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-Devo lavorare- annunciò mentre stavamo tornando a casa, -dai- risposi triste guardandolo dolcemente, -vieni con me?- domandò ma non fui molto entusiasta, -un'oretta- insistette, -non mi va di guardarti mentre non faccio nulla- spiegai facendolo annuire. Appena arrivati entrò per cambiarsi i vestiti ma mentre era in doccia gli suonò il cellulare; -è mio padre- urlai e poco dopo mi raggiunse, nudo.
Non ascoltai la loro conversazione, visto che andò a parlare in cucina, ma poco dopo ritornò guardandomi stanco; -voglio stare qui- sussurrò sdraiandosi accanto a me, prima di alzare lo sguardo e di sorridere, -cosa?- domandai, ma non ricevetti risposta e continuò a guardarmi. Poco tempo dopo mi imbarazzai, diventando rossa, ma lui mi baciò prima di alzarsi, -sta sera ti porto a fare una cosa- mi avvertì aprendo l'armadio e vestendosi. Uscii a fare qualcosa di cui non sapevo niente, e nel mentre decisi di studiare un pó, ma sdraiata sul letto, con i libri in mano, mi addormentai.
Mi svegliai per un rumore improvviso, che mi fece spaventare parecchio, finché non lo vidi uscire dal bagno; -rimani lì che c'è di la mio padre- mi avvertì facendomi annuire, -non vuoi che lo veda?- chiesi ma prima di rispondere ci pensò, -ti conosco abbastanza bene per dire che se lo senti parlare saresti capace di litigare- spiegò passandomi la canna che aveva in mano. Lo aspettai e nel mentre fumai, finché non ritornò; si tolse i vestiti prima di indossare una tuta e sedersi accanto a me. Sorrisi ma nonostante averlo accanto fosse meraviglioso mi sentivo un pó stanca; -ti senti bene?- domandò ma dopo avermi toccato la fronte sorrise, -ecco perché hai le guancie rosse- continuò ancora, alzandosi per prendermi una pastiglia.

Il resto del pomeriggio lo passammo sdraiati a guardare un film mentre ogni tanto aprivamo qualche discorso; -per domani, a che ora dovremmo essere lì e cosa succederà?- domandai ma rimase fermo a guardarmi prima di rispondere, -credo che dalle nove inizino ad arrivare tutti, poi noi possiamo arrivare quando vogliamo- spiegò spostandomi i capelli che ricadevano sul collo, -e non so cosa si farà, nulla per divertirci- sbuffò dopo guardando l'ora dalla sveglia posta sopra il comodino, -dei tuoi parenti chi ci sarà?- chiesi ancora ma mi guardò divertito prima di ridacchiare e abbracciarmi. -Sono pieno di cugini da parte di mio padre, e ti avviso già, la maggior parte sono ragazze, con modi particolari- parlò lasciandomi un bacio dalla guancia, -modi particolari?- domandai già nervosa, -si, ma finché stiamo vicini non succederà nulla- spiegò facendomi alzare per girarmi a guardarlo, -hai le cugine che sono delle troie, è una festa di fidanzamento e mi dici che se ti sto vicino non succederà nulla?- chiesi facendolo sorridere, -cosa facciamo? Le ammazziamo perché si avvicinano a me?- domandò retorico ma annuì, -tu hai staccato i denti ad uno- gli ricordai facendogli cambiare espressione, -non è uguale- mi contraddì ma lo guardai più stupita di prima, -no? Che le tue cugine abbiamo "modi particolari" è normale?- sbottai facendolo sbuffare, -se qualcuno venisse da me a comportarsi nello stesso modo delle tue cugine?- aggiunsi e notai subito che cambiò espressione, -nessuno si azzarda a fare così con te- disse sicuro alzandosi e mettendosi davanti a me, -pretendo il rispetto che ricevi tu- parlai sicura, -e lo avrò da sola, non perché sono la tua ragazza- conclusi provocondagli un sorriso. -Non succederà nulla, e se succede fai quello che ti pare, non ti fermo- mi tranquillizzò lasciandomi poi un bacio in bocca; -devi fare qualcosa?- domandai tra un bacio e l'altro, -mangiamo fuori- sussurrò avvicinandosi di più a me, -tua madre me la farai mai conoscere?- sussurrai accarezzandogli poi la guancia, -quando vuoi andiamo a mosca a trovarla- rispose facendomi annuire sorridente. Mi cambiai indossando un vestito nero semplice ma vedendo che era parecchio corto, vista anche la serata, indossai sopra un camicia nera più lunga, completando il tutto con cintura, vari accessori e degli stivaletti con il tacco. Uscii dalla stanza andando a cercarlo, trovandolo poi a parlare al telefono in balcone; lo raggiunsi e appena mi notò sorrise, tirandomi per lasciarmi un bacio. Conclusa la chiamata si appoggiò alla ringhiera con me davanti; -non ti truccare- sussurrò sistemandomi i capelli, -perché?- domandai, -sei meravigliosa già di tuo, con queste guancie rosa e gli occhi...- parlò lasciando la frase in sospeso, -andiamo che è meglio- concluse divertito prima di palparmi il culo e mordermi il collo.

Arrivammo in questo locale, visto che mi aveva chiesto se volessi bere qualcosa prima di cenare; -cos'è, è tuo?- domandai visto che senza neanche aver detto una parola ci lasciarono entrare, -esattamente, se hai già fame ora dimmelo, ti faccio portare qualcosa- mi avvertì subito, aprendomi la porta che portava ad un mini balcone sopra la pista. Erano già seduti due ragazzi in compagnia di una donna, e appena si girarono a guardarmi notai uno guardo di stupore. -Era ora- disse la ragazza scrutando Igor da capo a piede, -non pensare male, vedo la scintilla nei tuoi occhi, piacere Diana- continuò dopo rivolgendosi a me, -la sorella- dissi ovvia facendola annuire, -lui è Ivan, non so dirti quando l'abbiamo conosciuto ma è con noi da abbastanza tempo per dirti che il ragazzo dietro di te è stupido- parlò ma essendo un pó brilla barcollava, -taci e siediti- la liquidò Igor facendola risedere. -Ivan, Paul- parlò guardando prima i due ragazzi e poi me, -l'angelo caduto dal cielo- commentò uno provocando una strana reazione al ragazzo dietro di me, -non fare sti commenti di merda- lo zittì guardandolo malissimo, prima di sedersi di fianco a me, -vai via, ci vediamo dopo- gli parlò poi il ragazzo accanto, che dopo averlo guardato per qualche secondo lo guardò andare via.
-Ti avevo detto di non farlo più entrare, la prossima volta che lo vedo qui sarò l'ultima persona che vedra- parlò mentre mi toglievo il cappotto, -che cosa carina- scherzai guardando su un pezzo di carta plastificato i cocktail che c'erano, -lui è per la pace- si intromise il suo amico facendomi sorridere mentre guardavo Igor che a sua volta controllava cosa stessi facendo. Appena mi ordinò cho che volevo, iniziò subito la conversazione che comprendeva anche Diana, e in pochi tempo mi sembrava di parlare a persone che conoscevo da una vita.

-Ragazzi, sono le undici, io vado in una discoteca di cui in questo momento non ricordo il nome, se vi servo, call me- sbottò ad una certa la ragazza, che dopo averci salutato se ne andò via; -vado anche io- ci avvertì poco dopo Ivan, che dopo aver stretto la mano al ragazzo accanto, sparì dietro la porta. -Vuoi andare a mangiare?- chiese ma alzai le spalle, -tu vuoi andare?- domandai in risposta ma mi guardò divertito, -a me va bene quello che va bene a te- precisò ma scossi la testa, -tu vuoi fare qualcosa e mo mi dici cosa vuoi fare- dissi sicura, -è un ordine- mi prese in giro tirandomi per la gamba così da avvicinarmi a lui, -mangiamo- iniziò e già avevo capito dove volesse arrivare, -mh, poi mi spogli- continuai io al posto suo, così per provocarlo un pochino, -prima ti bacio finché non senti più le labbra, poi ti ricopro di succhiotti ovunque e per due ore filate non deve uscire dalla tua bocca niente se non gemiti e suppliche- parlò guardandomi serio, -smettila di fare questa faccia..- lo avvertii ma mi interruppe, -se no?- chiese provocatorio, ma lo guardai divertita.
Mi alzai sedendomi sopra di lui, -sto vestito è corto- sussurrò visto che mi si era alzato come fosse una semplice maglia, -non serve che sia lungo- risposi iniziando poi a baciarlo.

 ||Where stories live. Discover now