Capitolo 33

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Esco dalla vasca e mi vesto con della semplice roba per casa. Esco dal bagno e vado alla ricerca di Cameron. Magari é uscito, ma é meglio controllare prima tutta la casa. Si, perché a me non va di urlare il suo nome. Preferisco cercarlo.
Guardo nella nostra camera, ma non c'è.

-Cameron- urlo una volta uscita dalla stanza, ma nessuno mi risponde. Beh, sarà uscito allora.
Scendo al piano di sotto e prendo il pc, accendendolo e mettendomi poi seduta sul divano.
Decido di guardare un film, tanto per far passare il tempo. Oppure potrei trovare un modo per far arrestare Jess in modo legale. Oh, come sei malvagia Audrey.
Chiudo il portatile e mi alzo, aprendo la porta d'entrata e affacciandomi verso la casa di Jess. La vedo in giardino, a leggere tranquilla sotto l'albero. Potrei provocarla, farmi picchiare, attirare l'attenzione dei vicini che poi la denunceranno. Oddio, farmi picchiare...no. Ma scatenare una rissa a voce...
Esco del tutto e mi affaccio nel suo giardino.

-Hey ciao!- urlo, attirando la sua attenzione.

-Ehm...ciao- forza un sorrisetto, per poi ritornare a posare lo sguardo sul libro.
Cosa posso inventarmi?

-Tutto bene?- annuisce. Però, socializza molto mi hanno detto.

-Perché stai parlando con me?- finalmente una parolina.

-Boh, per socializzare un po'-

-Tu dovresti odiarmi-

-Si infatti, sei una puttana di merda- mi allontano dalla siepe ma solo per oltrepassarla e mettere piede nel suo giardino.

-Sei una puttana e se tocchi Cameron una sola volta giuro che ti faccio dimenticare il nome di tua madre- wow Audrey, sono sorpresa.

-Come hai detto scusa? Tu mi stai minacciando?- ridacchia, posando il libro e alzandosi, venendo verso di me. Okay...

-Si, ti sto minacciando. Stai alla larga da Cameron, sono stata abbastanza chiara?-

-Tu non mi dici quello che devo fare chiaro?- mi da una spinta iniziando ad alzare la voce. Inizia il bello. Beh oddio, tanto bello non è, però...

-Scusami? Il ragazzo é il mio non il tuo e tu non ti azzardi a toccarlo capito?- mi tira uno schiaffo, avvicinandosi sempre di più. Alla faccia, fa male però.

-Cameron é solo mio. Ficcatelo in questa testa di merda- mi punta un dito sulla fronte, mandandomi poi indietro la testa. Le tiro una spinta e me ne arriva un'altra più forte.

-Non ti azzardare a mettermi le mani addosso, ti denuncio!- urlo e dei passanti iniziano a fermarsi. La ragazza si butta su di me, fregandosene delle persone che si fermano a guardarsi, e inizia a tirarmi i capelli.

-Jess, Audrey!- é Cameron. Oh no, rovinerà tutto.
Oltre a tirarmi i capelli, Jess inizia anche a tirarmi dei calci alle gambe e finalmente dopo un po' non sento più nessuno toccarmi, ma le sirene di una macchina della polizia e le sirene di un'ambulanza. Ce l'ho fatta.

-Audrey, apri gli occhietti dai. Non é niente, l'hanno arrestata Audrey- sento Cameron prendermi tra le braccia e sussurrarmi queste parole a pochi centimetri dalla bocca. Io sto bene, mi fanno solo male le gambe adesso. E i capelli, ma non importa.

-Sto bene Cam-

-Apri gli occhi dio mio- faccio come mi dice e appena li apro, lo vedo vicinissimo a me che sorride.
Senza dire nulla, mi solleva e torniamo dentro casa.
Mi fa sedere sul divano e va a prendere qualcosa in cucina. Torna dopo un po' con qualcosa avvolto in un panno e me lo passa.

-Mi dici cosa é successo esattamente?- chiede, mettendosi accanto a me voltandomi la testa verso di lui. É fin troppo serio, fa quasi paura.

-Cameron, volevo che se ne andasse da qui-

-E te metti in pericolo la tua salute solo per farla andare via? Sei fuori di testa?- in pericolo la mia salute...

-Cameron più che lasciarmi qualche livido non poteva fare niente! E poi sto bene-

-No, tu non la conosci. Quella se si incazza prende a pugni forte. Sei stata fortunata. Ringrazia che c'erano i passanti che hanno chiamato subito la polizia, sennò a quest'ora ti trovavi all'ospedale- si alza, senza dire nient'altro.
Non può essersi arrabbiato per questo dai. É impossibile.
Poso l'impacco di ghiaccio accanto a me e lo seguo in cucina. Lo vedo di spalle, con le mani appoggiate sul lavello e i muscoli della schiena accentuati. É proprio incazzato.

-Cameron- mi avvicino, mettendomi accanto a lui e appoggiando una mano sulla sua spalla.
Lui sembra prendere un respiro profondo, prima di voltarsi verso di me e sollevarmi, appoggiarmi sul tavolo e iniziare a baciarmi con foga.

-Cameron- biascico tra le sue labbra, ma lui non si ferma.

-Devi promettermi che non lo farai mai più- mi tira giù, bloccandomi i polsi e parlandomi a pochi centimetri di distanza dal viso.

-Cameron mi spaventi-

-Mi preoccupo per te cazzo- la stretta sui polsi si rafforza e faccio una smorfia di dolore che Cameron sembra subito notare, dato che la presa si rallenta.

-Dimmi che non lo farai più-

-Non lo farò più- mi lascia i polsi e mi prende il viso tra le mani, baciandomi poi la punta del naso.

-Scusa- annuisco, sorpassandolo e rientrando in salotto. O impara a darsi una calmata o qui non succederà mai nulla di buono.
Prendo il telefono e decido di chiamare Sasha. É strano che però nessuno dei miei amici mi abbia chiamato ancora. Compongo il numero e porto il telefono all'orecchio. Squilla...ma non risponde. Attacco dopo il decimo squillo, magari sta riposando.
Provo a chiamare Nash, ma la stessa cosa. Invece Matthew mi attacca direttamente in faccia dopo il terzo squillo. Okay...

-Che ne pensi di uscire? Dobbiamo cercare un lavoro, ricordi?- Cameron spunta nella stanza e spengo il telefono, tanto non risponde nessuno.

-Devo vestirmi per bene allora- salgo le scale seguita da Cameron e entro in stanza, aprendo poi l'armadio.
Cameron invece si limita a stendersi sul letto e giocherellare con il cellulare.
Prendo dall'armadio un vestito nero a maniche corte semplice e degli stivali neri che arrivano fino alle ginocchia. Credevo che non sarebbero mai serviti, invece.
Prendo una collana tanto per fare scena e vado in bagno. Mi vesto velocemente, mi trucco un po' e torno in camera.

-Ti piace questo vestito?- chiedo a Cameron che subito alza lo sguardo incuriosito.

-Ti conviene toglierlo prima che possa perdere il controllo di me stesso- mi metto a ridere e lo costringo ad alzarsi. Vorrei andarci il prima possibile, dato che tra poco é ora di pranzo e gli uffici chiudono.

-Dai che sennò si fa tardi-

-Ma dei pantaloni normali no? La gente la fuori ti guarda troppo così- prendo gli occhiali da sole e scendo le scale.

-E che problema c'è?-

-Mi da fastidio che la gente ti guardi- ah, che bello. Ora la gente non può nemmeno più guardarmi perché sennò Cameron é geloso.

-Non sono di tua proprietà e mai lo sarò- dico soltanto, puntandogli un dito contro. Mi rigiro e apro la porta d'entrata, uscendo seguita dal ragazzo.

-Scusa comunque-

-Niente- iniziamo ad incamminarci verso la zona dei negozi e cerchiamo qualche negozio con qualche cartello con scritto "Cercasi qualcuno".
Dopo circa mezz'ora finalmente troviamo un bar che cerca un cameriere. Ma uno solo...

-Senti, se vuoi vai te. E cerco un altro lavoro per me-

-Magari hanno anche un altro posto. Non fa mai male averne uno in più- lo prendo per mano e lo porto dentro prima che possa obbiettare.
Ci fermiamo al bancone e attiriamo l'attenzione dell'addetto, che sta girato di spalle.
Non appena si gira quasi mi spavento. Non posso crederci.





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Ebbene...
Salve :)
Momenti di suspence che mettono in ansia anche me lol.
Non dimenticate di votare e lasciare un commento se vi é piaciuto.
Alla prossima
-Gré

𝐓𝐑𝐎𝐔𝐁𝐋𝐄𝐌𝐀𝐊𝐄𝐑 ⋆ Cameron Dallas [1]Where stories live. Discover now