XXIII Verso Sigillato: La Grande Caccia [Parte 1]

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Limha ci descrisse i dettagli della missione. Il succo era questo: lui e il suo gruppo sapevano già dove si trovasse la tana dell'ombra ed era lì che ci aspettavano, noi avremmo semplicemente dovuto cooperare con loro e poi il compenso si sarebbe diviso equamente, questo dipendeva da quanto avrebbe fruttato il corpo della gigantesca lucertola.

La maggior parte del gruppo di caccia veniva dal Nido, il capovillaggio si era prodigato affinché quella maledetta bestia fosse finalmente abbattuta e solo per questo c'erano in palio cento monete d'oro. Vedendo il mulo e Limha esausti mi offrii di portare parte del carico e più camminavamo più le spalle mi si appesantivano con borse e bisacce. L'uomo dall'ampio cappello di paglia e dall'igiene discutibile rimase senza parole. Portavo con me quasi venticinque chili di carico e non mi ero riposato neanche un istante. Era stato un cambiamento impercettibile per me ma ora ero certo che aver assorbito il secondo verso sigillato mi avesse reso più forte. Però quello era il mio limite, probabilmente Kainé ne avrebbe potuti portare cento di chili se non di più. Dopo quattro ore di cammino anche Limha si arrese e salì in groppa al mulo già stracarico, la povera bestia non emise alcun gemito e continuò tranquillamente lungo il sentiero roccioso. Tra Limha intento a riprendere fiato ed io che cercavo di non inciampare su nessuno dei sassi disseminati per la strada l'unico fresco come una rosa era Weiss. Si piazzò davanti alle orecchie del mulo, giusto dietro una serie di borse contenenti pezzi di legno e metallo, ebbe pure la sfrontatezza di prendersi un telo a mo' di coperta. Cosa da prenderlo e buttarlo in una tana di mangia-carta. Una volta sistematosi domandò a Limha: -Quindi affermi di provenire dal quel borgucolo del Nido, però non ne dimostri i tipici stilemi comportamentali, giustificamelo.-

Già io faticavo a seguirlo dopo settimane, non immaginavo la confusione di Limha. Provai a fermare la conversazione ma non ce ne fu bisogno. L'allegro portatore di cappello rise a crepapelle indicando Weiss: -Come fai? ahahahah! Troppo magico! Questo è un... com'è che si chiamava?- mimò con la mano un pupazzo che parlava e Weiss intuì: -Affermi che il ragazzo sia un ventriloquo? Quindi la mia voce sarebbe il risultato di un'alterazione della sua? Così come i miei movimenti sarebbero una mendace illusione da quattro soldi?-

Limha rispose: -Sì- a trentadue denti, convinto che Weiss gli stesse davvero ponendo una domanda. Alzai il braccio e afferrai Weiss per la copertina rischiando uno stiramento (quando hai trenta chili sulle spalle quest'azione non è poi così facile, ve l'assicuro): -Senti, ogni volta che gli vuoi dire qualcosa prima la dici a me e poi io lo dico a lui, dì di sì se hai capito.-

-Ti rendi conto di aver utilizzato quattro volte lo stesso verbo quando esiste una pletora di sinonimi atti a non reiterare il medesimo verbo in una proposizione?-

-Eeeeehmm, credo di aver perso il filo- ammisi e ripresi a camminare prima di rimanere indietro.

Weiss mi parlò all'orecchio: -...- quindi io chiamai Limha tentando di tradurre l'obbrobrio che avevo sentito: -Ascolta... no niente, non ho capito, aspetta un secondo.-

Weiss ripeté il messaggio in maniera ancora più contorta ma neanche mi arrabbiai: -Ok, chiede: perché sei così carino con noi anche se siamo... beh siamo noi, sai i capelli bianchi e tutto il resto.- 

Scambiai velocemente lo sguardo col mio amico volante che non era troppo infastidito dalla traduzione. Già un bel passo in avanti.

Tergiversò qualche istante prima di dire le cose come stavano: -Noi guardiamo solo agli affari, dove vanno i soldi andiamo pure noi sì, sì... eeee sì. Grande stregone, grande bottino, ahahahaha- però rise solo lui. Si ammutolì e riprendemmo la marcia. Per fortuna eravamo quasi arrivati. La "fortuna" sta nell'averci messo solo 4 ore, altrimenti il mio naso si sarebbe suicidato per saturazione da odore di ascelle, Limha poteva avere tante qualità ma "igiene" non figurava fra queste. In fondo alla vallata un'immensa muraglia di roccia si stagliava davanti a noi come un confine invalicabile: eravamo arrivati al confine ovest delle pianure settentrionali. In mezzo a quella muraglia impenetrabile vi era un solo e gigantesco varco dal quale anche quella lucertola mostruosa sarebbe potuta passare. Non serviva chissà quale intuito per capire che quello era il posto giusto. Ci dirigemmo poco più a sud del varco, in una nicchia naturale dove un gruppo di avventurieri aveva piazzato un campo con tanto di fuoco e tende: era il resto del gruppo di cacciatori. -Sarà un bene che il mio libro parlante si presenti così?- chiesi a Limha, solo che la sua risposta, un po' farfugliata fu: -Bene? Certo che è un bene! Stregone, tu... cioè lei è in casa sua come fosse, niente male, tutto è un bene, sì, sì.- 

NieR Replicant: Le Cronache BiancheWhere stories live. Discover now