capitolo ventisei

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sono sul letto, mi alzo per prendere il telefono e chiamare Arianna, per chiederle se le va di venire qui con me. sono passati ormai un po' di giorni da quando sono venute le altre a trovarmi, non sto molto bene oggi, mi mancano i miei, non posso chiamarli a causa del lavoro, praticamente gli occupa tutta la giornata e non riescono mai a rispondere tranne che la sera tardi. non so se l'ho detto già, ma in caso lo ridico, sono dei fotografi, lavorano a tempo pieno, non staccano mai, fotografano di tutto, posti, persone, insomma tutto il possibile, è un bellissimo lavoro si, però quando li chiamano fuori dall'Italia che mi lasciano da sola, mi mancano e anche tanto.

"ei tata dimmi"

"ti va di venire qui
da me?"

"vabene dieci minuti
e arrivo ok?"

"vabene ti aspetto
qui fuori"

"ok arrivo"

scendo e esco fuori, passando davanti alla cucina nella quale c'è una mensola con sopra un pacchetto di Marlboro rosse, le prendo e esco per aspettare ari, ne accendo una nel frattempo, oggi stranamente mi sento abbastanza bella rispetto al solito quindi decido di registrare un paio di Tik Tok anche se so che li terrò nelle bozze. non sono di buonumore come ho già detto, ma sorrido comunque, come sempre del resto, deve sembrare che ho una vita perfetta e che non mi manca mai niente, anche se so perfettamente che non è così. sento il rumore di un motorino parcheggiarsi e subito mi giro per vedere se è ari, mi sembra ovvio che è lei, allora scendo i tre scalini che ci separano e mi fiondo tra le sue braccia, con la sigaretta ancora accesa in mano. mi stacco di poco da lei e ricevo un bacio a stampo per poi vederla sistemarsi delicatamente il cappellino.

"oh e che fai ti fumi le Marlboro senza di me"
"te ne ho risparmiate due"
"sganciaaa"

le passo il pacchetto con due sigarette contate e l'accendino anche se so che già c'è lo aveva nella mitica borsa di tela che porta sempre con se. stiamo fuori ancora un po' per poi tornare dentro per il freddo e metterci sul letto con la coperta addosso.

"hai sempre freddo?" mi chiede sistemandomi bene la coperta sulle spalle
"un pochino" dico sincera.

mi prende i fianchi e mi abbraccia per scaldarmi ancora, resta così per tipo una decina di minuti mentre io affondo la faccia nell'incavo del suo collo e riconosco il suo profumo tra l'odore del fumo che prevale sulla sua felpa. socchiudo gli occhi e aspiro, mi perdo in quell'abbraccio, è diverso dal solito, sento qualcosa di più, fa strano insomma ari mi ama ok, cioè credo, spero,
ma è come se in questo abbraccio esistesse qualcosa di più dell' 'amare' se solo potesse esserci quel qualcosa di più.
mi sento a casa con lei, e solo con lei mi succede.

"meglio?" mi risveglio dai miei pensieri sentendo la sua voce interrompere il silenzio
"si" le sorrido, ma rimango con le braccia a cingerle la vita. "ti amo tanto sai"
"anch'io tata"

la situazione va avanti così almeno per un'altra decina di minuti poi mi sposto un po' da lei e le lascio un veloce bacio sulla fronte

"dove vai?" mi chiede vedendomi scendere dal letto
"arrivo" le rispondo uscendo dalla stanza per poi socchiudere la porta e lasciarla dentro sola. scendo le scale e afferro il caricabatterie che avevo lasciato sul tavolo la mattina, dopo che sono tornata da scuola, poi prendo un bicchiere di coca cola con del ghiaccio, non mi va nulla di alcolico, nemmeno di leggero, solo qualcosa di gassato per rinfrescarmi la gola. torno su e la vedo nella stessa identica posizione di prima solo col telefono in mano.

"vuoi un sorso?" chiedo vedendo che stava fissando il mio bicchiere come se ci fosse dentro oro fuso
"si grazieeeeee" le porgo il bicchiere tenendo però la faccia seria

mi mancano i miei l'ho già detto per caso?, vabbè non è mai troppo.

"ei che hai?" chiede vedendomi apputno un po' giù
"sto un po' triste ma nulla di che"
"nooo tata che haiii?"
"mi mancano i miei stanno fuori da tre settimane ormai"
"da quanto non ci parli?"
"un po', non posso mai chiamarli"
"ti capisco, però io non posso fare altro che stare con te quando non ci sono loro, sperando di rallegrarti un po' le giornate, so che non è facile, la distanza è una brutta bestia"

mi sdraio nuovamente accanto a lei e la stringo ancora con le braccia tornando nella posizione di prima. mi lascia diversi baci sulla testa e mi accarezza delicata i capelli, scompigliandoli un po'.

"vorrei riuscire a guarire le tue cicatrici"

mi sussurra nell'orecchio, rabbrividisco, ma non mi muovo di un millimetro. l'unica cosa che mi limito a fare è lasciarle un bacio sul collo e stringerla ancora più forte. lei fa lo stesso e nuovamente mi perdo in quell'abbraccio.
socchiudo gli occhi e immagino come sarebbe se non ci fosse lei. na merda.

________
'ma n'te rendi conto di quanto è bello
che non porti er peso del mondo sulle spalle
che sei soltanto un filo d'erba in un prato.
non te senti più leggero?
quel giorno in effetti, ho pensato che c'era qualcosa di incredibilmente rasserenante nell'esse solo un filo d'erba.
che non faceva 'a differenza pé nessuno e non c'avevo la responsabilità di tutti i mali del mondo.'
________ strappare lungo i bordi_______



*______spazio autrice:)_____*
concludo così perché non ho idee ;)
però so già come fare il prossimo

quel bar Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz