XXI Verso Sigillato: Un Riflesso che Permane nel Tempo

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-Bene, Weiss. Ora come ce ne andiamo?- domandai ancora stordito e prima di rispondermi mi fece una domanda a sua volta: -Dimmi ragazzo, ti senti in forze?-

Mi tastai le spalle chiedendomi a che pro: -Sì, penso bennnnn... AHIA!- Weiss succhiò sangue dalle mie vene come mai aveva fatto, scese in profondità, in una volta sola neanche stesse cercando di sparare cento proiettili uno di fila l'altro. Il bello è però che non accadde assolutamente nulla, perlomeno all'inizio.

-Embè? MI hai dissanguato per cosa?- giustamente recriminai io.

Lui salì su un pulpito virtuale e cominciò con la sua predica-Uomo di poca fede, dubiti forse dell'operato del potente e onnisciente Weiss?-

Ormai avevo capito che questo era il suo solito modo di fare e ci rinunciai a raddrizzarlo, cominciò così a spiegare il tutto nel modo più ampolloso possibile: -Avendo guadagnato l'essenza di una novella ombra maggiore la mia pletora di versi sigillati si è arricchita di un'unità. Necessità di una maggior mole di emoglobina rimpetto al precedente, ne convengo, suvvia però fermati a cogitare sulle possibili applicazioni di cotale arcana conoscenza.-

Ero in procinto di svenire un'altra volta, poi Weiss usò il nuovo verso sigillato appreso dall'ombra-robot e... fu uno spettacolo incredibile, ed inquietante allo stesso tempo: un'enorme mano nera costituita da sangue ridotto a fili, di cui pochi filamenti erano rossastri, uscì fuori dalle pagine di Weiss come niente. Sarà stata lunga cinque metri, ma non era la sua mole ad intimorirmi, ma proprio la mano nel suo complesso. Ricordo benissimo quando andai a salvare Yonah al santuario perduto, a fare da guardia al tetto vi era una mano esattamente uguale a quella che ora avevo davanti. C'era un collegamento fra le due cose? Grimoire Weiss non poteva essere il creatore di quel verso sigillato, ma se c'è qualcun altro a poterli usare allora quello può essere solo Grimoire Noir. Più raccoglievamo pezzettini più mi accorgevo che la canzone degli antichi forse aveva più vero di quanto immaginassi.

Grazie a quella mano oscura Weiss fece calare un ponteggio d'acciaio così saremmo potuti tornare indietro agilmente, lo dovetti fermare però.

-Fai scendere anche l'altro- ordinai indicandoglielo sul lato opposto. Riluttante comunque non mi negò questo desiderio. Non potevamo ancora andarcene senza prima aver trovato la madre di Jacob e Gideon, o almeno quello che ne rimaneva. Non potevamo fare molta strada visto che i corridoi verso dove stavamo andando erano crollati l'uno sopra l'altro, cosa superflua visto che accatastati su quelle macerie c'erano due corpi. Combattuto se accelerare o rallentare il passo, mi sentii un bambino impotente.

-Ragazzo.-

Weiss continuò a parlare nonostante il mio sguardo non si spostasse da quei due corpi in lontananza: -Non ci devi andare per forza.-

Forse era per il discorso della condivisione delle menti, o qualcosa del genere, ma mi parve di sentire in Weiss una tristezza così simile alla mia.

-No, lo devo fare, ne ho bisogno- risposi attorniato da un turbinio di emozioni contrastanti. Non c'era una direttrice unica nel mio cuore, solo tante onde che si scontravano fra loro in un mare infinito. Accelerai il passo e le figure si facevano più nitide ai miei occhi, una debole lucore filtrava tagliente da oltre le macerie illuminando una scena che pareva un quadro. Qualcosa che sarebbe potuta essere lì da un secondo o da mille anni e nulla sarebbe mai mutato. La pozzanghera di sangue a terra era secca, il corpo di una donna era adagiato su un pilastro mentre quello di un uomo era sepolto dalla vita in su dai detriti. La guardai, pallida come la mia pelle e con gli occhi spenti, immobili. Mi inginocchiai per contemplare il suo viso, era diversissima da mia madre: coi capelli crespi di un nero identico a quello dei figli, mani grandi ma viso rotondo con occhi grandi. 

NieR Replicant: Le Cronache BiancheWhere stories live. Discover now