19. L'Afterlife

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"Allora" proruppe lui allegramente, tentando di cambiare discorso "che ci fate qui? Vi annoiavate a casa?"
Per poco Y/N non sputò il suo drink. L'uomo sogghignò, improvvisamente rianimato. "Già, ci stavamo davvero annoiando. Vero, Y/N?"
La ragazza gli lanciò un'occhiata assassina. Lui continuò, imperterrito.
"È così all'ultimo minuto abbiamo deciso di venire qui a trovarti. Non le ho dato nemmeno il tempo di truccarsi e pettinarsi".
La ragazza fissava un punto fermo davanti a sé, cercando di estraniarsi da quello che stava sentendo. Fece del suo meglio per non ascoltare, ma quella sua voce profonda era dannatamente difficile da ignorare.
"Ha messo la prima cosa che ha trovato e siamo arrivati subito dopo cena. Beh, cena". Si voltò verso di lei, allargando il ghigno. "Aveva così tanta fretta di venire che non se l'è nemmeno potuta godere".
No, questo era troppo. Strinse il bicchiere fra le dita fino a sbiancarsi le nocche.
"Beh, non mi pare di aver sentito delle lamentele" sibilò.
Megumi roteò gli occhi, spostandosi verso altri clienti. Yuji, dal canto suo, non aveva capito assolutamente nulla, e li fissava con sguardo interrogativo.
"Quindi avete ancora fame?"
"Oh, decisamente" scoppiò a ridere Sukuna, battendo la mano sulla coscia. "Sono convinto che faremo il bis appena a casa... Se la ragazza riesce a resistere per la strada. Vero, piccola...?"
Y/N tamburelló le dita sul bancone. Yuji continuò a non cogliere.
"Beh, se non resistete fino a casa potete sempre mangiare qualcosa qui".
No, era troppo. Y/N scoppiò a ridere, premendosi una mano sulla bocca. "Non dargli strane idee" mormorò, più rivolta a Sukuna che al coinquilino.
"Oh, invece è un'ottima prospettiva" mormorò lui, buttando giù in un sorso il resto del suo drink.
Lanciò un'occhiata a Y/N, che gli stava fissando il pomo d'Adamo muoversi lungo la gola man mano che deglutiva; fu pervaso da una piacevole sensazione quando realizzò quanto lei lo trovasse attraente. Allungò una banconota verso il fratello. "Facci un altro giro, per favore. Non vorrei che le passasse la fame".
Y/N strinse le gambe. La situazione stava diventando pericolosa. Prese il bicchiere che le stava porgendo il ragazzo e si alzò in piedi.
"Vuoi vedere il piano di sopra?" chiese, lanciandogli un'occhiata eloquente. "È molto carino".
"Oh, sì!" li incoraggiò Yuji. "Andate pure, oggi non c'è quasi nessuno. Fagli vedere anche la terrazza".
Salutarono Megumi con un cenno del capo e si avviarono verso la ringhiera.

"Prego, dopo di te".
Se c'era una cosa che i suoi amici maschi le avevano insegnato, è che se un uomo ti lascia passare davanti é solo ed unicamente per guardarti il culo.
Y/N lo superò ed avanzò verso i gradini con la consapevolezza di avere i suoi occhi incollati al sedere. Aveva appena scopato con l'uomo dei suoi sogni e aveva bevuto, quindi trattenersi e mantenere un comportamento adeguato non era proprio il suo obiettivo primario; avanzò ancheggiando, cercando di risultare il più sensuale possibile. 'Oh, Kami' si disse, consapevole della sua pochissima lucidità 'starò facendo una figura di merda epocale'.
Sukuna, però, non sembrava lamentarsi. La seguí lungo i gradini, lanciando ogni tanto qualche occhiata annoiata intorno a sé mentre lei gli raccontava aneddoti del posto.
"Lí é dove Todo ha quasi ammazzato uno che stava scappando col registratore di cassa, spaccandoglielo in testa" rise, portando il bicchiere alle labbra. Sussultò, quando sentì le dita di lui sfilarglielo di mano. Percepì il suo respiro caldo accarezzarle l'orecchio.
"E lì è dove verrai sbattuta contro il muro" ebbe il tempo di sentire, prima di essere spinta dentro una delle stanze.

Y/N strizzò gli occhi per abituarli al buio. Alzò una mano verso la maniglia della porta, ma il braccio di Sukuna la superò da dietro, chiudendola con un tonfo.
"Hey" sussurrò. Sentì un brivido scenderle lungo la schiena, come se avesse appena realizzato di essere braccata. 'Quindi è così che ci si deve sentire', rifletté.
Sukuna era dietro di lei, come se stesse scegliendo da che lato attaccarla. La ragazza chiuse gli occhi, perfettamente immobile.
Quella semioscurità le fece ricordare il sogno. Si chiese se, da un momento all'altro, avrebbe sentito quattro braccia cingerla da dietro.
Il ghiaccio del suo bicchiere tintinnò leggermente quando l'uomo lo appoggio su un tavolino lì vicino, dopodiché caló il silenzio di prima. Sentiva solo il rumore del suo respiro alzarle e abbassarle il petto.
Dopo quella che le sembrò un'eternità, una mano la afferrò per i capelli e glieli raccolse sulla nuca. Piegò automaticamente la testa all'indietro e si lasciò scappare un mugugno.
L'uomo premette la seconda mano sulla sua bocca, intimandole di tacere. Lei sussultò, spaventata.
"Allora, troietta" la sgridò con tono seccato "forse non l'hai capito, quindi te lo spiego meglio. Come ti ho già detto non mi piace avere un pubblico, ma visto che proprio non riesci a resistere" le accarezzò la guancia col pollice "dovrò scoparti qui". Si chinò verso il suo orecchio, abbassando il tono della voce. "Unica cosa é che stavolta dovrai frenare quei tuoi gemiti da puttana e cercare di trattenerti... Se ci riesci".
Y/N spalancò gli occhi, terrorizzata.
Ma certo, era un tipo riservato. Intanto era la seconda volta che la scopava, e due volte su due in un locale. Si chiese se quel dannato avesse la più pallida idea di cosa comportasse per lei una denuncia di atti osceni in luogo pubblico.

Just wanna smash his faceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora