Liberi e ribelli

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La prima cosa che avverte Louis svegliandosi è il profumo di casa: forte, inebriante.

Non apre neanche gli occhi, si limita ad affondare di più il naso tra i capelli morbidi e a stringere un po' più forte le braccia attorno ai fianchi a cui si sarà aggrappato inavvertitamente questa notte. E come quella scorsa. E come le altre dieci che hanno trascorso qui in Corsica, a dormire insieme e a svegliarsi in questa medesima posizione.

Potrebbe davvero abituarsi a tutto questo.

Ad addormentarsi accanto a lui dopo aver fatto l'amore e non essere costretto a sgattaiolare via in piena notte, con il cuore in gola e la paura di essere beccati al mattino nudo e intrecciati a letto insieme.

A poter rimanere qui abbracciato a lui senza doversi preoccupare di niente se non di stare fermo per non farlo svegliare, mentre respira il suo profumo e pensa che non riesce ad immaginare un risveglio più bello di questo per i prossimi cent'anni. Solo questo. Lui ed Harry che giocano a fare Edward e William per tutta la vita.

Ad un tratto sente le gambe di Harry muoversi piano tra le sue e questo gli suggerisce che si sta per svegliare. Lo sta abbracciando da dietro quindi anche se aprisse gli occhi non potrebbe accertarsene, ma non ne sente comunque l'esigenza. Conosce a memoria il suo respiro, non ha bisogno di vedere per sapere che è già sveglio.

Gli scappa un sorriso quando sente le mani di suo fratello poggiarsi alle sue e la sua schiena sistemarsi meglio contro di lui. Il fatto che cerchi così tanto il suo calore è qualcosa che gli da ancora i brividi dopo tutto questo tempo.

"Riusciremmo a stare così senza l'aria condizionata?" gli chiede Harry, e chissà se può accorgersi del cuore di Louis contro la sua schiena che fa una capriola, nel realizzare che proprio come lui ha capito che era sveglio. "Fuori ci sono quaranta gradi."

"Anche se fosse, al collegio mi sono fatto le ossa. Adoro avere caldo" o forse, semplicemente a lui ci starebbe abbracciato anche se i quaranta gradi ci fossero non solo fuori ma pure dentro a questa stanza.

Harry sospira un po', ricordando vagamente che già una volta Louis gli ha accennato qualcosa del genere. Non riesce ancora a pensare che mentre lui era nel suo letto al caldo, accoccolato sotto al piumone, Louis combatteva il freddo in collegio perché quel coglione di Des aveva deciso di mandarlo via.

Preme con più forza la mano sulla sua e mentre intreccia le loro dita, riesce solo a pensare di essere contento che Louis non possa vedere la sua faccia ora. La verità è che Louis in questo mondo di lusso sfrenato non c'entra niente, anche se sembra starci da Dio con le sue camicie firmate e l'erba di qualità che in tanti altri non potrebbero permettersi.

Ha vissuto in una roulotte per tredici anni, ha dormito in un letto minuscolo e ha combattuto col caldo in estate e col freddo in inverno, poi c'è stato il collegio e quello è stato davvero terribile. Lui non sarebbe di certo sopravvissuto alle finestre rotte in pieno inverno e alle docce fredde all'alba. 

"Ti avevo fatto un regalo per Natale" confessa Harry, solo perché è sveglio da poco e gli sta dando le spalle, altrimenti forse non ci sarebbe mai riuscito a dirglielo. "Lo so che avevamo litigato prima della tua partenza, che io ero stato uno stronzo, e sapevo anche che tu non saresti tornato per le feste perché me lo aveva detto papà e ti giuro che lo odiai così tanto, e odiai pure te perché preferivi rimanere in quel posto piuttosto che tornare da me. Sapevo tutto ma io ti avevo fatto comunque un regalo, lo avevo impacchettato e messo sotto l'albero. Alle undici mamma e papà sono andati a dormire e io davanti a quell'albero ci ho pianto, perché mi sentivo così solo. Voglio bene a mamma e credo di volerne anche a papà, ma a volte ho la sensazione di considerare solo te la mia famiglia."

Love is not a crimeHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin