15 ; Nightingale

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Ksenia osservò la viverna nera sparire tra le nuvole che coprivano il cielo grigio, con la speranza di non essere stata ingannata da quell'uomo. Parlava in modo sincero, ma lei non riusciva a fidarsi totalmente a causa dei suoi occhi... erano uguali a quelli della donna che, per la prima metà della sua vita, l'aveva seviziata fino allo sfinimento. Sapeva che quel colore era stato rubato, eppure in lei continuava ad esserci un grande blocco.
Artemiya le si avvicinò, alzando anche lei gli occhi all'orizzonte.

- Maestà, dobbiamo partire il prima possibile.-
- ... Hai ragione, non c'è tempo da perdere. Non avrei dovuto soffermarmi sui miei sentimenti.-
- Per favore, non reprimete le vostre ansie e paure, vi farà male a lungo andare.-

La donna le sorrise e le appoggiò una mano sul capo tentando di rassicurarla. Quando era tornata da Shambhala aveva rubato più cristalli; uno lo aveva dato ad Aleksei, mentre un altro lo aveva tenuto per sé in caso di emergenza – per fortuna lo aveva fatto, o chissà quanto tempo avrebbero sprecato solo per i viaggi di andata e ritorno, il Fódlan era immenso e per spostarsi da una parte all'altra ci si mettevano sempre tantissimi giorni.
Le tre salutarono Mitja e poi la più anziana attivò l'oggetto magico, teletrasportando tutte ai monti Hrym, proprio in corrispondenza della grotta che conduceva nel sottosuolo. Ksenia era in testa e le teneva per mano entrambe – se si fossero perse nel buio, sarebbe stato un completo disastro; ma la donna, più proseguivano, più diventava timorosa. Stava portando due ragazzine nella tana del lupo, non poteva prevedere la reazione che avrebbe avuto suo padre alla loro vista. Sperava solo di essere ascoltata, che non facesse orecchie da mercante com'era solito quando non gli andavano bene i suoi discorsi.
Quando finalmente giunsero nel lungo tunnel con le pareti piene di tubi e le luci azzurre si accesero, Sera iniziò a guardarsi intorno stralunata, completamente confusa da tutto ciò che la circondava. Sotto la catena montuosa proprio accanto al suo luogo di nascita era davvero presente una cosa simile, oppure stava sognando?

- Rimaniamo vicine, anche se c'è luce è facile perdersi in questo labirinto.

In tutta risposta, la ragazza le si attaccò subito al braccio.
Artemiya era invece più tranquilla, lei era maggiormente a conoscenza della tecnologia agarthea grazie a Mitja, il quale ne sapeva molto a riguardo, ma doveva ammettere che, di persona, era tutta un'altra cosa e lo stupore non mancò.
Attraversarono la città distrutta ed entrarono nelle profondità della piramide. Ksenia deglutiva spesso ed aveva iniziato a sudare per l'ansia; davanti alla porta che la separava dal padre, aveva pensato di attivare il teletrasporto e fuggire dall'altra parte del globo, ma non poteva, la vita di suo figlio era in gioco, quindi finalmente si decise ad entrare.

Ciò che le si presentò davanti fu la solita stanza in cui prima passava le sue giornate in compagnia di Dedue. Era rimasto tutto immacolato, dal suo letto sfatto alla camomilla ancora in tazze e teiera, sembrava che, dopo la sua fuga, il tempo si fosse congelato lì.
Un suono provenne al di là della porta a sinistra e subito Sera passò a nascondersi dietro Artemiya – nonostante fosse molto più bassa di lei. Una figura scura si palesò al loro cospetto e la donna le si avvicinò subito, per poi abbracciarla.
La strinse forte ed essa ricambiò accarezzandole il capo.

- Mi sei mancata, Anaxagoras.

Quando si separarono, l'uomo che ebbero di fronte era diverso da quello incontrato ad Itha, ma alcuni elementi facevano presagire che fossero comunque la stessa persona.
Era abbastanza alto, la sua pelle talmente pallida e cadaverica da sembrare violacea, indossava un'armatura nera con alcuni dettagli dorati, il lungo mantello munito di una pelliccia di un magenta molto acceso ne accentuava l'imponenza. I capelli erano lisci, lunghi e neri con qualche ciocca bianca sporadica, l'occhio sinistro aveva quel particolare color ghiaccio, mentre il destro era completamente nero, entrambi avevano la forma identica a quelli del principe. Il viso era scavato e solcato da profonde occhiaie e segni dell'età non troppo marcati, il lato destro attraversato da crepe scure che proseguivano anche lungo il braccio privo dell'armatura.

Fulmine Sanguinolento - Il Leone che si credette un'AquilaWhere stories live. Discover now