20. I bigliettini

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Ci mise qualche giorno prima di poter di nuovo camminare, con l'aiuto delle stampelle, però. Mancava una settimana circa e poi saremmo partiti per Barcellona; avremmo lasciato questa città, la sua gente e tutti i ricordi che avevamo collegato ad essa. Forse era meglio così; a volte fa bene lasciare andare quello che ti ferma dal voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo della tua vita.

Aprii la porta azzurra, che a mala pena si chiudeva, ed entrai nella casa che era ancora ferma alla sera dell'effrazione: le tende chiuse, per non far entrare troppa luce, i piatti ancora da lavare, lasciati ad aspettare nel lavello, i resti di cibo, lasciati sull'isola della cucina, da pulire.

Tenni la porta aperta per consentire ad Austin di entrare senza troppa fatica; aveva, sotto i lunghi pantaloni invernali, una spessa fascia bianca che teneva stretta la ferita per evitare di farla coagulare di più di quanto non avesse già fatto. Andò a sedersi, senza fiatare, sul divano e tirò un grosso respiro di sollievo non appena toccò il soffice tessuto del sofà.

"Sono contento di essere di nuovo qua; questa sarà una delle ultime volte che mi siederò qua sopra: devo godermela" Mi disse, girando la testa verso di me, che ero in cucina a mettere a posto tutto il casino che era rimasto da qualche sera prima. Sono sempre stato in ospedale con lui, tutto il tempo, giorno dopo giorno, e non sono più stato a casa. L'unica cosa che ho fatto è stato stare al suo fianco, abbracciarlo e dargli tanti baci, per farlo stare meglio durante i suoi giorni più difficili.

"Anche io, tanto. Non vedo l'ora di partire e cambiare vita, praticamente" Mi diressi in salotto e mi sedetti vicino a lui. "Sono così entusiasta che tu abbia deciso di venire con me, di lasciare tutto solo per stare con me. Non te ne sarò mai grato abbastanza" Dissi guardandolo, come sempre, nei suoi occhi: ci potevo nuotare dentro talmente erano belli. Preferivo contemplare questi, anziché un normale e noioso tramonto, ad esempio; oppure rispetto al mare, alle onde che continuavano a rigirarsi e mi ipnotizzavano. Praticamente lui era l'unica cosa che volevo guardare, di cui non mi stancavo mai e mi piaceva sempre di più.

"Lo sai che io starò con te perché sei la mia vita e io, d'altronde, amo la mia". Era solo una semplice frase, diciotto parole messe una dopo l'altra, una sequenza che mi fece scoppiare, scoppiare di gioia e felicità. Come avrei potuto rimanere impassibile di fronte ad una dichiarazione d'amore come quella? So che per molti non è nulla di che ma, per me, significa tutto; nessuno mi aveva mai detto nulla di simile e, all'ascolto di tali parole, il mio cuoricino si sentì come abbracciato da delle calde braccia, le braccia di Austin. Era solo grazie a lui se ora stavo meglio, se sono riuscito a passare la morte di mia zia, a cui ero molto legato, e se avevo di nuovo riacquistato la voglia di svegliarmi il mattino.

Era grazie a lui se ho ritrovato la fiducia nell'amore, l'amore che ho pensato, dopo Jackson, che non portasse nulla se non dolore. Ho sempre ritenuto che l'amore in realtà sia stato creato, o trovato dall'uomo, solo per farci pensare, invano, di aver trovato conforto nella vita terrena quando, per come la penso io, è solo un'arma a doppio taglio. Ma ho capito, grazie al mio ragazzo, che non è questo sentimento a fare del male, anzi, è bellissimo se ricambiato; sono le persone che rendono dolorosa tale emozione. Alla fine tutto è stupendo: il cielo, il paesaggio, questa città, i locali, tutto: è solo la gente che rende orribili questi luoghi, rende impossibile ritrovare l'amore in una persona perché si ha paura di soffrire; fa perdere fiducia ed interesse negli amici e parenti; in poche parole, l'amore è, oserei dire, il sentimento più bello e toccante che un essere umano possa provare, ma molti hanno il timore di farlo perché sanno, sono consapevoli, che finirà già male non appena sentono anche solo quella parola, perché hanno avuto brutte esperienze nel passato.

Io, devo ammetterlo, ho avuto paura all'inizio che potesse finire male, come con Jackson, ma non è stato così; affatto. Austin, a differenza del mio ex e di tutte le altre persone (esclusa Mary), è l'unico ragazzo che è riuscito a farmi sentire importante, importante per davvero. Non avrei mai pensato di poter diventare rilevante per qualcuno.

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