1. Scambio

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Alla fine essere la secchiona e nerd della scuola mi aveva dato una benedizione.

Nonostante le prese in giro e il bullismo avere tutti 10 aveva dei vantaggi: sarei stata la studentessa di scambio con l'America.

Sarei stata un anno intero (e speravo forse di più) al McKinley High School a Lima, in Ohio.

Ci avevo sperato con tutto il cuore e alla fine, almeno questo sogno, si era avverato.

In aereo avevo in ansia assurda.

Sapevo abbastanza bene l'inglese, per non dire che metà della mia famiglia era veramente inglese, ma tuttavia ero agitatissima.

E se anche lì fossi stata trattata come in Italia?

O peggio?

Incrociai le dita e sperai con tutto il mio cuore di no, e dato che il fusorario mi manda sempre in confusione mi addormentai sull'aereo.


«Signorina, si svegli»

Sentivo scuotermi gentilmente le spalle mentre una voce inglese mi chiedeva di svegliarmi.

Aprii gli occhi e vidi una hostess piuttosto carina che tentava di svegliarmi.

Svegliare me! Io che nemmeno i fuochi d'artificio ci riescono!

Dopo aver recuperato valigia e tutto il resto scesi e presi il bus per arrivare all'aeroporto.

Lì all'uscita c'era una famiglia con su scritto il mio nome e cognome.

Erano la mia famiglia ospitante per lo scambio.

C'era un uomo abbastanza alto, con un po' di pancia e un berretto.

Aveva un aspetto severo ma sul viso c'erano dei dolci occhi azzurri.

Abbigliamento: da classico americano da serie TV.

Suo figlio invece era un'altra storia: era vestito super alla moda, con pantaloni strettissimi Armani e una camicia Ralph Lauren attillata abbinata.

Portava un maglione lungo (di Zara probabilmente) e un papillion.

Era alto praticamente quanto me, aveva gambe slanciate, un fisico non male, dei bellissimi occhi azzurri e un ciuffo di capelli mori. La pelle era bianca quanto la mia.

"Gay" pensai appena lo vidi.

Fui contenta.

Non so bene dire perché ma ho sempre preferito le persone gay a quelle etero, mi stanno più simpatici.

Sembrerò un fan girl psicopatica(*), che sono, ma non ci posso fare nulla.

Sono troppo più adorabili dei maschi cretini che, per esempio, c'erano alla mia scuola.

«Sofio ma dove scappi»

Solo perché portavo i capelli più corti di una femmina "normale". Solo perché la mia voce non era acuta e stridula come quella delle altre oche alla mia scuola. Solo perché...

Smettila Sophia. Basta.

Mi avviai verso di loro e li salutai.

«Buongiorno...o buonasera non so esattamente che ore sono» dissi impacciata.

«Sono le 8:30» mi disse il padre del ragazzo.

«Mi chiamo Sophia, piacere»

«Io sono Burt» disse l'uomo.

«E io sono Kurt» disse il ragazzo.

«Molto piacere» dissi allungando la mano e sorridendo.

«Piacere mio» disse lui afferrando la sua mano.

A loser like me (Glee+new student)Where stories live. Discover now