capitolo diciassette

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If I knew it all then, would I do it again?
Would I do it again?

mi sveglio la mattina dopo, sento il braccio che brucia, così mi alzo dal letto e lo fascio, per poi tornare sotto le coperte. col cazzo che vado a scuola, per rivedere quell'altra, anche no, per ora non voglio nessuno. riesco a richiudere gli occhi per poi risvegliarmi per l'ora di pranzo.
accendo il telefono e guardo le notifiche.

mamma♡

"oi, come mai c'è un
assenza sul registro?"

"nulla, tranquilla,
non sono stata tanto
bene stanotte e ho
deciso di restare a casa"

"sicura, tutto ok?"

"si tranquilla, tutto bene
domani credo che tornerò"

dopodiché scendo in salotto e cerco di mandare giù qualcosa, ma corro subito in bagno. mi ritornano in mente le parole di Arianna
'io ti accetto così, sei perfetta' una roba del genere aveva detto. una lacrima mi riga il volto e ripenso a quello che sto facendo, ma non rinuncio. insomma adesso non sono più perfetta per lei, non mi ama più, o almeno non stando ai fatti successi.
esco dal bagno e mi rimetto sul letto, ancora sfatto, a guardare il telefono. mentre mi tiro sul materasso sento arrivare una notifica. Arianna.
leggo ma non apro la chat.

"come mai non sei venuta a scuola?"
"se è per il fatto di ieri sera, scusami veramente, ti posso raccontare come è andata se vuoi, ci si vede anche piu tardi, mi va bene, quando vuoi tu, però perfavore ascoltami, io ti amo, non è nessuno quella di ieri sera, non so manco come si chiama, chi era."

poggio il telefono sul comodino e rifletto, se risponderle o meno. 
passano dieci minuti ma sembra un eternità, non resisto le devo rispondere troppo, anche io la amo anche dopo ieri sera, voglio chiarire le cose mi manca come l'aria. anche se non so cosa mi devo aspettare. riapro la home e clicco sulla notifica, si apre la chat e le scrivo

"si è per ieri sera"

aspetto una risposta, ma non legge fino a tardi. sono le quattro e mezzo di pomeriggio e finalmente risponde

"posso venire da te? possiamo parlarne? perfavore"
"vieni, ma vedi di avere una scusa plausibile"
"non è una scusa"
"ah no, giura?"
"vabè, arrivo"

tempo dieci minuti e sento il campanello, vado ad aprire, aveva la felpa come quella che mi ha regalato, subito mi bacia.

"che fai?"
"ti amo"
"spiegami di ieri sera e basta"

entriamo e saliamo in camera, sul letto. la vedo che mentre parla mi fissa i polsi e ogni tanto cerca di sfilare la fasciatura, per vedere se c'è ne sono di nuovi.

"la smetti di toccarmi perfavore"
"o ma sei così fredda sempre"
"no, ma mi sono rotta il cazzo"
"de che"
"di essere portata per il culo"
"ma non ti sto prendendo per il culo"
"ah no, e come me lo spieghi allora che ieri sera mi parlavi come se non ti ricordassi nemmeno che stessimo insieme"
"ero ubriaca basta, perfavore, quando bevo sono tutt'altra persona, ma io ti amo, e non ho mai smesso, la tipa di ieri sera, non so niente di lei, ero stra andata non riuscivo nemmeno a stare in piedi, appena sono arrivata a casa sono stata di merda, puoi chiederlo anche a Marco e Ale, se vuoi, ho chiamato loro per chiedergli se mi potevano prendere qualcosa per il mal di testa, poi ho scritto di nuovo a ale che mi aveva parlato di questo, ma mi ha detto che sarebbe stato inutile scriverti o chiamarti subito perché tanto non avresti risposto, così l'ho fatto il prima possibile oggi, e ora sono qui a spiegarti come sono andate le cose, sperando che tu mi ascolti, e che mi credi, perché per una volta sto dicendo la fottutissima verità, e mi devi credere, perché ti amo e non ti voglio perdere"

pronuncia tutto d'un fiato.

"però lo rifaresti vero?"
"no."

dive secco.

"va bene ma per ora ho bisogno di pensare un po'  prima di qualsiasi altra immaginabile relazione."
"quanto tempo vuoi?"
"non lo so, ora lasciami stare per un po', poi vediamo"

so già che tempo due giorni, nemmeno, e le riscriverò dicendo che mi manca da morire e voglio tornare con lei.

"ti prego però credimi"
"sisi ti credo, ma ora come ho già detto ho bisogno di pensare"
"va bene, appena hai finito il tuo ripensamento scrivimi però"
"sisi"

mi lascia un bacio sulla fronte e io socchiudo gli occhi, mi mancano i suoi baci, poi si allontana da casa mia.
chiamo subito ale e gli chiedo se può passare un attimo, ormai lui sa tutto di me, mi aiuta sempre, con questi problemi, mi capisce davvero, perché anche lui ci è passato molte volte.

"arrivo"

lo aspetto, appena arriva lo faccio entrare e ci sediamo sul divano.

"che è successo con ari?"
"come fai a sape che era qui?"
"me lo ha detto, e probabilmente mi riscriverà tra poco per chiedermi se ti ho parlato anche io"
"ah ok"
"dai che è successo?"
"le ho detto che avevo bisogno di pensare ma mi manca già un botto, non riesco a stare senza di lei, mi ha detto che mi ama sempre e che ieri era solamente ubriaca, però non riesco comunque a non pensare a quel momento"
"lascia stare, adesso prova a distrarti un po'"
"non riesco"

in quel momento sento vibrare il telefono di ale e subito punto lo sguardo sullo schermo

"sei con lei?"
"come sta?"
"mi manca"
"diglielo"
"mi manca tantissimo cazzo"
"che ho fatto"

vede che sono distratta dal suo telefono così lo prende e lo mette in tasca, senza nemmeno guardarlo.

"lasciala stare ora, ok?"
"non mi riesce cazzo, lo capisci"
"si ma calma, non è nulla, te l'ho detto risolverete"
"è colpa mia, perché io mi fido di lei, e perché sono io che le ho detto che dovevo pensarci invece che tornare subito tra le sue braccia, mi manca, le voglio scrivere ma sembrerei troppo sottona, quindi non lo faccio, però dopo sembro troppo menefreghista della serie 'non me ne frega nulla di lei, chi la vuole più vedere' ma non è così, voglio tornare con lei, voglio baciarla, voglio coccolarla, voglio passare le giornate con lei, e tutto ciò che si faceva prima, voglio che continui a fasciarmi i polsi, che mi dica di mangiare quando non lo faccio"
"i polsi?"

ale sapeva tutto di me tranne quello, ho sempre cercato di nasconderglielo perché sapevo che si sarebbe arrabbiato, e ora sono presa dal panico, perché lo ha scoperto.

"ho sbagliato, non volevo dire quello"

mi prende il braccio e tira su la manica della felpa, poi scopre la fasciatura.
vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime, gli stessi occhi di arianna quando l'ha scoperto.

"ale, mi dispiace, ho provato a non farlo più, ma non mi riesce, sono troppo sensibile, troppo vulnerabile, potrei fare di peggio se non ci fossi tu qui ad aiutarmi sempre, perfavore non te ne andare anche te"
"grè ma che cazzo hai fatto?"
"mi dispiace ti prego prova a metterti nei miei panni, non riesco mai ad accettarmi per quello che sono, continuo a perdere amici e ricevo continuamente insulti per il mio aspetto fisico, cosa dovrei fare, tagliarmi i polsi era il minimo"
"non risolvi niente così"
"lo so, me lo ha detto anche Arianna"
"la lasci stare per un momento, cazzo"
"non mi riesce porco due"
"dammi tutte le lamette che hai un casa ora"
"no"
"Greta, dammele"
"no"
"hai rotto il cazzo, dammele punto"

mi metto piangere come una bambina quando non vuole buttare via un giocattolo rotto.
mi abbraccia forte e cerca di consolarmi.
mi aiuta ad alzarmi e gli do tutte le lamette.
me lo devo promettere da sola che non lo faccio più.

"sono tutte?"
"dovrebbero"
"no, dimmi la verità, sono tutte?"
"si"
"guardami"
"si, sono tutte, rispondi ad Arianna adesso"
"oddio mio, ora no"
"dai ti prego, mi manca, glielo dici perfavore"
"scrivigli te"
"no"
"perché no?"
"perché no."
"siete troppo simili"
"allora? glielo scrivi?"
"si ma non ora"
"quando"
"dopo"
"si ma fallo eh"
"sisi"

torna a casa e io esco per distrarmi, infilo la felpa di ari, e mi fermo un poco a annusarla, madonna quanto mi piace il suo profumo. prendo lo skate e vado a un parchetto, vicino a casa mia. è sempre vuoto, per questo mi piace, prendo le cuffiette dalla tasca, mi siedo sull'altalena e mi immagino una vita felice, senza nessuno dei problemi che ho adesso. tra le braccia di ari. solo lì sono felice.

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