Soulmates - Shoto Todoroki

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Sono una ragazza che frequenta il secondo anno del liceo UA. Il mio quirk è molto semplice, posso curare le ferite degli altri, questo però non funziona su me stessa. Fate presto a trovarmi nella classe dopo una missione, basta che cerchiate l'unica alunna ferita. Io sono perennemente ferita, non è che faccia molta attenzione al mio corpo, utimamente mi sono rotta un braccio. Per fortuna c'è sempre Recovery Girl ad aiutarmi a mantenermi integra. Se devo descrivere il mio carattere... Riesco a fare amicizia e piacere a tutti? Sono una ragazza alla mano e non mi arrabbio quasi mai. Ormai sono diventata la mascotte della 2A, hanno preso tutti la brutta abitudine di salutarmi scompigliandomi i capelli. Eppure sono la più grande per mese di nascita. Dovrei trovare un modo per farmi rispettare.

Quando ho detto che riesco a farmi piacere da tutti, beh... diciamo che ho incontrato un'eccezione negli ultimi tempi, questa eccezione si chiama Shoto Todoroki. Da quando l'ho conosciuto il numero di volte che questo ragazzo mi ha parlato si contano su due mani. Risponde sempre in maniera secca e non sorride mai. Per quanto io prova ad intrattenere una conversazione lui riesce sempre con una misera frase a concluderla. Perché allora ci provo ancora? Perché sfortunatamente questo ragazzo è il mio cosiddetto soulmate. Due persone legate insieme e destinate a incontrarsi. Ho i miei dubbi su quanto funzioni. Perché mai mi potrebbe piacere una persona così fredda che ha la meravigliosa capacità di far piombare una conversazione nel silenzio? Se penso al mio tipo ideale mi viene in mente un ragazzo pieno di vita e sorridente e per qualche ragione sconosciuta la mia mente lo dipinge con i capelli blu. Potete concludere anche voi che è una persona totalmente diversa da Shoto Todoroki il quale ha i capelli bianchi e rossi. Che capelli inusuali però.

Partendo dal principio, lo conobbi durante il festival della scuola, ovviamente avevo già sentito parlare della sua classe e di lui. Erano così famosi, sempre in prima linea durante le ultime offensive dei villains. Non si parlava altro di loro e della loro performance sul palco. Allo spettacolo sono però mancata perchè ho avuto la brillante idea di usare una bici per trasportare il cassettone in bilico di mele caramellate. Cascai giù a baciare madre terra e qualche minuto dopo ero finita in infermeria a ricevere un altro bacio da Recovery Girl. Ricordo di essere tornata al festival in fretta e furia con la faccia mezza imbaccucata da bende, di essermi fatta avanti tra l'appiccichio di gente e all'improvviso di aver sentito chiaro e forte il rumore delle campanelle al vibrare del vento. Era come se venisse dal profondo del mio cervello, mi girai a seguire quel suono limpido e i miei occhi si sigillarono dentro ad un paio di iridi bicolore. Ci fissammo interdetti, bloccati nel viavai della folla. Poi quel ragazzo sconosciuto aveva alzato un polso per guardarselo e notai un filo rosso che si stava formando e che si faceva sempre più intenso. Abbassai gli occhi sul mio e trovai l'altro capo che sprofondava nella pelle, sarà arrivato fino al cuore? Feci alcuni passi verso di lui ma all'improvviso una mano mi toccò la spalla. Era un mio compagno di classe, lo salutai velocemente ma una volta giratami quel ragazzo era scomparso. Il filo rosso c'era ancora e quindi pensai di seguire quello. Ero assai emozionata all'idea di aver incontrato il mio soulmate, se solo sapessi in cosa sarebbe sfociato. Quel filo non aveva consistenza e trapassava tutto, gli altri non la potevano vedere, era tesa e collegava con la minima distanza. Dopo alcuni minuti lo ritrovai solo in un angolo della scuola intento a usare il suo quirk per bruciare il filo. Gli dissi che era inutile perchè quel filo era immateriale e mi presentai lui. Mi rispose con un "Ah" come per dire che aveva recepito. Dopo una mezz'oretta, in cui parlavo solo io, presa dall'imbarazzo lo salutai e lui nel momento in cui mi girai mi chiese dal nulla se fossi maschio o femmina. Capisco che avevo la faccia mezza coperta ma non poteva essere serio... Mi ero vestita comoda per guidare meglio la bicicletta ma anche se davvero non si poteva distinguere, la mia voce non era abbastanza femminile da capirlo? Ah.. dimenticavo, quel giorno mi ero svegliata col mal di gola perché la sera prima ero andata a letto con la finestra aperta. Non sembrava volesse offendermi, era molto sincero quindi lo perdonai per l'innocenza e gli ho mostrato la mia carta dello studente. Da lì in poi presi l'abitudine di perdonarlo ogni volta dicesse qualcosa di fuori luogo o strano perché aveva sempre quell'espressione innocente che mi faceva convincere che non lo avesse fatto apposta.

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