Capitolo 1 "Paura di te"

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 Il suono di un allarme mi fece entrare nel dormiveglia ed un enorme tonfo sordo mi destò del tutto. Aprii gli occhi e mi alzai di scatto. I capelli mi caddero sulle spalle e sulla schiena, ancora scompigliati dalla notte appena passata, mentre un rumore nell'altra stanza mi incuriosì. 

"Cosa diavolo è successo?" pensaitra me e me, rimanendo seduta, cercando di capire da cosa derivasse il rumore.

«Porca troia! Sveglia maledetta. La romperò prima di capire come farla funzionare! Ahia... ora mi sono ammaccata anche il culo!» piagnucolò Alice.

«La finezza è sempre il tuo forte, vero Alice?» dissi ridendo, alzandomi dal letto per andare nella camera della mia amica.

«Non ridere! Mi sono fatta male sul serio» borbottò lei, massaggiandosi il sedere.

«Okay, okay... la smetto. Ma che ore sono? C'è ancora troppo buio fuori» chiesi, cercando di rimanere seria.

Guardai verso la finestra e, fuori, un lampo illuminò i campi e la parte di bosco visibile dalla stanza di Alice. Subito dopo, sentii il tuono, che fece sobbalzare la mia amica. Spostai lo sguardo sulla radiosveglia incriminata della botta al sedere della mia coinquilina. Segnava le 6.30.

«Torno in camera e cerco di riaddormentarmi. È troppo presto per me» dissi, avviandomi verso la mia camera, mentre Alice continuava a borbottare.

Sulla soglia mi fermai e, quando un lampo illuminò tutta la stanza, capii il perché: un ragazzo, con un cappuccio bianco calato sulla testa e con qualcosa di brillante in mano, era fermo davanti alla finestra.

«Ciao... Katherine» disse, con voce cupa e un sorriso innaturale sul volto. La paura mi paralizzò, impedendomi di scappare o di parlare.

«Il tuo ultimo desiderio?» chiese, guardandomi con occhi freddi come il ghiaccio.

Aspettò qualche secondo, mentre il sorriso sembrava crescere ancor di più. Il ragazzo si mise in posizione d'attacco e, con la luce proveniente dal corridoio, capii che l'oggetto che teneva in mano era un coltello.

«Io... io voglio che... che tu te ne vada» risposi, con il cuore a mille, cercando di mascherare la paura.

«Mi spiace, richiesta sbagliata. Torna. A. Dormire» disse, avvicinandosi pericolosamente.

Ero terrorizzata e non riuscivo a muovere un muscolo. Mi accorsi di aver urlato solo quando sentii un forte rumore ed il ragazzo di fronte a me si guardò la spalla: sanguinava. Riuscii a girarmi e vidi Alice con un fucile in mano. Lo sconosciuto scappò dalla finestra, da dove pensavo fosse entrato, tenendosi la spalla.

«Katherine, stai bene?» chiese la mia amica, preoccupata e guardandomiattentamente per vedere se fossi ferita.

«Io...io...» balbettai, scioccata, passando gli occhi su tutta la camera.

Alice corse a chiudere la finestra, serrando anche le ante in legno esterne. Dopo essersi assicurata che fosse ben chiusa, si girò verso di me, in attesa di una risposta.

"Okay...È un killer. Ma è dannatamente sexy!"

🔪 Spazio autrice 🔪

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Jeff the Killer: il killer dannato e sexyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora