Situazioni - Kageyama Tobio

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Primo incontro

Alle medie giocava nella squadra della scuola e tu sei andata a guardare una partita una volta con una compagna di classe. Sei rimasta affascinata al primo colpo, dal gioco ma soprattutto da lui. I suoi movimenti era così armoniosi, il modo con cui alzava il pallone per mandarlo in maniera così precisa al compagno, come si slanciava in alto, la faccia concentrata. È stato un colpo di fulmine, hai sentito le farfalle nello stomaco e il tuo cuore non smise più di battere da quel momento in poi ogni volta che lo vedevi per scuola oppure qualcuno lo nominava semplicemente. Ti sei appassionata alla pallavolo e ti sei studiata tutte le regole per seguire al meglio le partite e sentirti più vicina a lui. Questa tua cotta per lui non la sapeva nessuno, lo custodivi nel cuore. Le persone parlavano male di lui ma a te non importava, per te loro erano solo gelosi della sua bravura. Era il tuo primo amore giovanile, la tua era più un'ammirazione da fan a idolo e non pensavi minimamente al fidanzamento, non ti sentivi all'altezza.

Prime parole scambiate

Lo vedevi sempre solo durante la pausa mensa. Se ne stava seduto al proprio tavolo. Un giorno hai preso coraggio e ti sei seduta al suo tavolo di fronte a lui. Eri così nervosa che hai perso l'appetito e non hai nemmeno finito il tuo pranzo. Non ti ha detto niente, ti ha guardato solo una volta quando hai preso il posto. Solo un'occhiata, ti ha osservata per nemmeno un secondo ma sei rimasta felice per tutto la giornata. Anche i giorni seguenti hai continuato a sederti in quel posto. Continuavi a lanciargli occhiatine di nascosto, anche quando mangiava era così carino. Il terzo giorno quando hai posato per la terza volta il tuo sguardo su di lui, ha messo sul tavolo il suo bento e ti ha guardata negli occhi infastidito.

"Puoi smetterla di guardarmi?"

Invece di rimanere triste alla sua affermazione o imbarazzata per essere stata colta con le mani nel sacco gli hai rivolto un sorriso a trentadue denti piena di gioia e gli hai fatto dei cenni energici. Ti aveva parlato. Sorpreso dalla tua insolita reazione è rimasto interdetto per qualche momento e poi ha ripreso a mangiare pensando a quanto fossi strana.

"Perché ti siedi sempre a questo tavolo? Ce ne sono altre libere"

Ti ha domandato il quarto giorno. Hai risposto che non avevi nessuno con cui mangiare ma non volevi che ti vedessero da sola. Era la verità. La tua voce tremava per l'agitazione a parlare con lui. Vedendo che non rispondeva, forse anche euforica nell'averlo sentito pronunciare una frase così lunga, hai ripreso a parlare. Hai commentato che il suo bento sembrava molto buono e se glielo faceva sua mamma. E poi hai cominciato a descrivere il tuo. Di come tua mamma si divertiva a costruire con il cibo gatti carini. Gli hai chiesto se voleva il giorno successivo potevi portarne uno anche per lui. Poi ti sei resa conto di aver parlato troppo e che probabilmente a lui non gliene fregava nulla e hai cominciato a dire scusa fino a ché non ti ha interrotto ed è andato via. Sei stata odiata? Tornata a casa ti sei buttata sul letto a piangere per come sei ti sei comportata da idiota e al pensiero che ti stava odiando.
In realtà Kageyama se ne era andato perché aveva finito di mangiare. Anche se parlavi troppo, pensava, avevi una voce molto carina.

Quando si accorse dei tuoi sentimenti

Alle superiori ti aveva detto che sarebbe andato alla Karasuno, ti disse che era stato rifiutato dalla Shiratorizawa. Eravate diventati buoni amici e hai imparato a non balbettare quando parlavi con lui. Ti sei iscritta alla Karasuno. Rimanevi a guardarlo durante gli allenamenti e lì avevi conosciuto i suoi compagni di squadra. Hai cominciato ad aiutare la senpai Shimizu e lei un giorno ti ha proposto di diventare manager come lei perché aveva bisogno di un successore. Hai accettato subito senza esitazioni puntando lo sguardo oltre lei, lui stava litigando con Hinata. Ormai tutti i membri del club sapevano che eri innamorata di Kageyama. Avevi lo sguardo fisso su di lui, pronta a passargli una bottiglia d'acqua, un asciugamano o a gridargli 'forza!' e a complimentarlo. Solo lui non se ne accorgeva.

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