4.

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Sembrava che tutti dormissero, quando tornai nella cabina. Mi sdraiai sulla mia branda, talmente pensieroso che non mi accorsi della presenza di qualcuno nel mio letto.
"Ahi!" esclamò quello.
Strizzai gli occhi cercando di vedere meglio. "Nico?" feci con aria stupita. "Cosa diamine...?"
"Non riesco a dormire, Connor" confessò lui, guardandomi con occhi spaventati.
Se non fosse stato il fratellino di Bianca e non avesse avuto quell'aria da cucciolo smarrito, l'avrei buttato giù dalla branda a calci urlandogli: E cosa pretendi? Che ti canti la ninna nanna?
Invece mi limitai a sedermi sul bordo del mio letto e sospirai. "Brutti sogni?"
Nico annuì in fretta. "La manticora" bisbigliò.
"Manticora? Che manticora?"
"Ha attaccato me e Bianca quando eravamo ancora alla scuola. Voleva ucciderci, penso." Un brivido lo percorse. "Prima che Percy ci salvasse."
"Già. Percy è un vero eroe." Sputai quasi fuori le parole. Mi dava un po' fastidio. Io e Travis eravamo da molto di più al Campo, eppure un anno e mezzo prima l'impresa era stata affidata al nuovo semidio, Percy Jackson, il figlio di Poseidone.
"Lo penso anch'io!" esclamò Nico, entusiasta. "Ha quella spada fighissima, e..."
"Nico" lo interruppi. "È meglio se dormi, adesso, okay? Continuiamo domani a parlare."
Nico mi guardò sofferente per un po', poi fece cenno di sì con la testa e si infilò nel suo sacco a pelo.
Finalmente riuscii a sdraiarmi sulla mia branda cercando di prendere un po' di sonno, anche se non era facile. La mia mente era occupata dalle immagini di tutti i luoghi dove mai pioggia viene che si potessero trovare, o da tutti i genitori che potrebbero voler uccidere i figli. Odiavo il mio subconscio. Mi impediva di riposare. Avevo ancora le visioni di Artemide in catene e, al solo pensiero che quelle catene non potessero essere spezzate, il mio cuore perse un battito o due.
Dovevano essere le tre del mattino, quando qualcuno entrò silenzioso nella cabina. Erano ore che mi rigiravo senza riuscire a prender sonno così, appena sentii il rumore dei passi sulle assi mezze cigolanti del pavimento, scattai a sedere.
"Ssh" fece il nuovo arrivato. "Non deve sentirci nessuno."
Mi alzai e lo seguii fuori. Nella luce lunare, Bianca era ancora più bella. Sembrava splendere solo per lei, quella luna. "Che fai?" le chiesi a bassa voce, ma comunque con un tono abbastanza incavolato. "Se ci beccano fuori dalla cabina, siamo morti. Altro che pulire le stalle o lucidare tutte le armi del Campo. No. Siamo morti direttamente. Io sono un ragazzo e tu una Cacciatrice. Dovresti rifiutarti anche solo di vedermi."
Bianca rise e i suoi occhi luccicarono. "Non ti preoccupare" mi disse. "Dormono tutti, è tutto okay. Non ci vedrà nessuno."
Non ne ero per niente convinto. Era assurdo pensare che avrei potuto avere quella fortuna.
Mi strinsi nelle spalle. "E se anche non ci beccassero?" le chiesi. "Scommetto che Artemide lo sa già. È una dea, dopotutto."
"Sta' tranquillo." Bianca si allontanò un po' e fui costretto a seguirla.
"Dove stai andando, Bianca?"
"Seguimi."
"Lo sto facendo."
"Continua allora!" Bianca accelerò il passo. Mi fece camminare per una buona mezz'ora, tornando indietro, girando in tondo e sbagliando strada abbastanza spesso. Alla fine, mi portò semplicemente al fiume di confine per la Caccia alla Bandiera.
"Bianca, se me l'avessi detto, ti avrei guidato io. Ci avremmo messo molto meno" le feci notare.
Bianca scrollò le spalle. "Volevo vedere se mi ricordavo come raggiungerlo." La ragazza mi guardò. "Vorrei che mi mandassi un messaggio con l'I-phone, ogni tanto."
"Messaggi Iride?" le chiesi, ridacchiando. Guardarsi in faccia attraverso un arcobaleno per tutto il tempo in cui Bianca sarebbe stata via. Non era il massimo come idea. Mi avrebbe fatto venire una voglia ossessiva di vederla e l'avrei chiamata in continuazione fino a quando non avessi finito tutte le dracme a mia disposizione, poi ne avrei rubate altre e avrei continuato.
Bianca fece un sorriso debole. "È un'idea così brutta?" replicò con tono insolente.
"Oh, affatto. Ma potresti chiamarmi anche tu. Così magari non ti becco nel bel mezzo di un combattimento."
"Mi sembra sensato." Il sorriso di Bianca si spense. "Quando l'impresa sarà finita, vorrei lasciare le Cacciatrici. Non penso più che sia la cosa più giusta per me."
"Cosa?" urlai quasi. "Non puoi lasciare le Cacciatrici. Ti ho vista stare con loro, a cena. Ti trovavi così bene..."
"Ma con te sto meglio."
Cercai di dire qualcosa, ma mi uscì solo una serie di balbettii indistinti. "Dici davvero?" chiesi infine.
"Certo, che razza di domande che fai, ragazzo degli scherzi." Si tirò sulle punte dei piedi e mi diede un bacio sulla guancia, poi si allontanò. Prima di sparire in mezzo agli alberi, mi disse: "Ci rivediamo qui. Una volta finita l'impresa, ci rivedremo, stesso posto, stessa ora." Poi non la vidi più.
Tornai alla cabina di Ermes, ancora più triste di prima. Il sacco a pelo di Nico era vuoto. Travis russava nella branda accanto. Tutti dormivano tranquilli, senza nessun peso sul cuore. Tutti tranne me, sdraiato a guardare la branda sopra la mia. Bianca era sicura che ci saremmo rivisti. Ma io non tanto. Quando finalmente riuscii ad addormentarmi, aveva appena iniziato ad albeggiare. Avrei voluto andare a salutare Bianca e gli altri, ma, se l'avessi fatto, sapevo che non sarei più riuscito a lasciarla andare. Così lasciai che i miei occhi si chiudessero e il mio corpo si abbandonasse alla stanchezza. Ma il sonno, come per tutti i semidei, portò soltanto brutti sogni.
Ero su una sorta di altipiano. Alla mia destra, Artemide in catene e Annabeth che sorreggeva una sorta di soffitto. A sinistra, Bianca intrappolata in dei cavi e pezzi di metallo e Zoe, coperta di sangue dalla testa ai piedi.
"Scegli..." sussurrò una voce graffiante. Sembrava un coltello sfregato sulla pietra. "Scegli..."
Provai a muovermi verso Bianca, ma il mio corpo non mi rispondeva. La ragazza scosse la testa in fretta e mi fece un cenno verso Artemide e Annabeth, come a dire: Scegli loro, scegli loro.
"Scegli..." sussurrò ancora la voce.
Bianca mi implorò con lo sguardo. Voleva che scegliessi la sua dea. Voleva che scegliessi Annabeth. Voleva che sacrificassi lei.
"Scegli..."
La voce mi metteva ansia, e non capivo neanche il perché. Non solo mi trovavo in un sogno, ma la voce non aveva neanche un corpo, era totalmente immateriale.
"Scegli..."
Per un istante, pensai di scegliere Bianca e Zoe. La seconda aveva un'aria serena, nonostante il sangue che la ricopriva. Stava dicendo qualcosa. Cercai di leggere il suo labiale. Artemide mi ha salvata.
Bianca, capendo cosa stavo per fare, scosse la testa e indicò ancora Artemide.
Mi voltai verso la dea. Era arrabbiata e stanca. Annabeth, invece, sembrava star sostenendo un peso enorme sulle sue spalle. Soffriva.
"Scegli..."
Odiavo già quella voce. "Scelgo..." mormorai. "Scelgo Artemide."
La voce rise e, di soprassalto, mi svegliai.

[Questo capitolo fa un po' schifo, ma non uccidetemi. Vi voglio bene. ♡ ]

Amore di sguardiWhere stories live. Discover now