shinobi - Uchiha Shisui

63 0 0
                                    

"Sette." 

"Sette?" La voce squillante spezzò il silenzio e come un kunai affilato tagliò l'aria, facendosi strada attraverso l'intorno e echeggiando per le mura del caseggiato.  

Shisui guardò l'amico al suo fianco in attesa di una risposta. Aveva bisogno di distrarsi e probabilmente Itachi, avendo notato il suo nervosismo, gli stava proprio porgendo un argomento su cui conversare. Tuttavia, il giovane shinobi non ebbe fretta nel dare la sua spiegazione. Per molto si sentirono solo i loro passi per la strada spianata, le suola dei sandali pigiare sul terreno cosparso di sassolini. Concentrarsi su quel rumore era un'altra alternativa. 

Era mattina presto, l'aria che filtrava nei polmoni inumidiva e rinfrescava, un tempo ideale per una sessione di allenamento fra i boschi. Quell'atmosfera donava concentrazione e liberava la mente da ogni pensiero intrusivo. Che motivo c'era allora di tutta quell'agitazione? 

Si era svegliato presto come sempre, no, anche un'ora prima, quando ancora era il regno della luna. Si era allenato e tutto era andato bene. Il suo corpo era calmo quando era tornato a casa, lo era quando entrò sotto la doccia e dopo, quando si preparò la colazione. Canticchiava una vecchia canzone che era spopolato quando andava all'accademia, lo si sentiva per tutte le strede e tutti i vincoletti del villaggio. Chissà se lo conoscesse... 

I pancakes erano addirittura più buoni del solito, la ricetta era sempre la stessa ma dentro alla farina si erano versati speranza e attesa. Iniziò a tentennare quando si trovò davanti all'armadio e dovette scegliere cosa mettersi. Fu tempo perso perchè alla fine optò per il suo solito look, cioè l'abbigliamento standard del suo clan. L'abito scuro a collo alto. Si portò in spalla anche il suo tantō, nonostante non dovesse andare in missione, perchè si sentiva spoglio senza quello. 

"Sette, per le sette volte in cui ti sei sistemato i capelli. Per adesso." Dichiarò pacato Itachi continuando a procedere verso l'entrata del villaggio. 

"... sì?" Per riflesso la sua mano si alzò nuovamente. Le dita rimasero sospese ad un filo dal cuoio capelluto e i polpastrelli potevano percepire appena le prime punte corte. A Shisui non scappò la parvenza di sorriso che fece il compagno, così avventò la mano nei capelli e li arruffò caoticamente, ormai arresosi. "Mi stai deridendo?"

Fissò l'amico con sguardo accusatorio, seppur con un tono scherzoso. Senza voltarsi, l'amico fece transitare per qualche istante gli occhi su di lui. Un vago diletto permase sul suo profilo composto. "No. Ma un Shisui tanto nervoso è molto raro da vedere."

"Dal tuo tono suppongo che mi stai guardando come un animale da circo." Sospirò lui. 

A dire la verità, Itachi era una persona molto riservata. Preferiva digerire le sue emozioni dall'interno e lasciava trasparire poco o niente all'esterno. I suoi lineamenti erano sempre a riposo, calmi, l'intera sua persona si evolveva intorno a quella parola, il linguaggio del corpo, la postura. Calmo, una foschia vaga, ma mai incerta, era una pennellata risoluta d'inchiostro diluito. Ma lo conosceva abbastanza bene, come il palmo della mano, perciò sapeva interpretare anche le più piccole flessioni del suo tono. Doveva comunque ammettere di essere avvantaggiato, perchè era molto più espressivo quando era con lui. 

Non era raro, anzi, si poteva dire era all'ordine del giorno, che quel suo atteggiamento noncurante, sommato alla sua forza temibile, inducessero le persone a intendere il suo modo di fare come spregio e arroganza dall'alto della sua posizione. Quegli occhi sembravano sancire, su chiunque si posassero, le parole 'debole', 'non sei nemmeno degno di ottenere la mia considerazione'. Presuntuoso lo era, ma era anche terribilmente dolce e questo lo si capiva dalle sue interazioni con il fratello minore. 

"Se continui così, non sarò il solo a guardarti in questo modo." Questa volta si voltò a guardarlo. 

Shisui sapeva a cosa si stava riferendo, di conseguenza deglutì involontariamente. Prese a torturarsi i capelli con una mano, non per sistemarli perchè ormai non c'era niente da fare dopo lo stroppicciamento violento di prima. La soglia era davanti a loro, si fermarono salutando il giovane guardiano assonnato seduto al suo appostamento.

Anime OneshotWhere stories live. Discover now