Figli unici

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ATTENZIONE: Questa storia è un remake di una mia vecchia ff mai conclusa (e che, dunque, concluderò in questa versione) e contiene uso di stupefacenti, scene di sesso spinte, senza preservativo e tra minori, threesome e incesto. Tenetevi pronti a qualsiasi cosa se avete intenzione di leggerla. Il plot principale e in modo particolare il primo capitolo è ispirato a Valerio e Lu della serie tv Èlite (entrambi figli dello stesso padre), ma seguirà ovviamente una trama diversa. Se in qualche modo uno di questi punti qui indicati dovesse infastidirvi non leggete assolutamente. Mi rendo conto che sono tematiche un po' delicate e non siete in nessun modo obbligati a leggere. Grazie per l'attenzione.







Figli unici

"Quante volte devo dirtelo di non usare il mio bagno? Esci subito fuori!"

Essere figlio unico non è così male come tutti i figli unici pensano.

Harry darebbe un rene, un braccio, una gamba, uno o in alternativa entrambi i suoi polmoni per essere figlio unico.

E lo dice perché lui l'ha provata questa sensazione, è più o meno stato figlio unico per dieci anni e pensava che non fosse divertente, ma con il passare degli anni potrebbe aver cambiato idea. Soprattutto quando ti ritrovi a rischiare la galera perché la notte immagini continuamente di andare in camera di tuo fratello e soffocarlo nel sonno.

Non è legittima difesa uccidere un coglione patentato che continua ad usare il tuo bagno? Ad infastidirti? Ad esistere?

"Sto dicendo sul serio, cazzo, non voglio fare tardi a scuola per colpa tua" sbotta Harry, dando un altro pugno contro la porta. "Esci immediatamente o ti giuro che io - "

In un secondo la chiave gira nella toppa e la porta si apre davanti a lui, che sta lì con lo sguardo arrabbiato e il pugno sospeso in aria. Louis gli rivolge quel suo solito sorrisetto da quattro soldi, appoggiandosi allo stipite e con una mano affondata nella tasca dei pantaloni della divisa che ha addosso. Ha soltanto quelli, non ha ancora indossato la camicia e sta sfoggiando i suoi addominali del cazzo come se fosse l'unico al mondo ad avere un bel fisico.

"Il bagno è tutto tuo, fratellino" gli dice con un ghigno, passandogli vicino e sfilandogli le mutande dal mucchio di vestiti che Harry tiene sotto al braccio. Lo fa così velocemente che Harry a malapena se ne rende conto, mentre lo guarda allontanarsi.

Louis è così. Sembra una foglia nel vento tutto il tempo, che oscilla da una parte e l'altra senza permettere a niente e nessuno di toccarlo. Sempre sorridente e allegro, fastidioso e affascinante. Harry ovviamente lo odia, lo detesta, come potrebbe non farlo? Gli ha pure rubato le mutande.

Lo vede scappare via in questa grande, gigantesca, immensa casa dove vivono insieme da sei anni e dove un tempo ci viveva da solo. Godendosi la piscina coperta, il proiettore per la tv, tutto questo lusso sfrenato in cui è nato e sperava che spettasse per sempre solo a lui.

"Brutto stronzo, ridammele subito!" esclama, lasciando cadere l'uniforme della sua scuola sul pavimento per correre dietro a quel bastardo cronico di suo fratello che a diciannove anni ha ancora voglia di fare questi scherzi del cazzo.

Lo insegue giù per le scale, attorno al tavolo dove sua madre Anne lo ammonisce e gli dice subito di smetterla. Sono troppo impegnati nel loro inseguimento per darle retta, ma d'altronde quando mai lo hanno fatto? Soprattutto da quando Louis è arrivato in questa casa, Harry ha cominciato soltanto a fare finta di essere un bravo figlio per i suoi genitori.

"Guardale, sono così piccole" lo deride Louis con un sorriso beffardo, prima di scalcare il divano con un salto che lo fa finire rovinosamente a terra.

Love is not a crimeWhere stories live. Discover now