22 ; The Funeral Portrait

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Erano passate poco più di due lune dal giorno in cui il Sacro Regno di Faerghus acquisì di nuovo la sua esistenza ed indipendenza, il titolo di regina di Ksenia tornò ad essere valido e Fhirdiad ricominciò ad essere segnata sulle mappe del Fódlan come capitale del nord.
A tal proposito, la città ogni giorno acquisiva sempre più vita e si avvicinava al suo antico splendore. Case vennero ricostruite, i monumenti distrutti riportati alla luce e la famosissima Scuola di Magia prevedeva di riaprire presto i battenti e dare il benvenuto a chiunque volesse imparare le arti magiche dai più grandi esperti del continente.
Fu tutto possibile grazie ai fondi ed agli aiuti inviati dal nuovo imperatore: Hans von Hresvelg che, seppur molto giovane, aveva terminato l'anno al Garreg Mach in anticipo per ereditare il titolo dalla madre ed essere del più completo supporto verso quello che una volta credeva fratello di sangue. Nonostante tra loro non ci fosse alcuna parentela, il legame che li univa si era consolidato ancor di più dopo gli eventi i quali, in meno di un anno, avevano completamente stravolto le vite di entrambi.
Hans aveva insistito parecchio anche per avere Aleksei e Sera alla sua cerimonia di incoronazione; vi avevano partecipato volentieri ed in barba a tutte le occhiate non troppo simpatiche dei nobili presenti -l'imperatore aveva alzato parecchio le tasse a loro proprio per aiutare le regioni del nord-.
Ricoperta di neve, Fhirdiad era stupenda.

Le ferite di Aleksei erano guarite abbastanza in fretta; come previsto da sua madre, la Luna Crescente ci aveva messo qualche giorno a guarire la ferita al ventre provocata da Yagrush, mentre per il braccio rotto, non essendo grave, aveva impiegato poco più di una settimana. Ciò non era bastato a fermarlo, aveva aiutato nella ricostruzione della città in ogni modo possibile, guadagnandosi il rispetto dei suoi cittadini e, presto, nuovi sudditi.
Aveva deciso di tagliare la sua lunga chioma bionda come simbolo di rinascita. Ora le ciocche dorate erano tutte della stessa lunghezza e gli accarezzavano le spalle -quelle alla sua destra le teneva però dietro l'orecchio per dare una parvenza di asimmetria-.
Sera, al contrario suo, con tutto ciò che era successo non aveva avuto il tempo di tagliarli ed ora aveva splendidi ricciolini fin sul petto ed anche oltre. Era bellissima, aveva abbandonato il suo aspetto da bambina ed assunto un'aria da donna adulta, perfetta per una futura regina.

Con grande sorpresa, a pochi giorni dal rientro dell'esercito nella capitale, al palazzo reale si era presentato Ephraim in sella ad un cavallo bianco.
Aveva porso i suoi ossequi alla regina e chiesto asilo. Ksenia era stata più che felice di accoglierlo, era grata che lui avesse finalmente deciso di vivere per sé stesso e per la sua famiglia piuttosto che essere devoto ad un mero concetto, ma contrario a chi lo portava avanti.
Per Aleksei fu uno shock venire a sapere che il generale e sua madre fossero imparentati -non c'era mai stato tempo per dirglielo-, ma la notizia lo aveva allietato parecchio.

Luna Eterea; ventesimo giorno
1206

- Ne sei sicura, Ksenia? È tuo padre, so che sei arrabbiata per ciò che ha fatto a nostra madre ed a tante altre persone, ma ne avrai davvero la forza? Nonostante tutto, tu gli vuoi bene.

La regina aveva la testa china, fingeva di essere concentrata sulle scartoffie tutte sparpagliate sulla scrivania, ma la voce di suo fratello le era arrivata forte e chiara. Si tormentò il labbro con i denti, la penna d'oca tremolava nella mano destra.
Dopo una manciata di secondi che parvero un'eternità, annuì, facendo uscire tutta l'aria accumulata nei polmoni in una sola volta.

- Non sei obbligata a sporcarti le mani. Posso farlo io. – Lei scosse il capo. – Ksenia...-
- ... Eph. – Replicò, alzando finalmente lo sguardo. – Non posso lasciarti fare tutto e starmene lì a guardare, è colpa mia se è riuscito a fare tante cose di dubbia moralità, perciò io, e soltanto io, devo ucciderlo. Sì, gli voglio bene, non posso negarlo, per questo motivo sono l'unica a poterlo fare.
Se non mi avesse adulata per tanti anni con la mummia di mio marito e minacciato che l'avrebbe distrutta se solo gli avessi disobbedito, l'avrei già fatto, te l'assicuro.
Le mele marce agarthee devono essere eliminate, loro meritano di tornare in superficie. Il principe Malkuth è stato giustiziato da Thamiel per ciò che ha fatto a Dedue... ora è il mio momento.-
- Sei sicura che ciò non minerà ulteriormente alla tua povera salute mentale?-
- Quella passa in secondo piano. Ormai il mio tempo è quasi giunto al termine, me lo porterò nella tomba, volente o nolente.-
- Capisco... spero non te ne pentirai.-

Fulmine Sanguinolento - Il Leone che si credette un'AquilaWhere stories live. Discover now