Capitolo 20 "Primo giorno nella casa"

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KATHERINE'S POV

Continuò a baciarmi sul collo, talvolta mordendolo e facendomi gemere, poi riportò le sue labbra sulle mie. Spinsi il mio ventre contro il suo, sentendo la sua erezione contro i miei jeans. Lo strinsi a me, mentre Jeff mi fece scivolare le mani sui fianchi, raggiungendo l'orlo della maglietta. Me la sfilò, togliendola e lasciandomi in reggiseno. Sentii le sue mani sulla pelle, avvicinarsi ai seni, per poi circondarli con le dita. Mi prese in braccio facendomi circondare la sua vita con le gambe e il suo collo con le braccia. Mi portò sul letto, dove cademmo insieme. Con un movimento, gli tolsi la maglietta e ci girai, facendo in modo di trovarmi sopra di lui, mentre Jeff era supino. Il killer passò leggermente le mani sulla schiena, facendomi inarcare e rabbrividire. Mentre armeggiava con il gancio del reggiseno, la porta della camera si spalancò. Ci voltammo entrambi di scatto verso l'uscio, trovandoci Eyeless Jack che ci stava guardando.

«Mmh... che bel fondoschiena, novellina. Non sai quante idee perverse mi stanno passando per la mente in questo mo... no, non era questo. Slendy vi vuole parlare» disse, dopo avermi fatto i raggi x solo con lo sguardo.

«Devi solo provarci ad allungare le mani, mangia reni. Lei è mia. Digli che siamo impegnati. Ora vai» rispose Jeff, mettendo le sue mani sotto i miei jeans e palpandomi il sedere, cercando di sottolineare l'importanza del messaggio.

«Se lo faccio, poi posso tornare e partecipare? Magari la ragazza vuole provare un vero uomo» chiese Ej, guardandomi con aria maliziosa e divertita.

«Con quel cosino che ti ritrovi? Non credo che a lei interessi. Vattene!» ordinò Jeff e lo mandò via.

Con un sospiro, e mostrando il dito medio, il ragazzo uscì. Jeff ricominciò ad armeggiare con il gancio del reggiseno, ma lo fermai. «No, Jeff... fermo»

«Ti prego...» mi implorò, con la faccia da cucciolo.

«No. Mi è passata la voglia. Ringrazia Eyeless Jack. Su, andiamo a sentire cosa vuole dirci Slender» affermai, mettendomi la maglietta.

Con uno sbuffo, si alzò anche lui e si rivestì, per poi dirigerci da Slender. «Pensavo di dover aspettare di più. Molto di più. Eyeless mi ha detto che eravate... impegnati. Sembrava molto contrariato»

«Gli abbiamo detto che non poteva unirsi a noi. Che cosa succede?» chiese Jeff, annoiato e leggermente seccato.

«Capisco» rise, per poi continuare. «Ho parlato con Lj delle vostre uscite e dei suoi pareri sul tuo operato, Katherine. Detto questo, ho deciso che la vostra collaborazione può andare bene. Avete armi veloci e modo di uccidere simile. Ma, se dovesse succedere qualcosa, rimedierò» ci informò.

«Grazie. Non te ne pentirai» esultò Jeff e io lo guardai, sorridendo per il suo entusiasmo.

«Spero... andate» borbottò Slender, per poi congedarci.

Uscimmo dalla stanza e un leggero brontolio di stomaco mi fece rabbrividire. «Ho fame, Jeff»

«Sì, certo. Vieni: ti preparo qualcosa» disse, prendendomi la mano e portandomi in cucina.

«Sai cucinare?» domandai sorpresa. Quando arrivammo in cucina, rimasi spiazzata da quanto fosse grande, anche se, dopo la stanza di Jeff, non me ne sarei dovuta sorprendere. Da fuori la casa non sembrava tanto grande, mentre l'interno sembrava quasi il doppio. Che esistesse davvero il Tardis?

«Certo. Sono un uomo dai mille talenti. E alcuni ancora non li sai» rispose, con orgoglio e divertimento.

Mi fece segno di sedermi alla grossa isola al centro della cucina. Mi sedetti e pensai a cosa potergli far fare di difficile, ma avevo davvero molta fame, quindi optai per un qualcosa di semplice e veloce. Nel mentre, lui tirò fuori delle fettine di pollo, delle uova e del pan grattato.

Jeff the Killer: il killer dannato e sexyWhere stories live. Discover now