CAPITOLO 25

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1 febbraio 1964, Bologna
Asia
Stamattina mi sono svegliata presto perché volevo andare a fare una passeggiata. Mi vesto, mi infilo le scarpe ed esco. In quest'ultimo periodo Evan non si è fatto vedere, e sinceramente non so se sia una cosa positiva o negativa. Insomma, conoscendo suo padre potrebbe essergli successa qualsiasi cosa. D'altro canto, però, è servito anche a me per schiarirmi le idee: fra me ed Evan non ci potrà mai essere niente se non un rapporto "civile". Per civile ovviamente intendo che se dovessi incontrarlo per strada la conversazione non potrebbe mai andare avanti oltre che un semplicissimo "ciao". Proprio in questo momento, passo davanti casa sua e mi prendo qualche minuto per fermarmi e così decido di sbirciare dalle finestre senza farmi vedere. Non vedo nessuno, evidentemente sono tutti fuori. Senza neanche farlo apposta, sento una voce dietro di me ridere e dire "Che c'è? Sentivi così tanto la mia mancanza che hai deciso di venire a spiarmi?" ed io non posso far altro che voltarmi. Evan. "Io... No, non e come sembra, posso spiegare" balbetto io. Lui continua ad avere quel sorriso divertito sul suo volto. "Beh in realtà sono molto curioso" mi risponde. "Ma che te ne frega? Mi stupisco di me stessa che sto qui a darti spiegazioni" mi riprendo io con l'intenzione di andarmene. "Aspetta" mi richiama Evan. "Si?" "Dove stavi andando?" mi chiede curioso. "Facevo una passeggiata" non so perché io gli stia dando così tanta confidenza in questo momento, onestamente non so nemmeno che cosa sto provando adesso. "Vengo con te" esclama lui. Io sospiro, non sapendo che cos'altro dire, e ricomincio a camminare. "Quindi... Come stai?" tenta di conversare. "Evan, ho un figlio ed un marito. Non siamo più degli adolescenti, per favore. Non usare più queste tattiche." lo rimprovero. "Tu... Hai un figlio?" mi chiede sconcertato ed io annuisco. "Porta il tuo nome..." lo informo. Lui rimane stupito. "Si, poco dopo la tua finta morte io e John ci siamo sposati ed io sono rimasta incinta. Pensavo che, dopo tutto quello che abbiamo passato e soprattutto dopo che tu ti fossi sacrificato per me, sarebbe stato giusto farti onore così." gli spiego. Oggi non so veramente cosa mi stia succedendo. Noto che lui si ferma e che mi osserva, così faccio lo stesso. "È stato un gesto molto bello Asia, grazie" mi sorride e gli sorrido anch'io. D'altronde è pur sempre il mio primo amore. "Mi sei mancata tantissimo" sussurra Evan, e sembra quasi che lo voglia dire più a sé stesso che a me, quasi come se fosse un segreto solo suo. "È dura da ammetterlo dopo tutto quello che mi hai fatto passare, ma sono contenta che tu stia bene. Sarebbe una bugia se ti dicessi che ti odio perché non è così, sei stato importante per me e lo sei ancora ed il nome di mio figlio ne è la dimostrazione" ammetto e lo vedo avvicinarsi ed io, senza una ragione, lo lascio fare. Non appena le nostre labbra entrano in contatto, però, mi allontano e, prima di andarmene, accenno un "io... Non posso..." e torno a casa, lasciando Evan lì dov'è. Non appena arrivo a destinazione, però, c'è una piacevole sorpresa ad aspettarmi. "John" urlo e gli salto addosso. "Amore mio!" mi risponde lui e mi bacia. "Come mi sei mancata" continua. Si, non sei l'unico... Ci sediamo sul divano ed incominciamo a parlare ed io, fortunatamente, riesco per un pò a non pensare a ciò che è successo poco prima.
"Dov'eri andata?" mi chiede mio marito. "Ho approfittato che nostro figlio dormisse per farmi una passeggiata" rispondo ed i ricordi di ciò che è successo mi tornano in mente e così tento di scacciarli. Mi avvicino a John e lui, notando questo mio avvicinamento, fa lo stesso. "Dici che ci sentirà?" chiedo. "Io dico che faremo così piano che non ci sentirà proprio nessuno" e così, dopo essere andati in camera nostra, facciamo l'amore...
John
È pieno pomeriggio ed io e mia moglie abbiamo accompagnato Evan al parco, fra poco dovrebbero arrivare anche mia madre e mia sorella. Stamattina ho notato Asia molto strana quando è arrivata a casa, non che non fosse felice di vedermi, ma è come se fosse successo qualcosa che però lei non mi ha detto. Mi fido ciecamente di lei e so che non mi tradirebbe mai, ma sono sicuro che le sia successo qualcosa. Non appena arriveremo a casa le chiederò spiegazioni. "Fratellone!" esclama Cloe raggiungendomi. "Tesoro, ciao!" la saluto abbracciandola fortissimo. "Come sta la mia sorellina preferita?" le chiedo. "Bene, e comunque sono anche l'unica sorella, mi pare ovvio che io sia la tua preferita" ride lei. "E chi ti dice che non lo saresti comunque?" mi unisco alla sua ironia, è sempre la solita. Mentre Cloe saluta Asia, io saluto mia madre. "Ciao caro! Come stai? Com'è andato il tuo viaggio di lavoro?" mi chiede ed io inizio a raccontarle di ciò che ho fatto a New York. La nostra tranquillità viene però interrotta da un ragazzo che corre verso di noi, più precisamente verso Asia. Non appena si avvicina, noto che è quell'idiota di Greco. "Ma la vuoi lasciare in pace? Sei patetico. È sposata con un bambino e tu ti ostini a non lasciarla stare?" difendo mia moglie, questo ragazzo mi ha veramente stufato. "Beh, si dà il caso che però io ed Asia stamattina ci siamo baciati, non è cosi?" e, dopo questa affermazione, Evan si volta verso Asia che resta in silenzio con lo sguardo rivolto verso il basso. "Amore, non è così vero?" le chiedo, sperando vivamente che mi dica di no ma non lo fa, resta in silenzio. "Sto parlando con te, rispondimi!" alzo la voce e mia madre mi accarezza un braccio nella speranza di calmarmi ma ora niente ci riuscirebbe. "Sei solo una stronza. Io ti ho sempre dato tutto, ma soprattutto ti ho sempre riempita di amore e comprensione e tu mi tratti così? Bene, sappi che da questo momento in poi fra noi è finita, chiedo il divorzio" sbraito. "Non puoi farlo!" si ribella lei. "Certo che posso, tanto hai Evan no? Non ci metterai molto a sostituirmi" e, dopo questa mini discussione, me ne torno a casa con il cuore distrutto, una delle pochissime persone da cui mi aspettavo un tradimento lo ha fatto. Lei è stata l'unica a farmi cambiare, l'unica in grado di capirmi. Prima di lei ero un disastro, stronzo con tutti ed apatico su ogni cosa, tutto ciò per colpa di mio padre che mi ha sempre manovrato come un burattino. Ma da quella sera, quando l'ho incontrata, tutto è stato diverso, e da oggi purtroppo è cambiato tutto di nuovo, in peggio....

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