CAPITOLO 27

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15 agosto 1955, Bologna
Asia
"Seguimi! È da questa parte" mi dice Evan camminando di fronte a me. "Ma quanto manca?" sbuffo io. Stiamo andando nella casa di campagna dei genitori di Evan ed è da quasi un'ora che stiamo camminando. Abbiamo deciso di passare il Ferragosto qui, ovviamente abbiamo detto ai nostri genitori che uscivamo con degli amici. Purtroppo siamo ancora costretti a mentire. "Mi avevi detto che era vicina alla stazione!" mi lamento di nuovo. "Ammettiamolo, mi avresti seguito lo stesso se ti avessi detto che c'era da camminare così tanto?" dice lui ed io sto in silenzio, non sapendo che cosa rispondere. "Appunto" ride Evan ed io lo guardo male. Dopo qualche minuto, finalmente, arriviamo. Mi guardo intorno non appena entriamo nella casa: è veramente tenuta bene oltre che bellissima, ha delle tonalità bellissime che vanno dal marrone più chiaro a quello più scuro. Mentre da fuori è costruita in sasso, dentro gran parte delle pareti sono in legno. "È stupenda" dò voce ai miei pensieri ed Evan mi guarda sorridendo. "Io vado a controllare che la camera sia in ordine, tu prenditi pure qualche minuto per perlustrare la casa" mi informa il mio ragazzo ed io annuisco. Mi faccio una sorta di tour dell'abitazione ed ogni cosa che vedo mi fa pensare sempre di più di quanto questo posto sia magnifico. Dopo ciò, raggiungo Evan in cucina che è intento a cucinare non so che cosa. "Hey!" gli faccio notare la mia presenza io. "Carissima, il qui presente chef Greco ti delizierà con una delle sue specialità" si vanta lui. "Ah si? E di che cosa tratta la ricetta?" chiedo incuriosita.
"Non te lo dico, devi indovinare"
"Mh, pizza?"
"No, troppo scontato"
"Non dirmi che l'hai inventata tu"
"No no, non mi sono ancora spinto fino a lì"
A questo punto, non riuscendo a trattenere la curiosità, protesto "Eddai dimmelo! Tanto ho già capito che non indovino." Si, sono una tipa piuttosto curiosa io. "Vuoi proprio sapere il nome di questa pietanza?" mi chiede Evan ed io gli rispondo di sì, ancora presa dalla voglia di sapere che cosa sia. "Pasta al sugo" e si sposta, facendomi vedere che sta calando gli spaghetti nella pentola. A quel punto io lo guardo esterrefatta. "Ma mi prendi in giro?" gli dico e lui scoppia a ridere ed inevitabilmente scoppio a ridere anch'io.
1 febbraio 1964, Bologna
Asia
Guardo Evan confusa, non sapendo che dire. Perché tutta questa ansia? Decido di passare lo sguardo su Iris e le sorrido. "Io mi ricordo di te, ci siamo scontrate al supermercato non molto tempo fa. Giusto?" le dico tentando di fare conversazione. "Si" mi dice con un tono da antipatica. Ma perché? Quando l'ho vista la prima volta mi sembrava così carina. "Senti Asia, che dici se usciamo un attimo? Così ti spiego tutto con calma" mi propone Evan. "Io non penso ci sia nulla da spiegare, stavamo insieme ma, dopo avermi lasciata da sola a Londra, sei tornato qui e ti sei concentrato solo su Asia" si lamenta Iris ed io sono sempre più confusa. "Non è assolutamente così!" obbietta Evan. "Ed allora com'è?" ribatti io, decisamente stufa di questa situazione. "La verità dei fatti, tesoro mio, è che finché il paparino del tuo ex ragazzo non è stato scarcerato, io e lui eravamo felici a Londra ma da quando è tornato a Bologna ha pensato solo ed esclusivamente a te ed a me dà fastidio ok? Quindi, se solo provi a prenderti quello che è mio, io farò lo stesso" stavolta è Iris a parlare. "Tu non mi conosci nemmeno" le dico con uno sguardo di disapprovazione.
"In realtà so più cose di quanto credi cara Asia, Evan mi ha parlato così tanto di te. Fra l'altro, mi è capitato proprio ieri di vedere John, è proprio carino sai? Ed è anche il mio tipo ideale! Biondo, occhi azzurri, alto ma non troppo..."
"Basta, fermati!" la interrompo io. Ma come si permette? "Senti, puoi tenerti Evan ok? La nostra è una storia passata e non c'è più nulla fra di noi. Lui sa benissimo che non lo amo più" e proprio in quel momento, vedo Evan rattristirsi. "Ragazze per favore, smettetela. E tu, Iris, non permetterti di parlare così ad Asia. Io e te non siamo mai stati insieme, lo sai benissimo anche tu che per me sei sempre stata una distrazione e basta" si mette in mezzo Evan e sinceramente questa è una delle poche volte negli ultimi anni in cui lo vedo tirar fuori gli artigli. "Bene, credo che io qui non ho più nulla da fare o da dire" dico andando verso la porta e vedo Evan raggiungermi. "Aspetta..."
"Si?"
"E così... Dovrei prenderlo come un addio? Cioè, hai detto di non avere più niente a che vedere con me quindi..."  lui è stato importante per me, ma dati gli ultimi avvenimenti è meglio se io e lui stiamo lontani. "Abbi cura di te Evan" dico per poi uscire. Ho le lacrime agli occhi, così decido di fare la strada più lunga per non farmi vedere da John in questo stato. Arrivo a casa e lo vedo giocare con nostro figlio e non li disturbo, restando in silenzio ad osservarli sorridendo. Poco dopo, il bambino si accorge di me. "Mamma!" esclama correndo ad abbracciarmi ed io ricambio, baciandogli la testa. "Papà è veramente una frana con le macchinine" si lamenta ed io scoppio a ridere. "Ma non è vero!" ribatte mio marito, per poi venire verso da me e baciarmi. "Com'è andata?" mi chiede. Io sospiro ed annuisco, facendogli capire che va tutto bene. "Abbiamo chiuso ogni rapporto" lo informo. "Meglio così, ed ora concentriamoci solamente su di noi" dice John ed io gli sorriso. A volte mi chiedo se me lo merito davvero o se è lui ad essere troppo buono, ma poi mi basta guardarlo per far sparire ogni dubbio. "John..." lo richiamo. "Si amore?"
"Nulla, ti amo"
"Anch'io, Asia"

I'll Never Love AgainWhere stories live. Discover now