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Jisung

Guardai il mio amico scioccato. -Mi dispiace per la tua ragazza- non seppi dire altro. Notai anche una lacrima solitaria scorrere sul suo volto. L'asciugai subito con la mia mano, afferrai le sue guance da cucciolo tra le mie mani -Hey, non essere triste, non ti merita- cercai di consolarlo, anche se facevo schifo nel consolare le persone. Lui mi accennò un lieve sorriso e poi proseguimmo la nostra strada.

Minho

-E che cazzo però, era il mio giorno libero- mi lamentai parlando al telefono con Chan. -Vieni e basta idiota, il dovere chiama- riattaccò senza darmi la possibilità di controbattere. Scocciato mi diressi verso la caserma.

Entrai a passo svelto, non avevo voglia di stare a salutare tutte le persone che intralciavano il mio cammino.
-Ciao Chan- dissi mentre appendevo il giubbotto sull'attaccapanni. -Minho, mi dispiace averti dovuto disturbare nel tuo giorno libero, ma...- si fermò un attimo -...Abbiamo un altro caso di omicidio e dobbiamo indagare subito.- Mi avvicinai a lui e notai i fogli che teneva tra le mani. Gli diedi una veloce occhiata -Chan andiamo sul luogo del delitto in fretta- ripresi il giubbotto che avevo appeso poco prima.

-Chiama Jisung, potrebbe servirci- disse Chan. Jisung... non so se ero ancora pronto a rivederlo, in realtà l'ho incontrato proprio stamattina e non ho potuto fare a meno di sorridergli. Ma lavorare proprio con lui, non so se sarei riuscito a resistere alla tentazione di baciarlo avidamente. Sospirai. -Che c'è?- chiese ovviamente Chan. -Ti dirò tutto dopo, ora c-chiamo Jisung.- ho balbettato? 'che effetto che mi fai Jisung'.

Presi il telefono e fissai il numero senza riuscire a cliccare il tasto 'chiama'. Chan vide che stavo esitando così lo premette lui, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia. Portai il telefono all'orecchio.

-Jisung-

-M-mi dica c-comandante- che carino quando balbetta.

-Abbiamo bisogno di te, v-vieni- deglutii nervoso.

-Subito.- lo sentii dire fermamente. Chiusi la chiamata e notai lo sguardo divertito di Chan. -Che cazzo te ridi- mi accigliai. Chan rise un altro pò -Il comandante Minho che balbetta, questa mi è nuova-. -Idiota...- mormorai. -Hey ti ho sentito bastardo- disse continuando a ridere -Meglio così- risposi.

Sentimmo bussare alla porta, Chan aprì, e trovammo un Jisung imbarazzato che non sapeva se entrare o meno. 'Che carino' continuavo a pensare, forse ero veramente cotto di lui. Il problema era, lui prova lo stesso per me? Si, è vero che arrossisce quando mi vede o balbetta quando mi parla, ma non so se è dovuto al fatto che è imbarazzato per quello che è successo...

-Andiamo- disse Chan interrompendo i miei pensieri.

Arrivammo poco dopo sul luogo del delitto: il pezzo di marciapiede dinnanzi un bar.
-Questo è messo veramente male...- mormorai guardando attentamente il pover uomo -Chan, quante coltellate hai detto che aveva ricevuto?- alzai il mento del cadavere accasciato sul cemento freddo, lo guardai negli occhi spenti, lo fissai. Chissà cosa deve aver passato, il dolore che deve aver provato, mentre moriva dissanguato. Le atrocità che l'essere umano poteva fare non avevano mai fine.

-27 coltellate. Una decina sulla zona del petto e il resto sparpagliate per il resto del corpo- mi rispose Chan.

Continuavo a fissare le iridi del cadavere. Non c'era più un'anima. Non c'era più una persona. Avevamo perso un altro umano nel gioco che è la vita. Per me la vita è come un gioco. Non è vera la cosa del 'l'importante non è vincere ma partecipare'. Se non vinci non arrivi ai tuoi traguardi. Devi sempre cercare di vincere. Rimani indietro? Non sei nessuno e non vali niente. Rimani troppo indietro? Hai perso nella vita. Puoi anche sbandare e fare le scelte sbagliate, andando così a finire tra il marciume dell'umanità: ladri, spacciatori, assassini... e poi fare un'orrida fine, proprio come l'uomo che stavo continuando a fissare negli occhi spenti.

Mi voltai e vidi Jisung che fissava il cadavere con occhi lucidi. Teneva i pugni serrati mentre le sue braccia tremavano leggermente. Lasciai perdere l'uomo e mi avvicinai a lui. -Che succede?- chiesi. -Q-quest'uomo.... era mio zio- delle lacrime cominciavano a scorrere sul suo volto. Asciugai le sue lacrime con la mano e lo abbracciai. -Troveremo il colpevole tranquillo- gli sussurrai dolcemente. -Oh stai sicuro che lo farò- disse, il suo tono divenne improvvisamente serio. Mi staccai dall'abbraccio e lo vidi asciugarsi le lacrime che avevano ripreso a scorrere sul suo volto.

Ora, aveva un'espressione seria. Non lasciava trasparire nessuna emozione. Incuteva quasi paura. Non avevo mai visto questo lato di Jisung, e per quel poco che lo conosco, sono sicurissimo che questo lato non facesse parte di lui. Continuai a guardarlo, mentre passava un dito sulle ferite causate dalla lama che riportava l'uomo. Strinse un pugno. -Chiamate il comandante Hoseok, ditegli che porta l'agente Jungkook e Yoongi con l'attrezzatura per raccogliere impronte digitali- disse con tono autoritario. Subito Chan si prodigò per chiamarli.

-Minho, prendi il nastro della polizia e mettilo tutt'intorno quest'area, non voglio che i passanti contaminino la scena del crimine- feci come mi disse. Solitamente ero abituato a dare ordini, non lasciavo che nessuno si rivolgesse a me in questo modo, ma in questo momento Jisung voleva solo vendetta per suo zio, io posso solo immaginare il dolore. E poi, solo Jisung aveva avuto il coraggio di parlarmi in questo modo, e se era lui, per me andava bene, lo lasciavo fare.

angolo autrice
mia madre mi odia lol😍

come state voi?<3

The policeman without the gun - minsungWo Geschichten leben. Entdecke jetzt