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[Volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la mia storia. Amo tutti quelli che provano a leggere i miei pensieri senza senso.♡]

Percy si arrampicò sul Pugno di Zeus, nella speranza di vedere qualcosa.
"Che sta succedendo?" gli chiese Nico, cercando di scalare il macigno.
Percy non rispose. Stava macchina do qualcosa. Si rivolse a Beckendorf. "Ragazzi, ce la fate a badare alla bottega?"
Il figlio di Efesto sbuffò. "Certo."
"Io vado." Percy si voltò e si lanciò verso il confine.
Travis e Nico esultarono e mi unii anch'io al grido.
Il semidio non fece in tempo a sparire che noi fummo subito attaccati.
Le Cacciatrici tirarono un'ondata di frecce, due delle quali, ovviamente, si conficcarono nel mio elmo. Poi non so cosa successe, ma svenni. Quando mi svegliai, ero accasciato accanto a Travis sulla groppa pelosa di Chirone con un gran mal di testa. Guardai davanti a me. Talia e Percy stavano litigando. Di brutto. Chirone li implorò di calmarsi. Percy aveva raccolto dietro di sé tutta l'acqua del ruscello e stava per scagliarla contro Talia, quando, improvvisamente perse la presa.
Qualcosa si stava avvicinando a noi, avvolto in una nube verde. La mia bocca si spalancò quasi automaticamente.
"È impossibile" esclamò Chirone. Aveva la voce estremamente nervosa, e anch'io ero un fascio di nervi. "Lui non... lei non ha mai lasciato la soffitta. Mai."
Invece, i pezzi tumefatti del corpo della donna che aveva ospitato l'Oracolo avanzarono fino al centro del gruppo.
Poi, quell'essere non esattamente identificato, iniziò a parlare nella mia testa. Travis saltò in piedi, sull'attenti, come se dovesse combattere. A Nico cadde l'elmo sugli occhi per lo spavento. Molti si tapparono le orecchie con le mani. In mezzo alla folla, cercai Bianca Era sdraiata in mezzo alla neve, ma, non appena sentì la voce, si drizzò a sedere ad una velocità che non pensavo fosse raggiungibile per un essere umano. O semi umano.
"Io sono lo spirito di Delfi. Portavoce delle profezie di Febo Apollo, uccisore del potente Pitone."
L'Oracolo si voltò verso la ragazza che sembrava il capo delle Cacciatrici. "Avvicinati, postulante, e chiedi."
La ragazza deglutì. "Cosa debbo fare per salvare la mia dea?" chiese.
La bocca dell'Oracolo si aprì e del vapore verde se ne riversò fuori. Ebbi il flash sfocato di una montagna e una ragazza in piedi sulla vetta spoglia. Era Artemide, ma era incatenata alla roccia. Era in ginocchio, le mani alzate. Stava indubbiamente soffrendo.
L'Oracolo continuò: "Cinque andranno ad ovest dalla dea in catene. Uno si perderà dove mai pioggia viene. Il flagello dell'Olimpo la strada saprà mostrare. Il Campo e le Cacciatrici insieme potranno trionfare. La maledizione del Titano uno dovrà patire, e per mano di un genitore, un altro dovrà perire."
Il vapore si raccolse dentro la bocca della mummia. L'Oracolo si sedette su un masso e rimase immobile.
Tutti rimasero in silenzio. Poi, Chirone si schiarì la gola. "Percy Jackson e Grover Underwood" chiamò. Ecco che li invita a partecipare all'impresa, come al solito, pensai, subito. "Riportatela in soffitta."
Percy e il satiro, Grover, dopo aver sbuffato un paio di volte, si caricarono l'Oracolo sulle spalle e si avviarono verso la Casa Grande.
Stavo per dare di gomito a Travis, soddisfatto, quando Bianca si alzò in piedi e mi guardò con aria interrogativa. "Una profezia" mimai con le labbra.
Lei spalancò gli occhi, poi mi sorrise. Sorrisi anch'io, sperando di non avere uno sguardo troppo ebete. Gli occhi di Bianca agganciarono i miei e non li lasciarono più andare.
Nel frattempo, il signor D era arrivato e indetto un consiglio di guerra.
Bianca guardò le sue compagne, poi di nuovo me. "Ci vediamo dopo" mimò con le labbra. "Vengo io".
Alzai i pollici cercando di non farmi vedere da nessuno.
Ci dirigemmo alla sala dove si teneva il Consiglio, vale a dire la sala ricreativa. Dioniso fece comparire degli snack sul tavolo da ping-pong. Noi semidei ci sistemammo lì attorno. Io, Trav, Beckendorf e Silena Beauregard a sinistra, Percy, Talia e il satiro Grover a destra, mentre ai due capi si sedettero Bianca e la ragazza che aveva aperto a me e Travis il giorno prima - che avevo scoperto si chiamasse Zoe Night-qualcosa - e all'altro capo il signor D e Chirone. Avrebbe dovuto presentarsi anche qualcuno della casa di Ares, ma erano stati tutti massacrati dalle Cacciatrici.
Zoe iniziò a parlare. "Tutto questo è inutile."
"C'è la salsa al formaggio!" esclamò Grover e si fiondò letteralmente sopra gli snack.
Zoe alzò gli occhi al cielo, ma perlopiù cercò di mantenere la sua posizione rigida e non curarsi troppo di ciò che il satiro faceva. "Non c'è tempo di discutere" continuò Zoe. "La nostra dea ha bisogno di noi. Le Cacciatrici debbono partire subito."
"Per andare dove?" chiese Chirone.
Bianca scattò quasi in piedi. "A ovest!" rispose. Fui distratto immediatamente dalla conversazione. Insomma, Bianca era un elemento molto più interessante di una stupida profezia. Sapevamo già tutti chi sarebbe partito: Percy Jackson, Grover Underwood, Talia Grace, Zoe Night-qualcosa e un'altra Cacciatrice. E poi, Bianca era così bella, con i capelli tirati indietro e gli occhi scuri pieni di interesse. Dopo aver notato che la stavo guardando, Bianca incrociò il mio sguardo e mi sorrise. In quel momento mi riscossi, tornando alla realtà, anche se avrei preferito perdermi in quegli occhi color del carbone.
Stavano parlando di qualcosa riguardo un mostro, il flagello dell'Olimpo, credo. Chirone stava descrivendo qualche possibile flagello. "Temo che questo mostro possa essere più elusivo. Forse persino più potente" concluse.
"Credo che dovrete affrontare un pericolo davvero grosso" commentai. "Sembra che almeno due dei cinque moriranno."
Bianca si voltò a guardarmi con aria interrogativa come a dire: Perché, tu non vieni con noi? Alzai le spalle e lei tornò a concentrarsi sulla conversazione.
Continuarono ad analizzare la profezia per un altro quarto d'ora almeno, prima che iniziassero a parlare di chi sarebbe andato.
Silena stava per mettere le mani addosso a Zoe, così io e Travis la tirammo a sedere.
Beckendorf cercò di calmare tutti. "Piantatela!" esclamò. Non si mosse una mosca, come succedeva sempre quando il figlio di Efesto parlava. "Cominciamo con le Cacciatrici. Quali sono quelle che andranno?"
Zoe si alzò in piedi con fare autoritario, come se dovesse ristabilire la sua posizione. "Io, naturalmente, e porterò Phoebe con me. È il nostro miglior battitore."
Io e Travis avevamo parlato di quella ragazza. L'avevamo incontrata nel "negozio di souvenir per semidei" mentre adocchiava una maglietta. E avevamo deciso di farle uno scherzetto.
Travis mi diede una botta col piede sotto il tavolo. "Parli di quella ragazzona a cui piace dare le botte in testa alla gente?" chiese, soppesando le parole.
Zoe annuì.
"Quella che mi ha infilato le frecce nell'elmo?" chiesi ancora.
"Sì" rispose Zoe guardandomi malissimo, neanche potesse ridurmi in cenere con gli occhi. "Perché?"
"Oh, niente" fece Travis con disinvoltura. "Solo che abbiamo una maglietta per lei. L'abbiamo presa allo spaccio del campo." Tirò fuori la T-shirt argentata dove era stampata la scritta ARTEMIDE DEA DELLA LUNA - BATTUTA DI CACCIA AUTUNNO 2002 insieme ad un'interminabile lista di nomi di parchi naturali sparsi per il mondo. "È roba da collezione. Le piaceva" continuò mio fratello. "Vuoi dargliela tu?"
Zoe sospirò e prese la maglietta. Non ci conosceva a sufficienza per sapere che c'era qualcosa sotto. "Come stavo dicendo, porterò Phoebe. E vorrei che venisse Bianca."
Lei spalancò gli occhi con aria insieme stupita e imbarazzata. "Io? Ma... sono l'ultima arrivata. Non servirei a nulla."
Zoe riuscì a convincerla e, quando fu deciso che Talia e Grover avrebbero partecipato all'impresa, quasi mi strozzai con la saliva. Pensavo che avrebbero mandato Percy, e invece il figlio di Poseidone stava ancora a guardarsi le dita cercando di contare quanti fossero già stati scelti. E lui non era dei loro. Chirone chiuse il Consiglio e fui il primo a schizzare fuori dalla sala ricreativa. Subito dopo di me, uscirono i quattro che avrebbero partecipato all'impresa. Bianca si staccò da loro con una scusa banale e mi raggiunse senza farsi notare. "Dove andiamo?" mi chiese.
La presi per mano. "Vieni." Iniziai a correre e lei mi seguì. La portai alla baia. Era sera e non c'era nessuno, non solo perché era proibito uscire di notte, ma anche perché tutti dovevano essere terrorizzati dalla profezia e dall'impresa incombente.
Ci sedemmo sulla sabbia coperta da un piccolo strato di ghiaccio. "La partenza è domani, all'alba" mi ricordò Bianca.
"Lo so." Preferivo non pensarci. Non pensare al fatto che Bianca sarebbe potuta essere una di quelli che non avrebbero fatto ritorno. Okay, forse una cotta per lei me l'ero presa. Ma, dopotutto, era così bella, con i capelli intrecciati come Zoe in modo tale da mettere in evidenza il suo viso chiaro, che sembrava brillare di un bagliore argenteo. Notai una spruzzata di lentiggini sulle sue guance e sul naso.
"Che si fa, allora?" chiesi. Non volevo sentirmi dire che era tutto perduto, che non c'era speranza per un futuro.
Bianca tamburellò le dita sul terreno. "Io..." bisbigliò, poi a voce più alta: "Io credo di essermi innamorata e non è normale, dato che sono appena arrivata al campo."
Cercando di essere indiscreto, mi spostai più vicino a lei. "Anch'io, ma è normale. Dicono che bastano sessanta secondi per innamorarsi."
"Be', allora" disse "chi è la giovane fortunata?" Sorrise, guardandomi con i suoi occhi neri, vivi e intelligenti. Profondi. Per un attimo mi persi dentro di loro.
Le posai una mano sulla guancia. "Credo che lo scoprirai presto" sussurrai prima di baciarla.
Fu Bianca a separarsi da me. Aveva le guance e il collo rossi. Squadrò il mio viso per un po', poi si alzò in piedi e corse via, lasciandomi solo sulla spiaggia.

Amore di sguardiWhere stories live. Discover now