Con cura, Emily depositò i muffin di Taima sopra il bancone, accuratamente evitati da Paul che si avventò su un pezzo di crostata sfornata una decina di minuti prima. Contenta come le due avessero legato parecchio nell'ultima settimana, guardò divertita mentre la mutaforma si gustava con calma uno di quei muffin tutti per lei.

«Taima, - attirò la sua attenzione, - hai da fare più tardi?»

La Quillayute smise di mangiare il muffin, scuotendo leggermente la testa e scrutando con attenzione il volto di Emily, improvvisamente illuminatosi di una luce sinistra. Intuì come l'imprinting di Sam stesse tramando qualcosa ma non era esattamente certa di cosa si sarebbe dovuta aspettare da quella donna che l'aveva accolta e la trattava come una sorella.

...

Probabilmente in quel momento l'idea di venire aggredita da un gruppo di vampiri era estremamente più allettante di quello che stava subendo in quel momento. Ancora doveva abituarsi alle dinamiche di quel secolo, ma Emily era stata paziente con lei mentre tentava di farle capire come fosse possibile mangiare anche quello che non fosse strettamente non lavorato, restia a provare anche le ricette più basilari.

Farle indossare vestiti aderenti o diversi dal cotone? Un'impresa titanica a cui Emily dovette presto rinunciare, non demordendo però dal farle provare un'infinità di cose diverse, per nulla stupida dall'assenza di imbarazzo per la sua privacy; aveva presto imparato come in un branco quello fosse un concetto relativo.

Sicuramente Taima non era affatto felice di passare oltre due ore di quella mattina dietro alle fantasie della giovane donna che aveva di fianco e che non la smetteva di pasticciare con i suoi capelli. Lunghi fino a metà schiena erano una folta massa di capelli lisci, tenuti, onestamente, il minimo indispensabile in ordine.

«Sicura che non vuoi tagliarli? Non è anche per questo che il tuo pelo è più lungo degli altri?» domandò curiosamente Emily, domanda che aveva tenuto in serbo da quasi una settimana quando aveva finalmente avuto l'occasione di vedere la forma su quattro zampe di Taima. Nient'affatto intimorita e anzi divertita dalla morbidezza del folto pelo che l'aveva protetta per decenni nel clima gelido dell'Alaska.

«Non mi danno fastidio, ma non so come fare...» continuò semplicemente indicando con la mano l'intera massa di capelli che le ricadeva sciolta dietro la schiena.

Ben presto imparò come fosse estremamente più facile tenerli semplicemente legati in una coda bassa o nella morbida treccia che Emily si era divertita a farle. Mentre le due chiacchierarono del più e del meno, gran parte della giornata passò senza neanche accorgersene.

Fu l'ululato limpido di Sam che richiamò all'attenzione Taima, congedatasi in fretta da casa di Emily prima di correre fuori e mutare non appena ebbe raggiunto la boscaglia. Fu lì che la sua mente venne invasa dai pensieri di Jared e Paul che anche si era appena aggiunto a loro.

Cosa succede, Sam?

Hanno attraversato il fiume.

Dal territorio dei Cullen?

Sono diretti a Nord, sovrastò tutti con imponenza l'autoritaria voce di Sam che mise a tacere i pensieri incoerenti di Jared e Paul.

State attenti alla femmina, fu l'unico commento di Taima che finalmente sentì di nuovo quel brivido della caccia che le scorreva nelle vene. Nella mente di Sam e Jared capì come i due fossero sulle tracce dei Nomadi che avevano appena fiutato e la Quillayute non perse tempo, riunendosi in corsa assieme a Paul.

L'inseguimento durò meno del previsto quando, con una brusca deviata, i vampiri fecero perdere le proprie tracce e costringendo così i quattro mutaforma a pattugliare per tutto il pomeriggio l'intera riserva. Il loro odore sembrava essere svanito nel nulla e finalmente quella testa calda di un Lahote comprese gli ammonimenti continui di Taima, non li sopravvalutava di certo quando li definiva come degli esperti nel depistaggio.

Lie a little better | Twilight | Carlisle CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora