Sette giorni

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Era pieno giorno.
Il sole era alto, l'aria era ventosa e tutto era tranquillo mentre io e Shiroi eravamo in perlustrazione vicino le coste.
Ad un certo punto, da lontano, avevo visto una enorme figura venire verso l'isola, aveva abiti stravaganti ed un grosso libro in mano.
Era pieno autunno, sulla nostra isola autunnale, che durava dieci mesi all'anno.
"Non ho mai visto un forestiero così grande" aveva affermato lui.
D'istinto ero scesa dalla sua schiena e l'avevo accarezzato, era l'animale più bello, intelligente e regale che avessi mai visto, non mi stupiva fosse un dono degli dei.
"Forse fuori da quest'isola sono comuni, andiamo a vedere cosa vuole?" Avevo risposto tranquilla.
Nonostante ciò avevo stretto la presa sull'arco che mi ero portata dietro.
Lui, un po' titubante, aveva accettato ed ero risalita per arrivare in fretta nel punto dove sarebbe approdato, vedendo che, però, nel frattempo in lontananza altre due navi si erano palesate all'orizzonte.
"Sono una sacerdotessa del popolo della luna, tu chi saresti?" Avevo domandato alzando al cielo la mia arma.
"Puoi chiamarmi Kuma, mi sono imbattuto durante il viaggio in un brutto avvenimento, per questo sono qui" aveva spiegato in modo calmo lui.
Shiroi a quelle parole aveva rizzato il pelo immediatamente.
"C'entra con quelle navi in lontananza, vero?" Aveva sentenziato poco dopo.
"Perché sei venuto appositamente ad avvertirci?" Avevo domandato calmando nello stesso momento Shiroi.
"Voglio evitare che accada una strage, quelli sono marine dall'animo corrotto in cerca di buon materiale per la creazione di frutti artificiali, come i vostri speciali animali" aveva affermato.
Quella affermazione aveva destato il panico, facendomi sgranare gli occhi.
Ci avrebbero messo meno di un quarto d'ora ad arrivare alla riva ed il villaggio era lontano per lo stesso tempo!
Avevo di fretta chiesto se quello che dicesse fosse la verità, i suoi modi mi sembravano sinceri così ero salita in groppa a Shiroi ed eravamo corsi al villaggio.
Tempo interminabile.
Ero talmente presa da quella notizia che non avevo nemmeno schivato rami e foglie, provocandomi delle ferite sanguinanti sulle braccia.
Stava uscendo del sangue, ma non importava.
"Presto! Stanno arrivando degli invasori! Vogliono rapire i nostri gatti e cani!" Avevo gridato a squarciagola.
Mio padre, fedele servo del capotribù, era con lui quando avevo dato quella notizia, tanto che insieme hanno tempestivamente preso una decisione sul da farsi.
Intanto erano state chiamate in raccolta tutte le sacerdotesse ed i guerrieri del popolo del sole.
L'anziana ed il capo tribù volevano che scappassimo e mettessimo in salvo i nostri animali sacri, loro interesse.
"Se non troveranno nulla qui vi uccideranno per averla" aveva sentenziato un'altra sacerdotessa.
"Almeno voi salvatevi! Scappate da qui, cosa potete contro di loro!" Aveva esclamato spaventata.
Aveva ragione, non potevamo nulla.
Nel frattempo era arrivato quel Kuma.
"Dove vi piacerebbe andare?" Aveva domandato togliendosi un guanto dalle mani.
Mio padre si era avvicinato a quella figura e lui, toccandolo, lo aveva fatto scomparire!
"Dove lo hai portato!" Avevo esclamato infuriata.
Non c'era tempo, loro erano arrivati.
Avevo esclamato agli altri di andare via, mentre quel tipo continuava a fare sparire gente, giustificandosi con gli altri che lo stava facendo in loro aiuto.
Avevo combattuto, fino allo stremo e Shiroi aveva fatto lo stesso.
Alcuni erano rimasti con me, altri erano andati via.
Non riuscivo più a muovere un muscolo, avevo colpito la testa a terra e non sarei mai riuscita ad alzarmi.
Shiroi, essendo un animale sacro, stava ancora bene, ma stava parando troppi colpi per me.
"Basta così, li ucciderete entrambi, vi serve quel gatto" aveva affermato Kuma.
Era l'ultima cosa che avevo visto prima di svenire...
Di getto mi ero risvegliata.
Non sapevo che ore fossero, tuttavia sapevo che qualcuno stava ricevendo delle torture impensabili.
Le sentivo, da lontano, quelle urla straziate.
Provavo un orribile mal di testa, avevo dormito malissimo e mi sentivo distrutta, così ero andata nel bagno comune a riprendermi un attimo.
Nel frattempo avevo riportato alla luce quel sogno, che altro non erano se non i miei ricordi.
Mi stavo lavando la faccia, davanti al lavandino comune, ma le lacrime mi avevano sporcato il viso nuovamente.
"Ti sei svegliata! Sei svenuta ieri, per fortuna che Harvey ti ha portato a letto" aveva affermato sconvolto Gin venendo ad aiutarmi.
Dovevo metabolizzare l'accaduto, ci voleva del tempo, tempo che avevo passato in quel bagno a piangere per ore.

Solo un altro giorno [Revisione]Where stories live. Discover now