XIX Verso Sigillato: Una Croce che solo Io posso Portare

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[Rilevato umano, settore 0, corridoio 679, 3°porta, stanza B]

[Elaborazione contromisure... schierare il lanciagranate, rischio pericolo avvicinamento al nocciolo centrale]

Contemporaneamente...

Un pigolio riecheggiava e vibrava sui tubi di metallo, per poi ritornarmi alle orecchie. Leggero e sottile era quasi impercettibile, ciò nonostante il suo frastuono copriva ogni pensiero della mia mente. Arresomi a quell'eterno caos non potei far altro che svegliarmi. 

Ero certo di aver schiuso gli occhi, allora perché vi era ancora il buio. Il pigolio della fabbrica sotto di me era ritornato ad essere solo un rumore di sottofondo. Chiamai Weiss ma rimasi meravigliato di come la mia voce fosse rauca e flebile, la gola bruciava al minimo sforzo, braccia e gambe erano intorpidite, avevano consistenza di fango ma peso di granito.

-Ragazzo? Ti sei destato? Le funzioni sinaptiche sono normalizzate?-

-Allora sei qui Weiss- lo richiamai io. Vidi un'ombra quadrata svolazzarmi intorno ma definirla era impossibile. Per un attimo ebbi il timore di trovarmi ancora dentro un incubo e che quello davanti a me non fosse Weiss ma Noir. Il libro nero. 

Tutto fu fugato da una timida luce intermittente che brillava fioca in lontananza. Non era certo abbastanza forte da permetterci di vedere ma almeno riuscii a riconoscere il bianco della faccia del mio amico (faccia tra molte virgolette). 

-È l'unica luce quella?-

-Alterna stati di attivazioni e di spegnimento ogni circa trenta minuti- rispose puntale. Nelle sue parole qualcosa non mi tornava, il cervello stava ancora carburando quando notai quanto la mia faccia fosse sporca di olio ormai solidificatosi. Aveva detto circa, quindi quante volte aveva visto la luce accendersi o spegnersi? 

-Weiss, da quanto tempo quella luce si accende o si spegne?- gli chiesi temendo già la risposta. 

-709 minuti, non avrebbe molta rilevanza scendere anche ai secondi nel tuo caso.-

Strinsi denti più nervoso che mai. Sentivo lo stomaco ruggire e le palpebre già esauste. Per la rabbia lo rimproverai: -Diavolo! Perché non mi hai svegliato?! Che ti dice il cervello?!-

-Il corretto riposo è necessario per la tua specie ragazzo. Sei già fortunato a poterti definire vivo- stava cominciando a scaldarsi anche lui ma un velo di preoccupazione era evidente nella sua voce. -No invece!- gli urlai.

Una delle prime cose che ti insegnano a caccia è come uccidere la preda e solo con le prede facili si riduce tutto ad una freccia nella coscia o ad una in fronte. Per le più ambite è necessario sfiancarle, farle perdere sangue e impedirle il nutrimento. Si aspetta che la bestia sia sufficientemente stanca per poi infliggerle il colpo finale. Normalmente un animale pensa a riposarsi quando è esausto, convinto che ciò basti a riprendere quel poco di forze, ma il sangue non torna indietro senza essersi nutriti e si è feriti il sangue continuerà ad uscire imperterrito. Se ci si muove sperando di cacciare allora le proprie vene si svuoteranno di sangue, se invece si decide di aspettare che le ferite si rimargino allora sarà troppo tardi poi per avere le forze di cacciare e l'animale morirà in ogni caso. 

Un caso non molto diverso dal mio: ero malnutrito ed esausto. Quanto sangue aveva consumato Weiss per distruggere i robot? Nonostante il riposo durato più di dieci ore il mio corpo non era affatto ristorato e sentivo ancora dentro di me delle schegge di ferro che si facevano strada come sanguisughe. Quanto tempo mi rimaneva prima di crollare?

-Fa niente- non avevo nemmeno la forza per essere infuriato, non potevo permettermi di sprecare le forze così. -Sono stato uno scemo a sottovalutare questo posto, d'ora in poi non ripeterò lo stesso errore, non mi farò colpire neanche una volta da quelle scosse elettriche- dichiarai.

NieR Replicant: Le Cronache BiancheWhere stories live. Discover now