Nove giorni

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Mi ritrovavo nella stessa stanza del giorno prima.
Mi sentivo meglio, nonostante oggi partisse ufficialmente il countdown di nove giorni.
Fuori l'alba era tiepida, si sentivano i gabbiani, segno che ci stavamo avvicinando ad un porto, le onde erano calme e non si sentiva nessuna voce.

Non ricordavo ancora nulla su di me nonostante le ore passate dal mio risveglio, cosa che mi faceva davvero preoccupare.
Ad un certo punto era entrato quell'uomo incappucciato e, senza aggiungere altro, si era avvicinato per cambiare le bende sempre con i suoi modi bruschi.

"Sto migliorando?" Avevo chiesto, realmente curiosa di sapere se potessi davvero alzarmi o meno.
"Sì, ti abbiamo trovato che avevi la stessa consistenza di uno straccio usato" aveva risposto con un tono leggermente alterato per via del lavoro che stava facendo alle bende.
Si vedeva che non era pratico.
Poi aveva iniziato a ghignare nuovamente come il giorno prima.
Era un tipo alla quale piaceva divertirsi quindi, nonostante il suo aspetto grosso e spaventoso e quel grosso tridente sempre con lui.

"Eravamo sul punto di buttarti in mare mentre eri inconscente perché credevamo ci avessi rubato dell'oro, ringrazia di essere ancora qui"
A quelle parole ero impallidita.
"Non ho rubato nulla! A malapena riesco a ricordare chi sono!" Avevo sbraitato a tutta voce istintivamente, tanto da sorprenderlo e farlo addirittura ridere.

"Lo sappiamo, abbiamo trovato il responsabile ed il Boss sa già come punirlo, lo sentirai rimpiangere di essere nato anche da qui oggi" aveva continuato contento.
Se solo penso al modo in cui mi hanno curato, non oso immaginare cosa fosse per loro una punizione!

"Sarà la stessa cosa che farete a me se non vi dico ciò che volete?" Avevo chiesto.
Ero tremante, provavo terrore.
Cosa avrei sentito da sopra? Urla di terrore e colpi da sparo?
"Può darsi, o forse ti terremo come unica donna della ciurma"
Orribile.
Non avevo chiesto più nulla, lasciando che se ne andasse.

Dopo un po', quando il sole era alto, erano iniziate le urla ed avevo scoperto che quello che aveva detto era tutto vero.
Si sentiva gridare da una voce maschile, forse un ragazzo.
"Non volevo prendere quell'oro!" oppure "Ne ho preso pochissimo per comprare qualcosa da usare sulla nave!" ed altre scusanti del genere.
Non si ruba ai pirati, soprattutto se poi rimani con loro sulla nave.

Questi non scherzavano!
Presa dalla paura avevo cercato ferocemente di ricordare qualcosa, non volevo finire come quel tipo! Sembrava che lo stessero dividendo in tanti piccoli pezzi da quanto rumore si sentiva provenire da sopra.

Ma più sforzavo la mia mente e più capivo che l'unica cosa che andavo ad ottenere era un forte mal di testa.
D'istinto avevo toccato quella cicatrice che mi avevano cucito sulla fronte, sentendo quanto fosse lunga e profonda, potevo sentire chiaramente ogni placca di pelle e crosta su di essa, insieme a filo e cuciture.

Ero stufa di restare qui, volevo almeno uscire a prendere un po' di aria fresca, ma probabilmente non era un'ottima idea salire di mia iniziativa nel mentre stavano torturando a morte una persona.
Così avevo provato ad addormentarmi scoprendo che, nonostante le urla, non era poi tanto difficile.

Il vento era fresco e le foglie dai mille colori del tramonto cominciavano a cadere nuovamente, secche.
C'era una persona lì seduta tra gli alberi su una collinetta di foglie cadute, era una ragazza.
Non molto alta e vestita con abiti semplici, ovvero una gonna derivata dagli scarti di un cinghiale ed un top giallo.

Lo aveva comprato al mercato portuale, quello gestito dai forestieri e le era piaciuto troppo per non prenderlo.
Suo padre l'aveva rimproverata per mesi a causa di esso, ma nonostante tutto alla fine le aveva permesso di portarlo.
Poco dopo un enorme animale aveva raggiunto la ragazza, però non era ostile e si era fatto accarezzare con dolcezza.
Era un enorme gatto ed era felicissima di vederlo...

Mi ero svegliata di soprassalto.
Quel tipo dai capelli azzurri mi stava tenendo con forza per un polso, tanto da sollevarmi la schiena a mezz'aria e farmi svegliare.
Appena si era accorto che ero vigile mi aveva messo giù facendomi ricadere su quella dura panca dov'ero stesa e provocandomi del dolore alla schiena.

"Ero venuto per il pranzo ma eri incosciente, stavo valutando se chiamare Wire" aveva affermato immediatamente, girandosi poi a prendere il piatto caldo che aveva appoggiato sul tavolino.
Quel suo volto sembrava sempre malinconico e tendente alla tristezza, tuttavia quelle cicatrici, ognuna che possedeva sul volto e sulle braccia, pareva gridassero quanto egli fosse pericoloso se stuzzicato.

Aveva un aspetto spaventoso, tuttavia sembrava anche, allo stesso tempo, il più affidabile del gruppo.
Era un controsenso.
Era uguale alle bambole voodoo che produceva mia nonna, con quella pelle e lineamenti, e quel pensiero lampante mi aveva ricordato di lei, tanto da farmi sgranare gli occhi.

Lui era rimasto lì tutto il tempo ad aspettare che dicessi qualcosa.
"Ho ricordato qualcosa, ma nulla che interessi a voi pirati" avevo specificato una volta ripresa da quel piccolo flashback.
"Devi iniziare a ricordare in fretta, il Boss è di cattivo umore oggi, potrebbe anche cambiare idea su di te"
Cambiare idea? Sarebbe già arrivato il mio momento?
Il Boss era l'uomo che mi aveva preso come una pezza e lanciata in giro senza nessuna premura, perciò sapere che fosse di cattivo umore era di certo un'informazione vitale lì dentro.

Così mi aveva dato il piatto ancora caldo, scoprendo che mi aveva portato i soliti filamenti ma con una salsa alle verdure diversa e verde.
Lui era rimasto lì e perciò avevo notato che aveva un altro piatto uguale, solo di una dose molto più abbondante.
Era delizioso, proprio come ieri.
L'altro mangiava tranquillo, senza assumere un'aurea di tensione e voltandomi anche le spalle ogni tanto, tuttavia era rimasto in silenzio per tutto il tempo.

"Che cos'è?" Avevo chiesto per spezzare quel momento di disagio che provavo mangiando zitta vicino a quella gigantesca bambola umana.
"Pasta con una salsa di cavolo, sono tra i preferiti del Boss, Killer li cucina sempre quando non è di buon umore" aveva affermato calmo.
Premuroso questo Killer.

"E per quale motivo non sei a tavola con lui?"
Mi sembrava strano che un membro importante non pranzasse con il suo capo.
"Killer teme che al Boss possa venire voglia di torturati prima, oggi, perciò resto a controllare per un po' di tempo" aveva risposto come se fosse del tutto normale.
A chi non verrebbe voglia di torturare qualcuno per riprendere l'umore, no?

Solo un altro giorno [Revisione]Where stories live. Discover now