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In macchina rollai una canna dopo aver acceso la radio per la musica. Non lo aspettai molto, dieci minuti, e appena mi raggiunse aveva in mano quello che avremmo dovuto mangiare nel ristorante. -Tutto bene?- chiesi tranquilla, -si non ti preoccupare, voglio sapere se ti ha guardato e basta o ha provato anche a toccarti- parlò guardandomi serio, -guardato, perché?- domandai, -lho ammazzato di botte e volevo sapere se dovevo ucciderlo o lasciarlo vivere- rispose ma annuì semplicemente per cambiare discorso. -Avevi detto che volevi farmi fare qualcosa- gli ricordai facendolo ridere, -un altra volta, a meno che non ti va di restare in piedi fino a tardi- mi avvertì facendomi annuire, -non ho da fare nulla domani- lo avvertì, ma dopo avermi guardato negli occhi senza distogliere lo sguardo cambiò idea, -domani sera se ci annoiamo la facciamo- disse sicuro facendomi annuire. Mangiai velocemente vista la fame che avevo mentre lui in due morsi aveva già finito il panino. Per quello che era successo mi ero un pó demoralizzata e lui lo notò subito visto che mi tirò per farmi sedere a cavalcioni; avevo le braccia allacciate al suo collo mentre le sue mani vagavano lungo il mio corpo. -È brutto poter sempre ritrovarmi davanti uomini schifosi che ci provano senza un minimo di rispetto- ammisi appoggiando la mia fronte sulla sua, facendo sfiorare i nostri nasi, -in questo momento riesco solo a pensare a quanto sei bella, struccata con le guancie rosse, questo dannato fisico mi farà uscire pazzo- ammise facendomi diventare rossa, mentre da sotto la maglia giocava con il mio seno. Avevamo iniziato a baciarci ma non riuscivo a staccarmi, volevo stare lì con lui per sempre; -stai chiedendo pietà- lo presi in giro quando mi staccai per riprendere fiato, -non chiedo proprio nulla, tu sei mia da sempre, posso farti cho che voglio- sussurrò alzandomi il vestito, -fallo, sto impazzendo- lo avvertì ansimante, provocandogli un sorrisetto. Mi spostò di lato le mutande prima di penetrarmi del tutto, -se ti fa faccio male avvisami- parlò prima di iniziare a muoversi.

Ero avvinghiata a lui, nuda, mentre con le sue mani mi teneva salda al suo corpo. Aveva una coperta nel bagagliaio e la utilizzammo per coprirci; -starei qui tutta la notte- lo avvertì mentre ogni tanto gli lasciavo qualche bacio lungo il collo, -torniamo a casa e ci facciamo un bel bagno insieme, quello che facciamo dopo poi è uguale- rispose costringendomi a guardarlo, -non prendere più la pillola, se capita capita- mi avvertì accarezzandomi una guancia, -sono troppo piccola per diventare madre- sussurrai, -io sono terrorizzato dall'idea di diventare padre, ma con te sarebbe la cosa più bella del mondo, sei cho che ho sempre voluto in tutta la mia vita, ed ora che posso viverti voglio farlo, senza dover scegliere quando essere pronti, che capiti e basta, tanto matrimonio o meno tu sei mia- ammise facendomi annuire, -ti prometto che non proverò a farlo accadere, ci comportiamo come due irresponsabili e se dovrà succedere succederà- aggiunse dopo, anche se non ero molto convinta. -Mi piacerebbe laurearmi, fare carriera e poi avere dei bambini- ammisi poco dopo, -se vuoi continuare a prendere la pillola fallo senza problemi, volevo solo che accadesse tutto per caso, senza che potessimo controllare le cose- mi tranquillizzò accarezzandomi una guancia, -è carino quello che vuoi fare, solo che ora come ora sono terrorizzata- sussurrai, -ci pensiamo più avanti- concluse lasciandomi un bacio. -Fumiamo?- chiese qualche minuto dopo facendomi annuire, così, infilandomi il vestito e poi le mutande, ritornai nel posto vicino a quello del guidatore.
Erano quasi le due di mattina ed eravamo ancora fermi in quel parcheggio; -andiamo?- domandò ma alzai lo sguardo per guardarlo, visto che ero sdraiata sopra al suo petto, -non fa tanto freddo- sussurrai afferandogli i capelli per spingerlo vicino alle mie labbra, -andiamo a mangiare allora- rispose annullando la distanza, -c'è qualcosa di aperto?- chiesi facendolo annuire e così, dopo aver sistemato il bagagliaio dove ci eravamo sdraiati, accese l'auto e partì.

Eravamo passati a prendere qualcosa al mc prima di ritornare a casa. Mangiammo subito e poco dopo di facemmo una bella doccia calda, insieme. -Domani per favore se c'è qualcosa che non va dimmelo- sussurrò mettendosi dietro di me che ero davanti allo specchio mentre mi pettinavo i capelli; -cosa pensi che accada?- domandai facendolo sorridere, -che qualcuno ti dia fastidio, qualche ubriaco, qualsiasi cosa, anche se vuoi uscire a fumare, mi avvisi- rispose facendomi annuire. Mi lasciò un bacio prima di andarsi a sdraiare sul letto; non mi asciugai i capelli e dopo aver indossa intimo e pigiama lo raggiunsi. Giocai al telefono fino a quando non me lo tolse dalle mani e mi abbracciò; -sono le cinque- sussurrò infilando la mano sotto la mia maglietta prima di farmi le carezze sul fianco.

Quando mi svegliai erano le tre di pomeriggio e dopo aver controllato se Igor ci fosse o meno, controllai le notifiche sul mio telefono; mia madre mi aveva scritto per questa sera, invece Igor mi aveva avvisato che sarei dovuta andare alla festa da sola. Che gentile, spero solo sia per un buon motivo. Studiare il resto del pomeriggio e verso le sette iniziai a prepararmi; indossai il vestito comprato il giorno prima, con dei semplici tacchi neri e degli orecchini in argento. Per i capelli scelsi una mezza coda che poi abboccolai e per renderlo più giovanile sfilai delle piccole ciocche così da creare l'effetto trasandato. Mi truccai gli occhi con del semplice ombretto color pesca, eyliner e mascara, e per le labbra optai per il rosso, così da stonare un pochino.
Stavo quasi per uscire quando Igoe varcò la soglia; mi guardò attentamente prima di sorridermi, ma ero arrabbiata con lui. Tutto il pomeriggio senza chiamarmi, mi avvisa che devo andare sola e poi si presenta qui; -mi aspetti?- chiese ma lo guardai stupita, -non sto ai tuoi comodi, la prossima volta usi sto telefono e mi avvisi dei tuoi piani, non che fai quel cazzo che ti pare- sbottai, uscendo poi di casa. Presi la macchina ma dopo cinque minuti mi stava chiamando; -mi devi aspettare per entrare- parlò serio, -quando mi hai detto che sarei andata da sola non hai detto nulla però, ti aspetto in macchina, ma muoviti- risposi chiudendo poi la chiamata.
Appena arrivati davanti la casa di suo padre parcheggiai l'auto e poi rimasi dentro, finché non vidi arrivare Igor in lontananza. Era bello come sempre e appena uscii dall'auto sentii anche il suo profumo; -sono incazzato nero con te- mi avvertì subito facendomi alzare gli occhi al cielo, -è una novità- scherzai ma mi guardò semplicemente male, visto che eravamo appena entrati. Appena vidi tutte le persone che c'erano lì dentro rimasi pietrificata davanti alla porta; mi prese il panico e subito mi girai per guardare Igor, che mi guardò semplicemente prima di cingermi la vita. -Tante persone verranno a presentarsi- mi avvertì facendomi annuire subito, ma la vicinanza con tanta gente mi aveva sempre procurato ansia, sopprattutto se non conoscevo mezza persona. Eravamo andati al bar per prendere qualcosa da bere ma appena mi accomodai sullo sgabello, una coppia si avvicinò a noi; dopo le presentazioni rimasero a chiacchierare con noi, o meglio con lui, visto che parlavo solo se mi domandavano qualcosa. Da quel momento per almeno dieci minuti, continuarono a salutare, e a chiacchierare con noi, 10 persone al minuto, persone che ripeto, neanche conoscevo, ma sapendo com'ero fatta, appena inizia a sudare freddo, mi allontanai per andare in bagno.
-Ti avevo detto di avvisarmi- parlò arrabbiato Igor, spalancando la porta, ma appena vide che ero rossa in faccia si preoccupò, -ti senti male?- chiese tirando subito fuori il telefono, ma scossi semplicemente la testa, facendolo tranquillizzare un minimo. -Mi viene questo specie di attacco se sono circondata da troppa gente- spiegai sedendomi sopra al water, -siamo qui dentro da venti minuti e me lo dici adesso che sei sudata e rossa?- chiese guardandomi male, -eri arrabbiato con me, magari ti scocciava- sussurrai ma mi zittì subito, -non fare la scema, potrei essere incazzato nero con te per qualsiasi motivo, mi dici tutto comunque-. Mi portò in cucina a prendere l'acqua prima di ritornare nella sala; -ci sono i miei genitori- lo avvertii girandomi per dirigermi da loro, ma mi afferrò per il polso avvicinandomi a lui, -aspetta che vengo con te-, -non sto qui ad aspettarti mentre tu parli con chi conosci- risposi subito ma si arrabbiò visibilmente. Guardò chi aveva davanti prima di fargli segno con la testa; -vuoi litigare oggi- disse serio facendomi appoggiare al muro, -stai facendo quello che ti pare, non conosco mezza persona, e non sono a mio agio- spiegai guardandolo, ma dopo avermi guardata mi porse la sua mano, che poi afferrai. Uscimmo fuori in giardino per fumare, e lì incontrai David e mio padre. -Tutto bene?- domandò quest'ultimo lasciandomi un bacio in fronte, -si tu?- risposi sorridente facendolo annuire; rimasero a parlare loro tre facendomi sbuffare prima di rialzarmi e rientrare. Non ce la facevo già più, eravamo arrivati da mezz'ora, non conoscevo nessuno, e nonostante fosse una festa organizzata per "me", nessuna veniva a presentarsi.

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