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Ero sdraiata, nuda, sul divanetto nell'ufficio che aveva Igor in quel posto.
-Non mi voglio alzare più- ammisi accarezzandogli le spalle, -anche se andiamo a mangiare?- chiese appoggiandosi al mio petto, -dipende cosa, poi a quest'ora c'è qualcosa aperto?- domandai facendolo annuire subito. Mi rivestii sotto lo sgaurdo di lui, che si infilò semplicemente la maglietta e i jeans; -non mi sto lamentado perché sei bellissima, ma perché hai sto vestito? Se ti abbassi un secondo ti si vede tutto- osservò ma lo guardai sorridente, -è un vestito che mettevo quando avevo 13 anni, solo che mi piace metterlo o con la camicia, o magari qualche giacca di jeans lunga- spiegai guardandomi, prima di riportare lo sguardo verso di lui, che stava sorridendo. Stavamo per uscire dalla discoteca, quando mi tirò indietro per poi cingermi la vita: mi ritrovai davanti due ragazze, ma evitai di guardarlo male. -Tu sei Karine- disse la mora porgendomi la mano, che poi strinsi; -quindi domani grande festa?- domandò sempre la stessa, poggiando la mano sopra il braccio di Igor. La fissai finché non notò il mio sguardo e si allontanò di poco, -andiamocene- ordinai arrabbiata guardandolo, -li c'è il mio amico- mi fermò ma alzai gli occhi al cielo, -lo so hai ragione, l'avessero fatto con te non mi sarei neanche trattenuto, però ci metto neanche due minuti, vuoi iniziare ad uscire?- domandò accarezzandomi una guancia, così annuì prima di dirigermi verso l'uscita. Mi ritrovai davanti le due ragazze di poco prima, ma per non creare problemi cercai di non farci molta attenzione; mi stavo dirigendo verso l'auto quando sentii chiamarmi. -Non sei nessuno per dirmi di non toccarlo- parlò subito mettendosi davanti a me; la squadrai da capo a piede prima di riderle in faccia, -non toccare chi? Igor? Prova a rifare quello che hai fatto lì dentro e ti spello viva- la minacciai afferrandola per la faccia e spingendola via. La guardai e nello stesso momento uscii fuori il ragazzo, che subito mi guardò come per capire. -Devo spaccarle la faccia io?- domandò nervoso dopo esser passato accanto alle due per raggiungermi, -no lascia stare- risposi sedendomi sul sedile prima di accendere il riscaldamento.
-Le avrei bruciato i capelli- sbottai ad un certo punto, -dimmi cos'è successo se no torno indietro e faccio a modo mio- mi avvertì girandosi a guardarmi, -ma niente, sono uscita e mi ha rotto il cazzo- ammisi nervosa, -era una delle mie cugine, è sempre fuori a fare serata- spiegò ma lo interruppi subito, -se continuiamo a parlare di sta storia litighiamo, non me ne frega un cazzo di chi è quella lurida schifosa- lo avvisai, -perché devi litigare con me?- chiese divertito, -perché quando vuoi tu è una cazzata tutto- ammisi ma lo vidi alzare gli occhi al cielo, -non ho detto questo, però se uno ti viene a parlare può farti male, una ragazza a me non mi fa nulla, non è solo gelosia- insistette, -allora non prendere questa storia come se fossi una bambina che si lamenta di niente, è fastidioso che una arriva e ti poggia la mano su braccio, senza neanche presentarsi, fosse una tua amica, ma no, neanche quello- sbottai, -Karine non ti sto dicendo nulla, volevo anche ritornare, se qualcuno avesse toccato te sarei uscito fuori di testa- mi tranquillizzò appoggiando la mano sulla mia coscia. -Non sopporto il fatto di doverle vedere domani- ammisi stringendo poi la sua mano, -ho già scritto per non farle venire, se poi si presentano ci penso io- parlò sicuro parcheggiandosi poi davanti ad un ristorante. -Sono vestita troppo elegante per questo posto- parlai fermandomi davanti all'entrata, -che cazzo te ne frega, non ti guarda nessuno- disse sicuro ma appena varcata la soglia si girarono subito a guardarci. -Io so chi sei- mi guardò il tipo dietro al bancone facendomi venire l'ansia, -oh non vi preoccupate, lho riconosciuta perché lho vista da piccola, conosco suo padre- parlò subito dopo guardando Igor, che annuì leggermente prima di indicarmi un tavolo.
Iniziai a guardare il menù finché non ritornò e si sedette di fianco a me; sbuffò prima di afferrare la mia gamba per appoggiarla sulla sua. Mi guardò con un leggero sorriso prima di iniziare ad accarezzarmi la gamba; -te lo ricordi sto tipo?- domandò facendomi scuotere la testa, -il ristorante si, mi è familiare- precisai spostando lo sguardo su di lui, -sei arrabbiato?- chiesi ma scosse la testa, -un pochino, ma alla fine sono io che sono possessivo- rispose ma a questa affermazione rimasi colpita. Lo guardai mentre leggeva il menù, finché non si incontrarono i nostri sguardi, -non guardarmi in quel modo- minacciò facendomi sorridere, -perché se no che succede?- sussurrai avvicinandomi a lui, che infilò la mano che era sopra la mia gamba, nella mia intimità. Ansimai leggermente appoggiando la schiena al muro, -continuo?- chiese facendomi annuire, ma sorridendo tolse la mano; -ti sistemo dopo- parlò sicuro, -mh, hai perso la tua possibilità- lo avvertii facendolo ridere, -non credere che mi servi tu, posso fare anche da sola- continuai volendolo istigare. Smise subito di ridere prima di girarsi a guardarmi, -ti eccita sta cosa, lo so- parlai sicura ma mi prese da dietro al collo per avvicinarmi a se, -dopo me lo fai vedere come fai da sola- sussurrò sistemandomi poi i cappelli dietro le orecchie: mi imbarazzai molto, anche se adoravo troppo quest'intesa tra di noi.
Appena ordinati i menù con patatine e panino lo guardai mentre scriveva qualcosa sul telefono; gli stavo accarezzando i capelli mentre mi osservavo intorno, finché non incontrai lo sguardo con un uomo vecchi, che dopo avermi fatto l'occhiolino non smise di fare facce disgustose. Evitai di creare casino, solamente che il ragazzo accanto a me alzò la testa prima di osservarmi; -cosa c'è?- domandò ma scossi la testa prima di farlo annuire. -Rispondo a questa chiamata, sono lì davanti a te- mi avvertì alzandosi velocemente e andando verso il bancone; mi preoccupai subito che quello schifoso potesse fare qualcosa e infatti me lo ritrovai seduto accanto al nostro tavolo. Volevo che questa serata fosse tranquilla, ma appena si leccò le labbra mentre mi guardava diventai una iena; mi alzai subito e senza sprecare una parola presi la sieda posta davanti a lui e gliela lanciai addosso. Cadde a terra e subito dopo arrivò Igor che era furioso, -cos'ha fatto?- domandò prendendolo per il collo, -lo schifoso- risposi ripensando a che comportamento di merda avesse avuto. -Tieni, vai in macchina finché non torno- ordinò passandomi le chiavi, -volevo passare una serata tranquilla- ammisi dopo aver preso il mio cappotto e la borsa, -arrivo- concluse e così uscii.

 ||Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz