Capitolo 25

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-Sono in Lenden Street, numero 285- rispondo, cercando la conferma di Ally per sapere se il numero civico é giusto.

-Va bene, arriviamo. Ti passo Nash- c'è anche Nash?

-Audrey oh mio dio come stai? Stai bene? Quel pezzente non c'è più vero? Io lo...-

-Nash, fermo. Sto bene, stai tranquillo. Ci si vede tra poco e vi racconto va bene?-

-Va bene- attacco.

-Beh Ally, grazie di tutto- Ally mi aiuta ad alzarmi e ci abbracciamo.

-Stai tranquilla, é stato bello averti conosciuta- sorride, aiutandomi ad arrivare alla porta di entrata. Mentre ero qui mi ha anche dato il suo numero di telefono, così magari quest'estate ci si può sentire e vedere.
Usciamo di casa, io sto attenta a chi potrebbe esserci nei paraggi. Non si sa mai.
Dopo qualche minuto, vedo la macchina di mia madre parcheggiare di fronte a casa di Ally.
Cameron esce subito, correndomi incontro e prendendomi in braccio, per poi girare su se stesso e baciarmi. Quanta confidenza Dallas. Guarda che mi ricordo ancora di ieri pomeriggio...
Vedo uscire anche Nash, Sasha e Matt, che vengono verso di noi sorridendo.

-Dio mio dov'è quel brutto bastardo, dov'è?- urla Cameron, mettendomi giù e guardandosi intorno cercando Samuel.

-Cameron non c'è, stai tranquillo-

-No, no che non sto tranquillo! Per oggi passa solo perché sono preoccupato per te e voglio restarti accanto, ma giuro che appena lo vedo lo faccio diventate viola, completamente- inizio a ridere insieme ad Ally. Magari anche lei si è immaginata Samuel tutto viola come una prugna.

-Non c'è niente da ridere- dice Nash, venendomi ad abbracciare. Si uniscono anche Matt e Sasha e sento che mi metterò a piangere. Non pensate male, non per l'abbraccio. Non sono così sentimentale. Più che altro per le ginocchia. Mi fanno di nuovo male.
Mi stacco dai miei amici, appoggiandomi al muro della casa di Ally.

-Stai bene?- chiede Cameron, avvicinandosi.

-No- mando la testa all'indietro, appoggiando anche essa al muro. Non me le sento più, queste maledette ginocchia.

-Ci conviene andare- dice Matthew, avvicinandosi per aiutarmi a stare in piedi.

-Grazie di nuovo Ally, ci si sente okay?-

-Figurati, ci si sente eccome. Avvisami quando guarisci eh-

-Sicuro. Ciao- ci abbracciamo e finalmente riusciamo ad entrare in macchina.
Ecco la situazione: Cameron alla guida, Nash accanto a lui e io dietro stesa con le gambe sulle gambe di Matthew e la testa sulle gambe di Sasha. Mi sento tanto una bimba piccola tra i suoi genitori.

***

-Audrey, siamo arri...-

-Zitti, non la svegliate. Si sta riposando, sta male. La prendo in braccio- la voce di Sasha viene interrotta da Cameron. Che cosa dolce. Anche se, se mi sono svegliata, é perché sento di nuovo dolore.

-Non serve Cameron. Mi sono svegliata prima- mi metto seduta, anche se a Cameron sembra non fregare niente di quello che ho detto. Infatti mi prende in braccio, stile sposa, e ci dirigiamo verso casa.
Mia mamma sta piangendo e mio padre é dietro di lei con le mani appoggiate sulle sue spalle.

-Tesoro mio, stai bene!- urla mia madre venendoci incontro. Mi sento in imbarazzo.

-Si mamma, tranquilla-

-No, non sta bene. Ha sbattuto le ginocchia violentemente e adesso le fanno male- grazie Sasha.

-Oddio, venite dentro. Ci mettiamo un po' di ghiaccio-

-Il ghiaccio non serve a molto. Potrebbe essere un ematoma, é meglio andare al pronto soccorso- Sasha mutati...

-Oddio un ematoma- fine del mondo... -va bene dai, rientriamo in macchina. Non mi fido- lo sapevo.

-No dai non se...-

-Stai zitta- Cameron e i suoi modi gentili.

-Io sono ancora arrabbiata con te- dico, mentre mi mette in macchina.

-Ti ho già detto...ne riparliamo dopo eh- sussurra, mettendosi seduto accanto a me.
Matthew, Sasha e Nash decidono di restare a casa nostra, tanto mamma si fida e poi a Matthew fanno paura gli ospedali. Si...esatto.
In pratica in macchina siamo solo i miei genitori, Cameron ed io. Perfetto, non potevo chiedere di meglio.

***

La visita non é andata un granché bene. Ho degli ematomi a tutte e due le ginocchia e non riuscirò a camminare perfettamente almeno per i prossimi due giorni.
Siamo a casa mia. Nash e gli altri se ne sono andati, é rimasto solo Cameron perché mia madre ha insistito a farlo restare, dato che "si é dimostrato il ragazzo più dolce della terra".
Dopo pranzo, io e Cameron saliamo in camera mia. Ho bisogno di sapere il perché di quel rossetto.
Chiudo la porta e mi siedo sul letto, accanto a Cameron.

-Allora...- inizia, posando lo sguardo sulle sue mani.

-Le cose stanno così. Mentre eravamo sotto il gazebo ho ricevuto una chiamata da...Linn- immagini di loro due insieme, alla festa o quando sono entrata in camera di Cameron, si mostrano davanti ai miei occhi e scuoto la testa per scacciarli. Linn...di nuovo. -però non ho risposto perché ovviamente stavo con te. Quando ti ho accompagnato a casa, ho deciso che era opportuno andare a vedere cos'era successo- non potevi semplicemente chiamarla brutto cretino? -e quando sono andato li mi si é...buttata al collo insomma e...mi ha baciato- brutta puttana. Non che sia gelosa, io...oh, la vita é la sua, non mi appartiene e può farsi tutte le puttane che gli pare, basta che non venga a baciarmi dopo.

-Va bene- dico soltanto, portando Cameron a girarsi verso di me.

-Va bene? Solo questo?-

-Giustamente la vita é la tua e puoi farti chi ti pare, basta che poi non vieni a baciare me- sorrido, in modo anche alquanto sfacciato.
Lui si alza, mettendosi di fronte a me.

-Guarda che se l'avessi baciata io, non sarei venuto a baciare te poi-

-Oh ma che angioletto, si vede che sei proprio cambiato-

-Mi prendi in giro? Fino a qualche minuto fa non ti importava-

-Non mi importava fino ad un certo punto-

-Sei gelosa?- scoppio in una fragorosa risata, alzandomi e togliendomi da davanti a Cameron.

-Vieni a sedere che peggiori la situazione- sento il ragazzo venire dietro di me e sollevarmi, ma inizio ad agitarmi.

-So cosa devo fare e cosa non devo fare, smettila di trattarmi come una bambina!- urlo.

-Senti, quando avrai finito di fare la stupida vieni a dirmelo. Okay?- apre la finestra, per poi saltare. Stupida io? Forse si. Brava Audrey.

***

Sono le tre di notte e non riesco a chiudere occhio. Mi fanno troppo male le ginocchia.
Decido di alzarmi per andare a prendere un po' di ghiaccio.
Sorpasso la porta di camera mia e scendo lentamente le scale, arrivando in cucina tipo...mezz'ora dopo? Probabile.
Apro il freezer e prendo un impacco di ghiaccio. Lo avvolgo in un asciugamano e mi metto a sedere in salotto, sul divano. Non ce la farei a risalire le scale prima delle sei di mattina.
Mi stendo, appoggiando l'impacco di ghiaccio prima sul ginocchio destro.
Comincio a ripensare alla conversazione tra me e Cameron di oggi. Linn, sempre Linn. Se quella non c'è la mia vita non é completa. La odio.
Non che sia gelosa, no. É un odio reciproco e basta.
E se mandassi un messaggio a Cameron? Dopo tutto mi dispiace...non é colpa sua. Forse. Insomma, per una volta voglio dare fiducia a qualcuno. Mi alzo dal divano salendo in camera mia molto lentamente.
Prendo il telefono non appena arrivata e mando un messaggio a Cameron, anche se credo che non mi risponda subito.

"Scusa per oggi, non volevo trattarti in quel modo"

Invio e riposo il telefono sulla scrivania.
Mi metto sul letto e stavolta appoggio l'impacco di ghiaccio sull'altra gamba.
Sono le 5 del mattino quando sento un rumore strano provenire da camera mia. Mi metto seduta, guardando verso la finestra. Mi avvicino, so già di chi si tratta tanto.
Apro la finestra e Cameron entra. Senza dire niente, mi solleva e mi bacia.

𝐓𝐑𝐎𝐔𝐁𝐋𝐄𝐌𝐀𝐊𝐄𝐑 ⋆ Cameron Dallas [1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora