Capitolo 12 "L'incubo"

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JEFF'S POV

«No... no! Lasciami stare, ti prego. Smettila! Non farlo... NON TOCCARMI!» sentii dire nel dormiveglia.

La stanza si rimise a fuoco, ancor più in fretta, quando mi sentii spingere verso il margine del letto. Guardai Katherine e vidi che si stava muovendo a scatti. Era agitata e, dall'espressione del suo viso, sembrava terrorizzata. Aveva gli occhi stretti e la fronte aggrottata, mentre le sue mani stringevano il lenzuolo tra le dita. La ragazza stringeva così forte da far diventare bianche le nocche.

«Non toccarmi. Ti prego, no... non farlo. Basta! BASTA!» urlò, dimenandosi ancora.

«Katherine... Katherine! È solo un sogno, Kath. Un incubo. Svegliati!» dissi, muovendola piano per le spalle, dopo essermi seduto.

«Lasciami... Mi fai male! Ti prego... smettila» singhiozzò, liberandosi velocemente dalla mia presa, come se ne andasse della sua vita.

«Kath, è solo un incubo. Svegliati. Io sono qui»

Con un ultimo urlo, si svegliò, alzandosi a sedere di scatto, con gli occhi sbarrai e il fiatone. I suoi capelli lunghi le si adagiarono piano sulla schiena, come a proteggerla da qualcosa.

«Ehy... Kath?» parlai piano, facendola girare di scatto verso di me.

Era spaventata e mi guardò con terrore, come se davanti avesse la morte in persona, o peggio. Ma quando i nostri occhi si trovarono, mi riconobbe e si gettò tra le mie braccia. Con la testa sul mio petto, cominciò a piangere.

«Piccola, va tutto bene. Ssh... era solo un incubo. Ora ti proteggo io, okay?» La coccolai, accarezzandole la testa e abbracciandola forte. Speravo di riuscire a calmarla con quei semplici gesti.

«Mi dispiace. Mi dispiace, scusa» singhiozzò ancora, tremando tra le mie braccia.

«No piccola. Non scusarti. Non hai fatto nulla di male» la rassicurai, stringendola a me.

«D'accordo... sì» rispose, calmandosi poco a poco.

La strinsi forte, facendola sentire protetta e curata da tutti i demoni che portava dentro. Dopo qualche altro minuto si calmò definitivamente, anche se ancora tremava. 

«Kath... vuoi parlarmene?»

KATHERINE'S POV

Aprii gli occhi e mi ritrovai nel buio. Ero in una stanza molto familiare ma ero sicura che non fosse la casa in cui vivevo ora. Ero a letto, coricata, con le lenzuola a coprirmi fino alle orecchie. Mi girai lentamente, per vedere se Jeff era ancora al mio fianco. Capii, però, che di lui non ce n'era traccia. Cercai di capire dove fossi, che genere di camera fosse e perché mi sembrasse così familiare. Con un leggero rumore, la porta si aprì, illuminando pian piano la camera. Chiusi gli occhi di scatto, in un gesto istintivo, ma chiunque stesse entrando capì che non stavo realmente dormendo. Sentivo il mio cuore correre veloce. I battiti erano così furiosi che credevo facessero saltare il cuore fuori dal petto. La figura scura stava avanzando verso il letto. La camminata era incerta, ma pesante. Come quella di un ubriaco davvero incazzato.

«So che non stai dormendo, piccola stronza!» tuonò una voce maschile.

Cominciai a tremare forte e, più mi costringevo a stare ferma, più le convulsioni sembravano aumentare. Mi sentivo terrorizzata e schifata, ma ancora non capivo cosa stava succedendo. L'uomo si fermò accanto al letto e sentivo i suoi occhi scrutarmi nonostante ci fossero le lenzuola a coprirmi. Poi, con uno scatto violento, l'uomo spostò le coperte e mi afferrò per i capelli. Li tirò per farmi alzare dal letto, facendomi male. Una volta in piedi di fianco al mio letto, l'uomo cercò di togliermi il pigiama con una mano, mentre continuava a stringermi i capelli con l'altra.

Jeff the Killer: il killer dannato e sexyWhere stories live. Discover now