VII

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'Cause I'm still breathing
'Cause I'm still breathing on my own


Tutti e tre i Quillayute era fuori la casa, in attesa di notizie. I lamenti strazianti erano cessati da pochi minuti ma non erano sicuri se fosse o meno un buon segno.

Era sempre stato detto come un morso potesse dichiarare la loro morte e probabilmente sarebbe stato così per molti di loro ma Taima sembrò resistere più di quanto tutti loro si fossero mai aspettati. Era stato un attacco improvviso e Paul aveva sentito il suo ululato di dolore, visto che non era connessa con la mente del branco era stato difficile capire cosa fosse successo.

Non avevano perso tempo quando l'avevano vista a terra, immobile e ritrasformata. Coperta di terra e sangue, il morso infetto sulla spalla che continuava a sanguinare copiosamente e che le procurava dei continui gemiti di dolore, specialmente dopo il tentativo affrettato di portarla al sicuro il prima possibile. Fu Carlisle Cullen a constatare senza mezzi termini la gravità della situazione: non aveva mai fatto test laboratoriali su campioni di mutaforma e dovette basarsi sulle proprie conoscenze a riguardo, senza una diretta esperienza.

Sentiva chiaramente l’odore acre del veleno corrodere i tessuti e invadere a ritmo serrato ogni cellula del corpo della giovane Quillayute, sentiva il divario e la resistenza che il suo corpo stava opponendo. Erano ore ma ancora il suo cuore si ostinava a battere forsennatamente in cerca di sopravvivenza, avrebbe dovuto avere un arresto già ore prima permettendo finalmente al veleno di compiere la trasformazione ma non c’era stato verso.

Ogni anestetico sarebbe stato vano, il dolore logorava dall’interno e il corpo dei mutaforma bruciava quasi il quadruplo più velocemente rispetto al normale metabolismo di un corpo umano. Se non fosse svenuta non ci sarebbe stato verso di risparmiarle quell’agonia.

Carlisle non aveva mai avuto modo di analizzare il sangue di un mutaforma, men che meno vederlo interagire in modo così violento a contatto con il loro veleno. Era appurato come qualcosa, a livello ematico, dovesse essere in qualche modo alterato dal gene responsabile della loro trasformazione; qualcosa che spiegasse il motivo della repulsione che i vampiri provavano al solo odore di quelle creature nate per distruggerle.

Per i vampiri era proprio il sangue ossigenato, arterioso, vivo, quello che attirava negli umani; nei licantropi, invece, quello che veniva percepito era il sangue di un morto, acre, amaro. Quella era probabilmente la naturale precauzione per sconfiggere ed impedire di venire morsi dal loro nemico naturale, ma il loro veleno sui mutaforma era inefficace: non sortiva nessuna trasformazione, ne rallentava la guarigione delle vittime, questo sì, ma li uccideva nel peggiore dei casi. Non c’era alcuna via di mezzo. Il loro veleno veniva repulso completamente dal corpo dei mutaforma.

«Ha bisogno di una trasfusione di sangue. Il veleno la sta consumando dall'interno» Carlisle era stato irremovibile, lavorando da ore per cercare di mantenerla in vita.

La pelle era madida di sudore ma la sua temperatura era ben sotto la media di quella di un essere umano, figurarsi per un mutaforma. I tremiti di freddo non la lasciavano un attimo in pace e Carlisle non era completamente sicuro di cosa fare per alleviare le sofferenze della donna, non l’aveva mai vista tra i Quillayute che formavano il corrente branco della riserva ma non prestò molta attenzione a quel pensiero quando c’erano cose molto più urgenti a cui rivolgersi.

Fu Billy il primo ad alzare la testa alle parole del vampiro, la fronte corrugata mentre cercava di capire il motivo di quella richiesta. Quello che sapeva era frutto delle leggende trasmesse oralmente e ancora vive all’interno della sua tribù e a riguardo non c’era praticamente nulla che potesse aiutarlo: il veleno di un vampiro non era in grado di uccidere uno spirito del lupo, i mutaforma ne erano naturalmente immuni.

Lie a little better | Twilight | Carlisle CullenWhere stories live. Discover now