Ad aprire la porta c'era ovviamente Uraume. Non appena la vide, chiuse gli occhi e trasse un profondo sospiro.
"Buonasera" mormorò Y/N, a disagio. "È casa sua?"
Sukuna scoppiò a ridere. "Ma allora vuoi proprio farti odiare" esclamò, sedendosi su una sedia in mezzo al salotto a gambe aperte. "Uraume può permettersi di meglio di questa topaia".
"Scusate" ribatté lei, irritata. "Non pensavo che vivere in periferia fosse motivo di vergogna". Abbassò la voce, sedendosi vicino all'uomo. "Dopotutto veniamo tutti da qui, no...?"
Lui si voltò verso di lei, colpito. "Non posso darti torto". La seguì con lo sguardo mentre cercava con gli occhi un posacenere. "Fuma pure" le concesse. "Portale un bicchiere, Uraume".
L'assistente filò nel cucinino dietro di loro. Con quello che sembrava costargli un immenso sforzo, prese una ciotola di vetro e la posò sul tavolino di fronte a loro.
Y/N aveva una decina di domande che le frullavano nella testa. Innanzi tutto: perché l'aveva portata lì? Pensava volesse solo allontanarla dai due uomini. E poi, di chi era quella casa? Se Sukuna aveva davvero tanti appoggi in giro per Tokyo, perché si ostinava a vivere col fratello?
Optò per tenersi per sé le domande ed aspettare che qualcuno iniziasse a parlare. Frugò nella borsa alla ricerca dell'accendino.
Uraume tossì insistentemente quando sentì il fumo della sigaretta pervadere il salotto. "Ho mandato due uomini a cercare il suo obiettivo" li aggiornò, visto che il suo capo non sembrava aver intenzione di iniziare alcuna conversazione. "Dovrebbe farmi un identikit più accurato. Mi chiedono di riconoscerli fra queste foto".
Y/N alzò le sopracciglia. Era passato forse un quarto d'ora, e già Uraume era riuscito ad attivare una rete del genere? Ma chi cazzo era?
Prese il tablet che l'uomo (l'androide, meglio) le stava porgendo. Scorse qualche foto, fino a trovare gli uomini che l'avevano importunata quella sera.
"Sono que-"
L'altro le strappò il tablet di mano, congelandola con lo sguardo. "Perfetto. Mando subito l'aggiornamento".
"Perfetto sì" commentò Sukuna, stiracchiandosi. Portò due dita ad allentarsi la cravatta.
"Hey, piccola. Accendimi una sigaretta, ti va?"
Y/N portò meccanicamente le mani al pacchetto. Era vuoto.
"Ho solo questa" commentò, allungandogli quella che stava fumando. Lui le prese il polso, alzandolo verso di sé. Appoggiò le labbra alle sue dita ed aspirò profondamente.
'Oh, Kami. Aiutatemi'.
"Allora, penso che dovrei spiegarti un paio di cose" cominciò lui, sbuffando il fumo e appoggiando i gomiti alle ginocchia. "Innanzi tutto, questa non è la casa di nessuno. È una... Zona franca, diciamo".
Y/N annuì, anche se non aveva capito nulla.
"Quei due uomini non mi piacciono. Il fatto che tu non li abbia mai visti prima di quella sera, e che ci abbiano seguiti al tempio..." fece un gesto vago con la mano "magari non c'è motivo di preoccuparsi, ma sempre meglio andarci con i piedi di piombo. Non credi?"
La ragazza no, non credeva. Non riusciva a capire perché vedere due volte le stesse persone gli provocasse quel tipo di agitazione. Tenne per sé quel commento, e gli fece cenno con la testa di andare avanti.
"Non ho portato mio fratello e la sua ragazza con noi perché non voglio che li colleghino a me. Non finché non si sa ancora, ecco".
"Ah, non perché la P1 ha solo due posti...?"
Lui alzò un sopracciglio. "Cerchiamo di essere seri?"
Y/N roteò gli occhi. Portò di nuovo la sigaretta alle labbra, per poi porgergliela. "Perché non vuoi che colleghino tuo fratello a te?"
"Per proteggerlo" continuò lui, fra una boccata di fumo e l'altra. "Sarebbe stato intelligente che non vedessero nemmeno noi due insieme, ma quella sera ho dovuto intervenire per forza, e questo è quanto".
Y/N si strinse nelle spalle. "Non vuoi che ti vedano con me? Ti crea... Disagio? O è per l'immagine?"
"L'imma- Oh, santo dio" esclamò lui, esasperato. "Ma hai qualcosa in quel cervello, o sei solo scema?"
Uraume si affacciò un attimo dalla cucina, lo sguardo saccente rivolto verso il suo capo, come se si stupisse che ci fosse arrivato solo in quel momento.
"Ci sono delle persone a cui non sto particolarmente simpatico" cercò di spiegare, prendendola alla larga. "Sono convinto che quei due ti abbiano importunato quella sera per..." prese un respiro. "Per vedere se sarei saltato fuori ad aiutarti. Probabilmente volevano vedere dove abitassi".
La ragazza corrugò la fronte, pensosa. "Il fatto che Uraume mi porti sempre a casa con la Mustang non aiuta, lo sai vero...?"
"Ormai avranno capito dove abitate" la interruppe l'androide, esasperato. "Penso che al capo ora interessi farsi vedere a casa vostra il meno possibile, finché non ha capito veramente cosa vogliano quegli uomini. Mi corregga se sbaglio" concluse, voltandosi verso Sukuna.
"Esatto. Non potevo spiegarlo meglio" asserì lui.
"Scusami" chiese lentamente lei, cercando di soppesare le parole. "Non riesco a capire perché..." si bloccò, la frase a metà. Cercò di ignorare le occhiate di puro disgusto dell'assistente. "Voglio dire, il tuo lavoro..."
"Ma ti stai chiedendo perché un broker di borsa prenda tutte queste precauzioni. É così?" Sukuna si sporse verso di lei. Le tolse la sigaretta dalle dita, aspirò profondamente e gettò il mozzicone per terra.
"Sei intelligente, piccola". Si abbassò alla sua altezza e scoprì i canini in un sorriso gelido. "Ma facciamo che per stavolta ti fidi e basta, va bene...?"
Y/N si incollò allo schienale della sedia, spalancando le palpebre. Ebbe la forza di annuire debolmente.
Ecco, ora il Sukuna della realtà si stava fondendo un po' troppo con quello del sogno. Era così certa che fossero due entità divise? Ed era davvero sicura di non stare sognando?
Si diede un pizzicotto, attenta a non farsi vedere. No, il dolore lo sentiva ancora.
L'uomo, soddisfatto della reazione della ragazza, si alzò in piedi per raggiungere il suo assistente. Lanciò un'occhiata all'orologio. "Allora, che ti hanno detto Geto e gli altri?"
Y/N sputò un polmone. "G-Geto?!" si voltò di scatto verso di lui. "Tu... Sei in contatto con... Geto? Getu Suguru?"
"M-mh" mormorò lui, senza prestarle particolare attenzione. "Lo cono..."
Un attimo di realizzazione e si voltò verso di lei, un sorrisetto compiaciuto dipinto in faccia. "Ma certo che lo conosci! Uraume, figlio di puttana, me ne ero dimenticato!"
Y/N si alzò e si voltò verso di loro, lo sguardo spaventato. "Ascoltami". Non sapeva nemmeno lei dove stesse prendendo tutto quel coraggio. "Io mi sto fidando di te, ti ho seguita fin qua in un posto che non conosco perché..." si morse la lingua "per Yuji, ma così come tuo fratello per te é... Satoru..."
Le venne un groppo alla gola. Abbassò gli occhi, e non vide Sukuna fermare Uraume appoggiandogli una mano sul petto. La raggiunse e le prese il viso fra le mani.
"Hey. Hey" ripeté, obbligandola ad alzare lo sguardo. "Non so cosa pensi tuo fratello di me, ma tu in questo non c'entri niente. Intesi?"
Y/N strinse le palpebre. No, non doveva lasciarsi influenzare in questo modo. Non potevano bastare quelle mani a cancellare il suo orgoglio.... O no?
Si fece forza, e si divincolò dalla presa. "Vorrei tornare a casa" biascicò, incerta. "Se siamo al sicuro".
"Fammi vedere cosa ha risposto Geto, e ne riparliamo. Uraume?"
L'assistente gli fece cenno di seguirlo. La ragazza si sedette di nuovo sulla sedia, sconfitta.
Ne approfittò per controllare il telefono. Yuji non le aveva ancora risposto: brutto segno. Di solito era super tempestivo.
Che non gli piacesse la situazione? Beh, come biasimarlo. Non piaceva neppure a lei.
Se lo si guardava dall'esterno, era un rapimento a tutti gli effetti. L'aveva trascinata su una macchina, portata in un posto che non conosceva da un tipo che la odiava. E non la faceva tornare a casa.
E, per di più, era senza sigarette. 'Che cazzo'.
Che poi, cosa significava quel "per ora fidati"? Non era un broker?
Ma no, Inumaki lo conosceva. Faceva parte sicuramente della finanza. Ma allora, come spiegava... questo?
Le tornarono alla mente le parole del fratello, e le salí un nodo alla gola.
'Quindi, ecco dove era finito Geto. Con il suo ex peggior nemico' rifletté. Avrebbe dovuto raccontarlo a Satoru, questo era scontato. Per il resto, avrebbe tenuto la bocca chiusa anche con Yuji, se necessario.


Just wanna smash his faceWhere stories live. Discover now