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Jisung

Era il momento di tornare a lavoro. Non potevo continuare ad evitarlo. Avevo paura di rivedere Minho, ma mi toccava comunque dato che è il comandante della squadra in cui faccio parte. Non posso continuare ad evitare i problemi, devo affrontarli. Sinceramente ho paura che Minho mi licenzierà, ma potrò sempre andare a lavorare in altre città no? Anche se questo significherebbe trasferirmi, e non potrò più condividere l'appartamento con il mio migliore amico Felix.

Quella mattina uscii di casa prima del mio turno di lavoro, esattamente 1 ora prima. Volevo prima fare una passeggiata. Misi le cuffie alle orecchie e ovviamente misi in riproduzione la mia amata playlist di spotify. Non so dove sarei a quest'ora senza la musica nella mia vita.

Comprai un bigné al bar e proseguii il mio cammino verso il parco. Appena entrai in quel posto, il profumo dei fiori beò le mie narici. Mi guardai intorno, era vuoto. Ovviamente, chi era il pazzo che alle 6 di mattina passeggiava al parco? Io. Mi sedetti su una panchina marrone, come il colore degli occhi di Minho. 'Devo smetterla di pensare a lui cazzo' mi maledivo. Era già abbastanza imbarazzante doverlo vedere a lavoro, in più peggioravo la situazione continuando a pensarlo.

In quel momento spotify decise di mettere in riproduzione 'Obsession' degli Exo. Mi guardai intorno per assicurarmi che non c'era nessuno. Cominciai a canticchiare la canzone, non ne potevo fare a meno. Era come una droga. La musica era la mia droga. Qualsiasi cosa io facessi durante il giorno, sempre in compagnia della musica, specialmente quando devo svolgere alcune faccende di casa. Diciamo che rende la vita meno pesante, mi alleggerisce i momenti di tensione, mi tranquillizza, mi fa sentire vivo. Io vivo per la musica.

Mi alzai dalla panchina e continuai la mia passeggiata, stavolta vicino ai fiori. Mi piaceva ammirarli, specialmente fotografarli. Avevo come un ossessione nel fotografare i fiori. Li guardai uno ad uno, li distinguevo tutti.

Camminavo lentamente, non avevo fretta. Le mani in tasca, i capelli che continuavano ad andarmi sul volto per via della brezza mattutina, il cinguettio degli uccellini che veniva soffocato dalla musica che le cuffie continuavano a riprodurre nelle mie orecchie. Continuavo beatamente a cantare. Forse stavano cominciando anche ad arrivare persone, ma non mi importava. Non avrei permesso a nessuno di rovinare il mio piccolo paradiso momentaneo. O almeno, così speravo.

-Hai una bella voce- mi voltai di scatto togliendo le cuffie. Arrossii appena vidi chi aveva parlato: Minho. -O-oh ciao, non ti avevo v-visto- balbettai imbarazzato. Era stupendo. In realtà era sempre stupendo, ma oggi aveva un tocco in più che lo rendeva ancora più sexy e divino. Forse era per via del giubbotto di pelle, o forse per i capelli, scompigliati dal venticello, sul viso.

Lui mi accennò soltanto un sorriso, per poi proseguire per il suo cammino. Lo continuai a fissare mentre pian piano si allontanava dalla mia visuale. Brutta figura della giornata: fatta.

Guardai l'orologio. Erano soltanto le 6:37, ma decisi di avviarmi comunque verso la caserma. Per la strada incontrai Seungmin. -Wella bro- mi salutò alzando la mano per darmi il cinque -Come va oggi?- mi chiese sorridente, mettendo in mostra l'apparecchio che portava ai denti, rendendo il suo sorriso ancora più bello, non che non lo sia anche senza.

Mi concentrai sulla sua domanda. Stavo bene? Non lo sapevo neanche io. Fino a poco fa avrei risposto fermamente di si, che andava tutto bene. Ma adesso non lo so. Avevo appena rivisto Minho. Non so come mi sento quando lo vedo. Sto sia bene che male. Bene perché mi piace la sensazione di sicurezza che mi trasmette, mischiata anche alle farfalle nello stomaco. Male perché mi sentivo un'idiota al sol pensiero di essermi per sbaglio innamorato di lui, non so più come comportarmi quando lo vedo, ho una costante paura, ma non so esattamente di cosa.

-Bene...credo, e a te?- mentii. Non avevo voglia di stare a spiegare tutto a lui, poi stavo giusto andando a lavoro, e non volevo cominciare il discorso proprio ora.

-Male. La mia ragazza mi ha lasciato- disse tristemente lui abbassando lo sguardo alle sue scarpe. -E tutto per colpa di quella testa di cazzo di Hwang Hyunjin- proseguì. Sgranai gli occhi. -Che ha fatto? Se posso sapere...- chiesi non volendo, però, risultare troppo invadente.

-Beh...-

Seungmin

*flashback*

-Comunque sei stupenda stasera- dissi alla mia ragazza mentre sorseggiavo un cocktail. La vidi arrossire leggermente, era davvero carina. Misi un braccio attorno alla sua vita avvicinandola a me, per poi lasciargli un bacio sulla guancia.

Continuavo a bere il mio drink, finché con la coda dell'occhio non avvistai qualcuno che si stava avvicinando verso di me a passo svelto, scansando tutti dal suo passaggio. La figura a me ancora ignota continuava ad avvicinarsi. Pian piano riuscii a vederlo per ben, per poi riconoscerlo: era il mio collega di lavoro, Hwang Hyunjin.

Si fermò davanti a me, in piedi. Aveva un'espressione piuttosto arrabbiata sul volto. -Scusa, hai bisogno di qualcosa?- chiesi, cominciando ad infastidirmi della sua presenza che emanava una strana aura.

Improvvisamente cambiò la sua espressione, e un ghignò si formò sul suo volto. Si sedette accanto a me. D'istinto avvicinai di più la mia ragazza a me, continuando a tenere lo sguardo fisso su quel ragazzo.

-Minnie, che fai, te ne vai con le puttanelle ora?- si avvicinò al mio viso.

-Ma che cazzo dici maniaco- risposi facendo una faccia schifata, scansandomi.

-Perché preferisci le troiette a me, il tuo ragazzo?-

-Testa di cazzo, cosa minchia dici, io e te non stiamo insieme.- dissi fermamente. Sentii la mia ragazza spostare la mia mano dalla sua vita. La guardai per un secondo, aveva un'espressione scioccata sul viso, mischiata ad una di puro ribrezzo.

-Oh Minnie- ridacchiò, per poi prendere il mio viso tra le mani e baciarmi.

Rimasi fermo, come paralizzato, non avevo la forza per scansarlo. Non ero del tutto lucido, così ricambiai il bacio, cominciando a muovere le mie labbra sulle sue.

-Potevi dirmelo prima che eri frocio, bastardo.- sentii dire alla mia ragazza. Prese la sua borsetta, e girò i tacchi andandosene. Subito mi staccai dal bacio -Melanie aspetta!- le urlai, ma lei mi ignorò.

Mi buttai in ginocchio a terra, ancora incredulo. Hyunjin si avvicinò a me -Riuscirò a conquistarti baby- mi sussurrò all'orecchio per poi andarsene.

*fine flashback*

angolo autrice
mia madre mi ha detto che rovino la famiglia e quindi sono stata tutta la sera a piangere :')

The policeman without the gun - minsungWhere stories live. Discover now