3 ; Tapestry of the Starless Abstract

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Il passo lento del cavallo le stava facendo venire sonno, ma doveva rimanere vigile quel tanto che bastava per non lasciare Benedikt e cadere giù di faccia.
Faceva così strano vederlo in abiti più comuni e meno sfarzosi, indossava una camicia larga color crema, dei pantaloni attillati neri ed un paio di stivali in pelle marrone – forse non lo aveva mai visto nemmeno senza tacchi alti, anche quella corona con le corna mancava. Le sembrava di averlo più vicino, che fosse più umano, non credeva lo avrebbe preferito così.
Erano partiti al galoppo attraversando Enbarr il più in fretta possibile, poi usciti dalla città l'animale aveva rallentato fino ad andare pianissimo ed in quel momento stavano percorrendo un sentiero nel bosco. Poteva risultare inquietante al buio, ma avere il corpo pressato contro la schiena del principe infondeva a Sera un senso di sicurezza... non aveva niente di cui preoccuparsi se c'era lui.

- Perché siamo partiti così tardi...? Potevamo farlo domani— e poi, a che ti servo io?-
- Ti ho portata con me nel caso non dovessi tornare, non ti avrei mai lasciata là. Ho deciso di iniziare il viaggio adesso per giungere a destinazione tra due giorni, in piena notte.-
- Non... dovessi tornare? Perché?-
- Voglio sapere perché i miei genitori o chi per loro ha deciso di cancellare parte della storia del Fódlan ed il titolo ai Blaiddyd... sento che c'è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo, ma non capisco perché. È strano da spiegare.-
- Quindi siamo scappati come due ladri solo per una tua "sensazione"? – Qualche secondo di silenzio. – Non cambierai mai, ed io continuo a starti dietro!- Ridacchiò, stringendo un po' di più le braccia attorno ai suoi fianchi.
- Scusami se ti ho rapita...-
- Non c'è bisogno che ti scusi, ti seguirei in capo al mondo.-

Il cammino proseguì per un altro po', finché la stanchezza non prese anche Benedikt e decise di fermarsi a riposare. Scese per primo, attaccò la lanterna ad un ramo ed aiutò Sera a scendere, poi legò il cavallo all'albero.
Si sedette ai piedi di esso ed invitò la ragazza ad unirsi a lui.

- Era proprio necessario mettersi a dormire qui? Non sappiamo cosa vi si nasconda... potrebbero esserci animali, cacciatori o, peggio, i mostri!-
- Non c'è nulla di cui preoccuparsi, – Sbadigliò, poggiando la nuca sulle mani intrecciate. – ti proteggerò. E poi non possiamo sostare negli ostelli, nessuno deve scoprire la mia identità.-
- Hai ragione... ma vivere in quel palazzo lussuoso mi ha abituata un po' troppo bene.-
- "Troppo bene"? Stai peggio di quando vivevi nel tuo villaggio.-
- Eh? Ma che dici?-

Lui non disse niente, si limitò ad afferrarla per le spalle ed a spingerla sul manto erboso fino a distendersi. Successivamente iniziò ad armeggiare con i bottoni della sua camicetta immacolata, facendola agitare.

- Sta ferma...-
- No, lasciami, cos'hai intenzione di fare?!-
- Shh, non gridare, o attirerai gli animali.-
- Certo che urlo, maniaco! Ti sembra  il momento di fare queste cose in mezzo ad un bo—-
- La maniaca qui sei tu, Sera.-

Il suo busto era completamente scoperto, pelle, seno e lividi in vista. Quelle macchie violacee erano vecchie e nuove, alcune più rosse, altre quasi bluastre. Gli occhi di ghiaccio del principe li fissavano quasi inespressivi e lei faticava a guardarlo in faccia, mortificata per avergli offerto visione tanto aberrante. Tentò di coprirsi e girarsi su un fianco, ma le venne impedito.
Benedikt avvicinò la mano alla sua pancia, ma la ritirò subito dopo.

- Perché non me lo hai detto...? – Il suo tono di voce era cambiato. – Ho sentito per tutto il tempo il tuo respiro pesante, pensavo saresti svenuta da un momento all'altro.-
- Non voglio essere un peso per te, hai già tante cose a cui pensare...-
- I miei capricci sono meno importanti della tua salute.-

Impose le mani a pochi centimetri dalla pelle tumefatta ed esse iniziarono ad illuminarsi di una tenue luce bianca. La magia curativa non era il suo forte, era più portato per quella offensiva, ma voleva aiutarla ad ogni costo, come lei lo aiutava ogni istante della sua giornata.
I lividi si asciugarono diventando più giallo-verdognoli ed il dolore che la ragazza stava provando meno insopportabile. Quel calore la stava facendo rilassare, si sentiva anche più calma, ma forse quell'effetto veniva più dal mago che dalla magia in sé.
Dopo qualche tempo Benedikt mormorò di non poter fare di meglio e l'aiutò a rivestirsi. Si guardò la mano aperta e fece scaturire qualche scarica elettrica che gli solleticò le dita... quella era la sua magia: fulmini azzurri capaci solo di devastare e radere al suolo ogni ostacolo. La chiuse e l'elettricità cessò.
Successivamente attirò Sera a sé e l'abbracciò; le carezzò la schiena, i capelli, i fianchi e lei non poté far altro che chiudere gli occhi e sentire i battiti del suo cuore contro il petto.

Fulmine Sanguinolento - Il Leone che si credette un'AquilaWhere stories live. Discover now