Boromir

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"Dannato, dannatissimo stregone" pensavo mentre scendevo infuriata gli scalini di pietra che conducevano agli archivi di Minas Tirith.

"E stupida me! Perché? Perché devo sempre dirgli di sì ogni volta che mi chiede un favore" continuai a recriminare mentalmente. Ero così presa dalla mia sfuriata che, girando un angolo,  non feci in tempo a fermarmi e andati a sbattere contro un petto. Molto solido. Visto il mio slancio acquisito nella discesca l'impatto mi fece cadere all'indietro ma due braccia forti mi sostennero alla vita impedendomi di schiantami di schiena sugli scalini.

Alzai gli occhi spalancati e dovetti sbattere le palpebre un paio di volte prima di renderemi conto che non era Faramir che mi stava davanti anche se gli somigliava parecchio. Era più robusto, i lineamenti più severi e lo sguardo duro anche se in quel momento era più sorpreso che altro. Poi mi resi conto che praticamente mi stava abbracciando e arrossii. Se ne rese conto anche lui e tolse le mani di scatto. Vacillai lievemente alla perdita di sostegno, ma ormai avevo i piedi a terra.

"Mi scusi, mia signora"

"Mi scusi lei, mio signore, non guardavo dove andavo"

"Boromir per servirla" disse presentandosi con un leggero inchino e sbiancai leggermente. Ero andata a sbattere contro il figlio maggiore del Sovrintendente. Ecco come mai assomigliava così tanto a Faramir.

"C...Carnir" riuscii a balbettare in risposta

"Cosa fa negli oscuri archivi di Minas Tirith un'incantevole dama come lei?" chiese diretto con un sorriso ironico

"Sono una amica di Gand...Mithrandir, mi ha chiesto se potevo cercare delle informazioni su vecchi fatti mentre lui era impegnato altrove" risposi mentre sentivo nella mia teste le parole che mi aveva rivolto lo stregone: "Non dire a nessuno, nessuno!,  che cerchi più informazioni sull'Anello! A nessuno!" ed era un mese che passavo le giornate negli archivi senza trovare niente.

"Non sembrate una studiosa" disse lui, studiandomi con uno sguardo lento, sornione. Mi sentii rabbrividire, ma non era paura. Lo studiai a mia volta. I capelli neri erano tagliati sopra le spalle larghe. Era molto più muscoloso di Faramir (che ogni tanto incontravo negli archivi), la postura mi indicava che era un soldato e uno sguardo alle mani mi rivelò i calli che indicavano un uso regolare della spada. Non gli sfuggì il mio sguardo calcolatore e un piccolo sorriso gli increspò le labbra.

"Forse" mi ricordai di replicare "Ma lo sono. Ora, se non le dispiace, andrei negli archivi a continuare il mio lavoro"

Lui mi porse il braccio: "Posso avere l'onore di scortarla?"

"Con piacere" risposi pregando di non arrossire. Era estremamente attraente, non potevo negarlo.

Notai che nell'altra mano aveva una pergamente arrotolata così per distrarmi dal battito furioso del mio cuore dissi: "Confido che abbiate trovato quello che cercavate?"

"Sì, una mappa della strada che dovrò percorrere per il mio viaggio al Nord" drizzai le orecchie

"Io vengo dal Nord" mi lasciai scappare

Lui mi lanciò uno sguardo: "Ecco da dove viene il vostro accento" sorrise "Non riuscivo a piazzarvi. Magari...siete per caso famigliare con Imladris e la strada per arrivarci?" chiese e mi trattenni a stento dal sussultare

"Sì, ho percorso la strada in senso inverso venendo qui" risposi senza dire era Imladris era praticamente la mia seconda casa, oltre alle terre selvagge.

"Allora forse potreste aiutarmi su alcuni...punti del cammino?" propose mentre stavamo arrivando alle pesanti porte degli archivi.

"Volentieri, le mie conoscenze le potranno essere utili" replicai

One Shots da Valinor alla Terra di MezzoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt