CAPITOLO 26

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5 anni prima

Taehyung aprì piano piano la porta del suo ufficio e si affacciò, svoltando il suo sguardo da destra a sinistra. Sbirciò se potesse svignarsela come era solito fare ogni mattina. Si alzava presto, si preparava e andava al lavoro. Però dopo una mezzoretta se ne scappava senza farsi notare da nessuno. Persino per il padre oramai non era più una novità ricevere le chiamate da parte dell’assistente del figlio, informandolo che Taehyung fosse scomparso da un momento all’altro.
Sembrava che Taehyung stesse combinando qualcosa di clandestino per come stava camminando. Il ragazzo incrociò un dipendente e li fece segno con l’indice di rimanere in silenzio. L’oltrepassò e i suoi passi si velocizzarono sino ad iniziare a correre spensieratamente, si girò dietro e ridette. Il moro, però, era assorto nella sua risata che non prestò attenzione davanti a sé.
Taehyung s’imbatté contro un ragazzo dalla chioma di un nero intenso. Il suo capo finì sul largo e petto prominente dell’altro ragazzo. Lo annusò e le sue narici furono rapite dall’aroma al muschio bianco. Istintivamente circondò la vita dell’altro ragazzo e sollevò gli occhi. Il moro s’imbambolò alla visuale perfetta degli zigomi del corvino e disserrò lievemente la bocca. Era bellissimo. Taehyung ne rimase affascinato ed il suo stomaco non lo poteva negare. Il suo stomaco si contorse, ma non per il dolore. Quella strana sensazione allo stomaco li stava affievolendo il respiro. Non riusciva a spiegarsi cosa stesse provando, però era piacevole. Tanto piacevole. A differenza del corvino, Taehyung non voleva distaccarsi e voleva continuare a sognare, perdendosi nell’inebriante profumo dell’altro ragazzo. Il corvino, infastidito dal moro, lo spinse via da sé. Il ragazzo stava per rivolgere il suo sguardo verso Taehyung e capire con chi si fosse scontrato.
Tuttavia, all’improvviso, sbucò l’assistente di Taehyung che lo riconobbe dai folti riccioli marroni ed iniziò ad urlargli da dietro.
“Ti ho trovato! Oggi non la scamperai!” gli strillò, prendendo la riconcorsa per acciuffarlo una volta per tutte.
“Porca miseria!” esclamò il moro che se la filò a gambe elevate per non farsi prendere ed evitare la strigliata che li aspettava.
Se l’assistente fosse arrivato qualche minuto più tardi, probabilmente il corvino sarebbe riuscito a conoscere Taehyung in quel esatto istante.
Si voltò verso il moro e lo fissò mentre scappava per poi rivoltarsi. Però Taehyung ancora stupefatto dalla bellezza di quel ragazzo si voltò anche lui e tutto ciò che vide fu la postura rigida e salda della schiena del corvino.
L’assistente si fermò piegato in due di fronte al ragazzo e riprese il fiato perduto.
“A chi dovrei rivolgermi per poter parlare con Kim Taehyung?” chiese il corvino all’assistente.
“E lei chi è?”
“Sono Jeon Jungkook. L’amministratore delegato della Jeon Informatic Corporation.” parlò.
Gli occhi dell’assistente stavano per rimbalzare fuori. Si era dimenticato dell’appuntamento che vi sarebbe stato tra Taehyung e quel ragazzo dai capelli corvini. E in più il moro non era d’aiuto. Se la squagliava ogni santa volta e lasciava tutti i suoi incarichi a lui.
“Ehmm, al momento non è qui.” disse con una sfumatura di tentennamento.
“Avevamo preso un appuntamento! Non è professionale da parte sua.” ribatté sgarbatamente.
A Jungkook non piacevano le persone che mancavano di serietà. Soprattutto se riguardava il lavoro. Perché Jungkook era convinto che quell’incontro si dovesse prettamente dedicare su delle questioni lavorative e non altro. O almeno questo era ciò che gli aveva fatto credere suo padre. Do Hyun utilizzò la scusante di una possibile collaborazione fra le due società solo per fargli incontrare Taehyung e tastare il territorio. Perché la loro società era indebitata sino al collo e l’unica via d’uscita  a cui pensò il padre di Jungkook fu proporre un matrimonio combinato a Do Yoon fra i loro figli. Però Do Yoon era incerto. La sua incertezza era proprio dovuta dal fallimento che stesse avendo l’azienda di Do Hyun.
Perché il padre di Taehyung aveva già in mente di far sposare il figlio con un suo ex potente socio in affari. L’unico problema era che il suo ex socio in affari era di vent’anni più grande di Taehyung. Per tale motivo continuava a titubare sul da farsi. Anche perché nonostante Taehyung si mostrò interessato a seguire le orme del padre, purtroppo non era in grado di dirigere un’azienda da sé ed aveva l’assoluta necessità che qualcuno lo facesse per lui.
“Ripasserò domani.” continuò Jungkook mentre stava per andarsene.
“Non credo che anche domani lo possiate trovare.” replicò l’assistente.
Con un’espressione agghiacciante Jungkook riversò tutta la sua irritazione.
“E non credo che lo possiate trovare neanche dopodomani o il giorno a venire. Non c’è quasi mai.” lo informò, deglutendo.
“E allora con chi diamine dovrò discutere di affari?” sbottò furiosamente il corvino. Aveva spostato appositamente una riunione importante per riuscire a presentarsi in orario all’appuntamento.
Jungkook scrollò la testa ed inevitabilmente pensò che stessero già iniziando col piede sbagliato.
Taehyung rincasò e scorrazzò per tutta la casa strillando il nome del fratello. I suoi pensieri erano ancora rimasti intrappolati dalla visione di quel ragazzo dai capelli color corvino. Voleva confessarglielo a Jin e raccontargli della sua bellezza stravolgente.
“Tae non dovresti essere al lavoro?” domandò Su-Jung che udì gli strilli del moro dalla cucina.
“Su-Jung!” disse, abbracciandola senza nessuna precisa motivazione. La donna comprese sin da subito che ci fosse stato qualcosa che lo aveva reso contento. Era tipico di Taehyung addolcirsi più di quanto lo fosse già di sua natura ogni volta che li capitava qualcosa di bello. E poi il moro era molto euforico. Lo si poteva notare dai suoi occhi che sbrilluccicavano come delle stelle.
“Ho incontrato un ragazzo-“il moro si arrestò e ci rifletté su. Non poteva definirlo un vero e proprio incontro.
“Cioè mi sono imbattuto in lui. Su-Jung, lui è bellissimo. Devo sapere il suo nome.” le riferì con un esorbitante sorriso che rallegrò il suo volto.
Su-Jung s’intenerì, però allo stesso tempo provò del rammarico nei confronti di Taehyung. La donna era a conoscenza delle intenzioni di Do Yoon di farlo sposare con uno sconosciuto. Su-Jung amava Taehyung, come se fosse il suo stesso figlio, e desiderava profondamente che spossasse una persona di cui il ragazzo fosse innamorato.
Taehyung continuava a guardarla come se si stesse aspettando una risposta e la donna titubò se dirgli la verità o meno. Non voleva abbattere la felicità del ragazzo.
In quel momento Do Yoon si mostrò davanti al figlio e Su-Jung con il proposito di parlare con Taehyung. Era arrivato il momento di metterlo al corrente della sua intenzione.
“Tae, dobbiamo parlare.” gli annunciò mentre si sedeva sulla poltrona nera in pelle. Il figlio acconsentì e preferì ascoltare ciò che il padre voleva riferirgli in piedi.
“Voglio che tu ti sposi. Ci sono due persone interessate. Ti darò la libertà di scegliere fra i due.” gli disse il padre.
Il ragazzo abbassò la testa per non far vedere al padre che fosse un poco deluso. Non voleva che lo guardasse perché era consapevole che Do Yoon non lo faceva con cattiveria e non voleva farlo sentire in colpa. In fin dei conti Taehyung era cosciente di non essere il massimo al lavoro e se lo sarebbe aspettato una decisione del genere da parte del padre. Il figlio accettò senza manifestare alcun tipo di dispiacere. Ed in un istante abbandonò l’idea di scoprire il nome di quel ragazzo che lo stava incuriosendo da tutta la mattinata. Nonostante ciò, Taehyung fu positivo. Magari si sarebbe potuto davvero innamorare della persona che era destinato a prendere come sposo.
Il padre li passò due foto ed il moro era un po' scettico dal dare subito un’occhiata. Ma non appena vide la prima foto e realizzò che fosse una del ragazzo dai capelli corvini le sue gote si colmarono di entusiasmo. Era nuovamente euforico. L’altra foto gli scivolò di mano e non si scomodò di raccoglierla o di controllare l’altra possibile persona con cui si sarebbe potuto sposare. Perché Taehyung aveva fatto la sua decisione.
“Lui! Lui! Lui! Scelgo lui!” indicò la faccia del ragazzo gioiosamente mentre saltellava come un matto, tant’è che il padre si destabilizzò della sua reazione.
“Jeon Jungkook? Però Taehyung la loro azienda è piena di debiti e non so se conviene o meno.” lo aggiornò.
“Non m' interessa! Troveremo un modo.”
“Ti prego papà.” riparlò Taehyung, sbattendo le ciglia per persuaderlo. Do Yoon non riusciva mai a dire di no al figlio e questa sarebbe stata l’ennesima volta che non glielo avrebbe detto. E a dirla sinceramente era sollevato. Almeno aveva trovato una persona che potesse dare una mano al figlio al lavoro e poi anche perché Taehyung la prese più che bene non appena intravide il volto di Jungkook.
“Come posso dirti di no?” si alzò e gli scompigliò i capelli.
“Provvederò ad organizzare un incontro domani.” proseguì e Taehyung gli diede un bacio sulla guancia.
Impugnò la foto di Jungkook e saltellando si diresse verso la sua camera. Spalancò la porta e si fiondò sul letto. Sollevò la foto ed osservò meglio il viso di quel ragazzo, chiedendosi che tipo di persona fosse. Intelligente? Dolce? Romantico? Gentile? Buono?
Taehyung fu ottimista e pensò che un ragazzo del genere non poteva che avere degli aspetti positivi. Era il suo sesto senso che glielo sussurrava. E lui voleva aver fede del suo sesto senso.
“Jeon Jungkook?” mormorò tra sé per poi addormentarsi con la foto di Jungkook collocata sul suo cuore.
Il sorgere del sole diede inizio ad una nuova giornata. Taehyung non era più nella pelle. Stava decidendo cosa indossare, voleva fare una bella impressione a Jungkook. Non voleva eccedere, però non voleva neanche indossare qualcosa di semplice. Si portò la mano sul mento e squadrò tutti i vestiti. Le sue pupille assunsero una forma gigantesca, quando scorse una camicia color melanzana e dei pantaloni neri eleganti. Non ci rifletté un attimo a metterseli addosso.
Haru entrò nella stanza del figlio ed avanzò verso di lui. Gli abbottonò la camicia sino al colletto ed il moro mise su un tenero broncio.
“Mamma! Così sembrerò uno scolaretto.” pronunciò, sbottonandosi i primi due bottoni.
“Un bel scolaretto.” lo corresse la madre, baciandogli la fronte.
“Dobbiamo andare, sennò faremo tardi.” lo avvisò mentre lo spingeva dalle spalle.
Il padre era riuscito a prendere appuntamento con Jungkook ed i suoi genitori che stavano aspettando seduti in un ristorante.
Il corvino sbatteva le dita contro il tavolo. C’era qualcosa che non li quadrava. Come per esempio il motivo per cui anche i suoi genitori vennero insieme a lui. Ma non ci diede tanto peso.
Taehyung fece il suo ingresso ed identificò in un battibaleno Jungkook. Si precipitò nella sua direzione, lasciando dietro i suoi genitori.
“Piacere sono Kim Taehyung.” si presentò allegramente, posizionandosi dinnanzi ai tre che sussultarono dall’improvvisa apparizione del ragazzo.
La prima ad alzarsi fu Mi-yon, la madre di Jungkook, che li sbandierò un sorriso.
“Io sono Mi-yon.” disse e con un’espressione di disappunto ammonì il marito ed il figlio, spronandoli ad alzarsi e ad usare le buone maniere.
Haru e Do Yoon giunsero affianco al figlio e si scusarono per le maniere brusche e frettolose di Taehyung. Solo in quel momento Do Hyun e Jungkook si misero in piedi e s’inchinarono senza proferire una parola per poi risedersi.
Il corvino guardava Taehyung con le sopracciglia ravvicinate e sembrava essere infastidito da lui. Il moro aveva notato gli sguardi che gli stesse riservando Jungkook e percepì che non fosse di buon umore e questo lo fece agitare. Goffamente Taehyung prese la bottiglia di vino in mano per riempirsi il bicchiere, però fece riversare il vino sulla tovaglia bianca.
“Scusatemi. Scusatemi.” proferì in ansia mentre tamponava la tovaglia con un fazzoletto.
“Non è successo niente. Sai quante volte capita anche a me.” parlò Mi-yon per mettere a proprio agio il ragazzo.
“Siamo qui per discutere di faccende importanti e non per altro!” interruppe Do Hyun per non perdersi in fesserie e terminare subito quel pranzo che aveva un unico scopo.
“Quindi Do Yoon hai accettato la mia proposta?” conseguì sempre l’uomo.
“Si. Va bene.” affermò, sperando che avesse fatto la scelta giusta.
“Che proposta?” domandò Jungkook che era rimasto all’oscuro di tutto.
“Jungkook tu ti sposerai con Taehyung!” riferì in modo impassibile al figlio.
“Che cosa?” strillò imbestialito il corvino. Si alzò di scatto e la sedia cadde all’indietro. Do Hyun diede uno schiaffo in pieno viso al figlio e tutti rimasero scioccati. Jungkook si toccò la guancia che il padre colpì e sparì dalla vista di tutti.
“Perfetto! Allora ci terremo in contatto e stabiliremo al più presto una data.” pronunciò con freddezza Do Hyun.
Taehyung si alzò con l’intento di raggiungere il corvino, ma venne fermato dalla voce della madre.
“Dove stai andando?”
“Vado da Jungkook per controllare se sta bene.” rivelò rapidamente, seguendo le tracce del corvino.
Jungkook era andato in bagno e si gettò  dell’acqua addosso. Era frustrato. Perché lui non poteva avere nessuna voce in capitolo della sua stessa vita? Perché doveva sposarsi con quel ragazzo? Lui non voleva. Si rifiutava. Era stufo di dover eseguire ogni ordine del padre. Però medesimamente non poteva neppure obbiettarsi.
Il moro comparve e lo guardò dispiaciuto.
“Ti ha fatto male?” gli domandò, avvicinandosi a Jungkook per poi poggiarli la mano sulla guancia rossastra. Il corvino non interruppe il contatto visivo e non si scostò. La guancia non gli stava facendo più male grazie alla confortante mano di Taehyung, però allo stesso tempo non voleva cedere. Perciò calunniò con i suoi occhi quelli del moro che erano preoccupati che il corvino si fosse fatto male.
“Che cosa vuoi?” parlò bruscamente Jungkook che scaraventò via la mano del moro.
“Volevo sapere se stavi bene o meno. È un po' rossa.” gli disse Taehyung mentre riappoggiava la mano sulla sua guancia. Però questa volta gliela accarezzò con il pollice.
“Ho un modo per farti scomparire il dolore!” esclamò Taehyung ed in risposta Jungkook roteò gli occhi.
Taehyung si mise in punta di piedi, si sorresse sulle spalle del corvino ed avvicinò le sue labbra alla gota rossa dell’altro ragazzo. Il moro soffiò sopra con delicatezza per fargli scomparire il dolore. Ma non il dolore fisico, bensì la sofferenza di essere stato colpito dal suo stesso padre pensando che il suo soffio caldo potesse rasserenare l’animo del corvino. Spontaneamente Jungkook chiuse gli occhi.
“Va meglio?” mormorò Taehyung come se volesse che Jungkook fosse l’unico a sentire la sua voce.
Il corvino riaprì gli occhi e spintonò via da sé Taehyung.
"Spostati. Non mi serve la tua commiserazione." replicò sgarbatamente il corvino e senza salutarlo se ne andò via, lasciando lì da solo Taehyung.

THE SECRET OF MY LAST LIFE - TAEKOOKWhere stories live. Discover now