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-Igor- urlai con il magone facendolo subito correre, -scusa ti stavo facendo qualcosa da mangiare- spiegò ma appena mi guardò in faccia capii subito.

-Io sono contenta che sei felice- ammisi dopo un pó di tempo che eravamo seduti sul pavimento del bagno, -non devi spiegarmi nulla- mi tranquillizzò girandosi a guardarmi, -io voglio avere un figlio solo se tu lo vuoi, se no non ha senso, la vivresti male tu ed io- parlò sicuro, -dici di abortire?- domandai facendolo annuire, -non riuscirei a farlo però, pensare che mio figlio non ci sia solo perché sono stata una stupida- urlai stringendo forte la mia gamba dalla rabbia, -ei ei, siamo stati stupidi, io e te- mi corresse ma subito mi rannicchiai sul suo petto, -vuoi tenerlo?- domandai, -amore la sai già la mia risposta- disse accarezzandomi una guancia, -lo teniamo, mi prendo la mia responsabilità- parlai sicura, -ci prendiamo- mi corresse ancora, -parla plurale, se no mi incazzo- mi sgridò facendomi sorridere. Ad un certo punto si alzò con me in braccio, e mi portò in cucina, dove c'erano le pentole vuote sopra ai fornelli spenti; lo guardai innamorata preparare qualcosa da mangiare finché non glielo dissi. -Ti amo un casino- ammisi facendolo sorridere, -mangia se no ti mangio io- mi zittì guardandomi male ma sapevo dove volesse arrivare; mangiai poco sapendo che avrei potuto vomitare ma mentre addentavo il panino mi avvertì che usciva per incontrare velocemente un socio, o qualcuno del lavoro. 

Mi stavo facendo una bella doccia quando sentii la porta aprirsi e dopo qualche secondo aprii anche il box di vetro, tutto appannato per l'umidità. -Tutto bene?- sussurrò ma non mi lasciò neanche il tempo di rispondere che si fondò sulle mie labbra, e come ogni volta finimmo per scopare.
Dopo essermi lavata mi asciugai velocemente ed indossai una canotta con dei pantaloncini, legai i capelli in una treccia così che diventino mossi e poi andai in camera, dove però non c'era Igor. -Dove sei?- urlai sdraiandomi sul letto, -in cucina, ho fame, vuoi qualcosa?- rispose facendomi ridacchiare, -mi andrebbe di uova- parlai sperando me le facesse, infatti dopo cinque minuti, torno in stanza con il piatto in mano.

-Domani lo dico ai miei- lo avvertii facendolo annuire tranquillo, -non hai paura?- domandai, -io no, non la prenderanno mai male, sono bravi- iniziò togliendomi già un pó d'ansia, -tu invece si che hai paura- aggiunse sicuro guardandomi negli occhi, -potrebbe succedere di tutto- parlai ovvia ma scosse subito la testa, -tra poco fai diciannove anni, lo so che è presto, ma sei anche una ragazza responsabile- sussurrò dopo sdraiandosi sopra di me, -e tuo padre si fida di me- aggiunse fiero facendomi sorridere. Lo abbracciai subito rimanendo così per molto tempo, finché, mentre stavo per addormentarmi, mi venne in mente una cosa, -mi prometti solo una cosa?- chiesi, -certo- sussurrò subito, -non cresceremo nostro figlio qui- parlai aspettando una sua risposta che non tardò ad arrivare, -sono in grado di proteggerlo, e il pericolo se ti allontani non sparisce- spiegò ma scossi subito la testa, -promettimelo, anche a Mosca, dove vuoi, ma non in questa città- insistetti facendolo annuire, -non cambia molto- mi avvertì, -per me si- risposi subito, anche un pó male, ma senza darmi retta si riappoggiò sopra al mio petto. 

Dormì poco e niente, infatti appena si spostò da sopra di me mi alzai subito ed andai in salotto per guardarmi qualcosa: per fortuna mi addormentai poco tempo dopo. -Karine- mi chiamarono e dopo un pó di insistenza mi svegliai, -io sto uscendo- mi avvisò Igor accarezzandomi la guancia, -dove stai andando?- domandai richiudendo gli occhi, -a lavoro- rispose facendomi annuire, -ti amo- continuò dopo facendomi sorridere, -ce l'hai fatta- sussurrai scherzosamente, -lo sapevi comunque- mi rinfacciò e dopo avermi baciato uscii.

Dopo che fu uscito mi preparai per andare dai miei.

 ||Where stories live. Discover now