II Verso Sigillato: Il Cinghiale Nero

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[Dall'autore: Come state? Se siete qui a leggere significa che non avete molto di meglio da fare o magari siete presi dai vostri problemi, come il sottoscritto, e vi va di staccare un po' la spina. Niente di meglio allora! Qui troverete cose leggere come morti a profusione e drammi esistenziali, ce n'è per tutti! Se invece volete solo sfogare la vostra disperazione lo spazio nei commenti in fondo al capitolo sta lì apposta]

Ne vidi cinque o sei di montoni venire squartati dalle zanne di quel cinghiale nero. Il gregge si disperse in preda al terrore, tentai di dileguarmi anch'io ma non potevo reggere il confronto con la velocità di un ovino, dovevo trovare un posto dove nascondermi. Mi guardai intorno: il ponte? (no), un albero? (nemmeno). Udii lo zampettare di un montone che fuggiva all'impazzata, correva verso di me, mi scansai all'ultimo. Il gregge si stava riorganizzando per fuggire verso un'unica direzione: l'altopiano roccioso. Il cinghiale non poteva salire sulla pareti di roccia e nemmeno abbatterle, dovevo arrivarci a tutti i costi. Passai in mezzo al gregge in fuga arrivando a pochi metri dal cinghiale ancora imbizzarrito mentre colpiva tutto ciò che gli capitava a tiro. Rischiai di finire infilzato o sbalzato via decine di volte, l'obiettivo era proprio di fronte a me. Misi il piede nella prima rientranza ma scivolai immediatamente. La paura sembrò stringersi intorno alla mia gola, il sangue ora mi premeva la testa furiosamente. Mi girai indietro: il cinghiale non mi aveva ancora mirato. Riprovai. Usai sia braccia che gambe, le ginocchia nude che strisciavano contro gli spigoli di pietra facevano male ma nulla in confronto a ciò che mi sarebbe toccato se fossi finito sotto le mire di quella bestia del demonio. Prima che potessi accorgermene ero già a tre o quattro metri da terra. Ormai erano in pochi tra i montoni ad essere rimasti indietro, il cinghiale era ancora in mezzo alla pianura a setacciare altre potenziali vittime, come un assassino affamato di sangue, aveva l'indole di un lupo famelico. Gelido fu l'istante in cui i nostri sguardi si incrociarono, mi penetrò dentro come una lama affilata di ferro. Caricò contro la rupe rocciosa incurante di essa, tutto pur di farmi cadere. Ressi a stento. Dovevo salire in cima alla svelta altrimenti... neanche ci volli pensare. Un passo dopo l'altro, veloce, ma poi arrivò un altro colpo. Rimasi attaccato solo con la mano sinistra. -Forza! Manca poco!- mi arrampicai più veloce che potei, ero quasi arrivato in cima quando arrivò un ultimo colpo: il più pesante e violento fra tutti. Traballai incerto ma resistetti. Guardai giù il cinghiale stordito per le ripetute cariche, si era appena dichiarato sconfitto. Fece qualche passo indietro e si allontanò lentamente. -Ho vinto! Ce l'ho fatta! Non mi hai fatto niente!- gli urlai contro ma la bestia non si voltò. Era ancora presto per festeggiare, era passata più di un'ora e i montoni si erano allontanati chissà quanto. -Accipicchia! E pensare che ce li avevo ad un passo, tutta colpa di quelle maledette ombre. Appena le rivedo gliela farò pagare cara.-

Allungai la mano verso l'ultimo appiglio rimastomi ma qualcosa mi bloccò. Una mano nera sorta dalle buie rocce mi bloccò il polso: -Cosa?-

Udì un lieve rantolio e poi la mano mi spinse... persi l'equilibrio e caddi.

-Accipicchia! Che male- la schiena bruciava però riuscì a mettermi seduto, non avevo ferite particolari: -Tutto sommato me la sono cavat...-

SBUFF

Quel suono. Non volli crederci. Il cinghiale era già dritto sulle sue quattro zampe pronto a caricare. Sguainai il pugnale e mi alzai in piedi, dietro avevo la rupe rocciosa, non ce l'avrei fatta a scalarla di nuovo in tempo. Il cinghiale caricò, mi scansai di lato quanto bastò per aver salva la vita. Rimase un po' stordito per il contraccolpo ed io ne approfittai per fuggire. Istintivamente mi diressi verso il ponte, forse il legno non avrebbe retto al peso del cinghiale. Era la mia flebile seppur unica speranza. Udii chiaramente la bestia caricare, non mi voltai, dovevo solo correre. Pochi metri e ce l'avrei fatta. Ma non ce la feci.

NieR Replicant: Le Cronache BiancheWhere stories live. Discover now