Capitolo IX

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Un mattino, a cavalcioni su un ramo, e annoiata, Faya sentì alcuni passi in avvicinamento. Erano lenti.
Le guardie non facevano tutto quel rumore quando tornavano a prenderla, per rientrare.
Incuriosita, si sporse per osservare meglio. C'era qualcosa di grigio che si muoveva nella boscaglia.
Trattenne il fiato, mentre lo seguiva con lo sguardo.
E appena passó oltre, tornó a rasserenarsi.
Strano presentimento, quello!
Quando fece per riaccomodarsi, peró, il suo piede scivoló e lei perse l'equilibrio. Tenendosi stretta con la sola gamba piegata al ramo, che sino a quel momento l'aveva sorretta, si ritrovó a dondolare, scombussolata, a testa in giù.
Un vecchio con cappello, all'impiedi, la guardava divertito, mentre fumava, serafico, una lunga pipa. Quando il suo bastone colpì il suolo, Faya venne aiutata a rimettersi in sesto, senza farsi alcun tipo di graffio.
Forse doveva cominciare ad abituarsi alla magia.
Era decisamente il caso.
Sì.
Ne avrebbe avuto a che fare parecchio.
"Mi avete spaventata, Signore!"
Il Grigio prese un'ampia boccata, con flemma.
"Ciao, Faya. Piacere di conoscerti!", disse lui, mentre la ragazza cercava di risistemarsi un pó, dopo quell'inconveniente.
"Mi fa strano rendermi conto che tutti voi avete già sentito parlare di me. Prima mi sforzavo al massimo per non attirare le attenzioni di nessuno, ed ecco che finisco per ottenere l'effetto contrario. Buffo, no? Ma comunque, piacere mio. Figuratevi! Chi siete voi?"
"Un tuo amico"
"Amico? Difficile che me ne trovi uno da queste parti. Al mio arrivo mi disprezzavano, ora, chissà come mai, in parte mi temono. Gli Elfi, insomma, trovano sempre un modo per evitarmi, ma mi osservano e sentono da lontano. Qualche guardia in questo momento, ad esempio, sarà sicuramente in ascolto. Ci potrei scommettere! Vi consiglio, perció, di misurare bene le vostre parole... Tendono a riferire tutto a chi di competenza... Non so se mi spiego"
"Ma io non sono un Elfo. Sei stata fortunata, si vede!"
"Siete uno stregone?"
"Esattamente!"
"Di magia bianca?"
"Certo, certo! Che domande! Il mio nome è Gandalf!"
"Io vi conosco! Avete partecipato a qualche festa dei fuochi a Rohan. Accendevate i giochi, non è vero? Eravate voi! Sì!"
"È parecchio deludente essere ricordato quasi solo per questo, ma sì, ero io. Mi occupo di queste cose, quando posso! Ma faccio anche molto altro! Te lo assicuro!"
"E cosa vi porta qui, se non sono indiscreta?"
"Questo me lo devi dire tu, Faya... Hai davvero capito quale sarà il tuo ruolo da questo momento in poi? Pensi che trascorrere le giornate senza far nulla, possa servire a qualcosa?"
"Credo di no. Ma ci ho provato! Non ci riesco!"
"Io sono uno degli Istari, come Saruman. Siamo per così dire fratelli, noi. Stessa natura, stesso spirito. Puoi fidarti di me!"
"Siete l'aiuto per cui ho pregato l'altro giorno!"
"Solo se tu vorrai..."
"Mi assisterete nel padroneggiare il mio potere, quindi! Potreste diventare mio maestro!"
"Faya, vorrei che capissi una cosa fondamentale prima. Questa capacità che gli Dei ti hanno donato, è un'arma a doppio taglio. Prende e dà! E questo vale anche per me. L'importante perció è capire quali sono le dinamiche che la fanno emergere, sperando che il prezzo da pagare non sia troppo alto"
"Se voi mi guiderete, io cercheró di impegnarmi al massimo. Ve lo prometto!"
"Non resta che discuterne con Thranduil, allora!"
"In questo caso, credo che avrete più successo voi. Il re non ha intenzione di ascoltare nulla di quello che proviene dalla mia bocca. È oltremodo ottuso! Sono riuscita a garantirmi questa via d'uscita, solo dopo essere arrivata persino a minacciarlo"
"Ragazza! Minacciare il re?"
"Gli ho lanciato un coltello contro, sì! È stata l'ultima volta che abbiamo avuto un discorso da poter definire, diciamo, costruttivo. Il resto è stato un continuo di offese. La simpatia mi pare proprio non essere il suo forte"
Gandalf scoppió a ridere, senza sapersi controllare.
"Mi piaci, Faya! Ma cercheremo di intercedere presso Thranduil insieme. Non posso prometterti altro. Dovreste trovare un modo di riappacificarvi definitivamente, voi due, in effetti..."
La giovane tornó verso il palazzo, insieme a quella nuova conoscenza.
Giunti al portone d'ingresso, sentirono i soldati rientrare, marciando a passo sostenuto.
"L'esercito si sta ritirando", disse Gandalf, puntando la lunga pipa verso un punto imprecisato del bosco.
"È per quella direzione che si va al campo di battaglia? Non mi sono spinta troppo in là, ancora"
"Per l'appunto. Vedi quel fumo in lontananza?"
"Sono accampamenti, immagino!"
"No. Quelli sono più a Est. Lì, invece, sono state accese delle pire per bruciare i cadaveri. I caduti degli eserciti bianchi vengono seppelliti, gli Orchi inceneriti. Arriverà un giorno in cui vedrai tutto questo da te... Cercheró di renderti pronta per quel momento..."
"Ho sentito che ci sono anche degli uomini che combattono su questo versante, affiancando Thranduil, non è vero?"
"Ovviamente! Il nemico è uno solo. Ma gli alleati non sono mai abbastanza, purtroppo. Questa è una delle cose che mi preoccupa maggiormente, infatti. Tutti gli insediamenti e tutte le trincee sono degli Uomini. Gli Elfi, chiaramente, fanno rientro qui."
Non appena concluse, i due videro il re emergere nella radura.
Indossava un diadema d'argento con una grossa pietra azzurra, posizionata al centro della fronte, e una pesante armatura. Ansimava ed era visibilmente spossato. Aveva il viso segnato da schizzi rossi di sangue vivo, e polvere aveva ricoperto l'intera sua persona di una spessa superficie opaca e marroncina. I suoi capelli bianchi erano madidi di sudore. La sua spada gocciolante, era ancora sguainata, e pronta a trafiggere di nuovo, se ci fosse stata l'occasione.
Ma Faya, venne attratta in particolar modo dal suo destriero. Non era un cavallo, ma un cervo, il più grande che fosse mai potuto esistere.
Zoppicava.
Una ferita alla zampa posteriore aveva ancora la punta di una freccia conficcata. L'animale in tutta la sua fierezza, nemmeno si lamentava, eppure la ragazza era certa che provasse un forte dolore.
"China la testa, Faya", le suggerì Gandalf, appena Thranduil stava per passare, davanti a loro.
Lei lo ascoltó.
Proprio nello stesso istante due soldati stavano trascinando con sè un grosso sacco con qualcosa dentro che si dimenava terribilmente, nel tentativo di liberarsi.
Alla giovane non passó inosservato, ma prima che potesse avere anche la vaga idea di seguirli, lo stregone la trattenne.
"Mio Signore... Bentornato... Abbiamo urgente bisogno di discutere con voi di un certo affare"
Il sovrano si fermó.
Per la fatica, la zampa della bestia inizió a tremare. Stesa una mano, la ragazza gliela accarezzó, cercando di tranquillizzarlo. Nelle scuderie l'avrebbero curato, era solo questione di pazientare un altro pó.
Gli occhi dell'Elfo, che l'avevano sino ad allora volutamente evitata, si posarono su di lei, attenti e curiosi, nell'osservarla così preoccupata per la sua cavalcatura.
I due non si vedevano da dieci lunghi giorni, ormai.
"Si riprenderà. Mallenras ha subito ferite peggiori", disse Thranduil.
Ma quando lei stava per rispondergli qualcosa, lui si era già rivolto a Gandalf, troncando di netto qualsiasi altro convenevole sul nascere.
"Non oggi, Mithrandir. Mi perdonerete se non ho forze a sufficienza da dedicarvi"
Lo stregone fece un inchino e si allontanó con rispetto.
"Sono sempre così pochi al rientro? Come sta procedendo la guerra qui, maestro?"
"Tante, troppe perdite vi sono al momento. Saranno i carri a portare i restanti superstiti, più tardi. Molti saranno gravemente feriti. Alcuni sopravvivranno, altri purtroppo no. Bosco Atro non reggerà ancora per molto. Confido in te! Il mio intento è quello di addestrarti per bene! Peró non dobbiamo far capire al re che tu sei praticamente indispensabile, in questo momento, per lui, se no non darà mai il suo consenso! Cerca, perció, di essere molto più remissiva, o ogni sforzo sarà vano. Imparerai presto che ogni sovrano ha i suoi particolari punti deboli. È importante individuarli ed evitare di provocarli, o diventeranno parecchio intrattabili. Sii paziente! E ascoltami!"
"Potremmo riprovare domani, allora!"
"Vedremo, Faya, vedremo! Dobbiamo essere cauti"

Thranduil's ProphecyHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin