Primo pomeriggio

194 26 4
                                    

I gabbiani iniziavano a sentirsi in maniera incessante e gridavano così forte che sembrava fossero sotto la panca anziché là fuori.

Heat, questo era il suo nome, era rimasto lì per ore dopo aver finito di mangiare, dicendo giusto il necessario, cioè presentarsi per poi rimanere tutto il tempo in silenzio.
Probabilmente era annoiato e, ogni tanto, guardava fuori dalla finestra della stanza, oppure si girava ad osservare la porta, quando sentiva dei passi nei dintorni.

Ad un certo punto era entrato il tipo incappucciato.
"Wire, il Boss dov'è?" Aveva chiesto lui.
"È con Killer nella sala delle scorte, stanno decidendo che cosa dobbiamo portarci per arrivare alla prossima isola, fra poco approdiamo" aveva affermato tranquillo.
Non notavano nemmeno la mia presenza e questo mi rallegrava.
Il loro "Boss" sembrava davvero una persona crudele e, forse, anche molto sadica.

"Abbiamo finito con quello, lo abbiamo già buttato in mare da tempo, perciò non c'è bisogno che resti a controllare, vieni con noi a riva" aveva infine concluso.
L'altro aveva annuito e si era alzato, per poi voltarsi un attimo verso di me.
"Quelle bende vanno cambiate?" Aveva chiesto rivolto a Wire mentre ancora mi osservava dubbioso.

A quella domanda il tipo incappucciato si era avvicinato un po' scocciato e sempre con la solita grazia mi aveva strattonato via le bende, notando la loro pulizia.
Visto ciò mi aveva tolto tutte le fasce, lasciando completamente libera la gamba e poi il resto del corpo.
Ero felice di essere guarita, non sarei potuta di certo scappare o sopravvivere senza un fisico sano.

Dopodiché era andato a prendere un unguento dal colore verde scuro, come una foglia di pino, e me lo aveva messo sul tavolino, facendo sbattere il vetro del barattolo.
"Spalmalo ogni ora sulle cicatrici" aveva ordinato per poi prepararsi ad andarsene.
"Come faccio a sapere quando passa un'ora?" Avevo domandato con un filo di voce.

Non volevo fare molte domande ad una persona scocciata che, per di più, minacciava di uccidermi.
"Manderò qui i mozzi, ti ricorderanno loro" aveva risposto senza nemmeno voltarsi.
Così erano usciti dalla stanza entrambi lasciando la porta aperta.

L'aria sembrava alleggerirsi ad ogni minuto che passava in loro assenza.
Non mi ero neanche accorta del tempo trascorso fino a quando non erano sopraggiunte altre persone.

Erano giovani e vestiti in abiti semplici, piuttosto anonimi rispetto a quelli del tipo incappucciato e della bambola voodoo.
Uno tuttavia lo riconoscevo perché lo avevo già visto.
Nonostante tutto erano in forze, sicuramente mangiavano gli stessi pasti riservati a me e lavoravano molto.

"Fino a ieri eravamo in cinque, però come sai è successo quel fatto, io sono Gin comunque" si era presentato il più esile ragazzo coi corti capelli neri e lisci che mi aveva portato il pranzo l'altra volta.
La sua pelle era olivastra e si sposava bene con la T-shirt bianca ed il paio di pantaloni con grandi tasche color sabbia che indossava.
C'era qualche macchia, ma per il resto erano curati molto meglio della volta scorsa.

Gli altri tre non avevano nessuna voglia di presentarsi né di parlare più di tanto, sembravano piuttosto schivi e dubitanti.
"Devi conoscere le regole, non puoi usare nulla senza il loro permesso, figuriamoci prendere qualcosa dalla stanza dei tesori.
Non fare come l'altro che credeva di non farsi scoprire" aveva continuato con un tono piuttosto seccato un ragazzo molto più alto e robusto dell'altro.

Sembrava una montagna, sul serio.
Aveva una pelle chiara e lentigginosa, portava lunghi capelli mossi e di colore castano ed era vestito con una semplice maglia nera dalle maniche arrotolate e jeans grigio chiaro.
Quegli occhi neri, poi, mi osservavano adirati e non capivo se ce l'avesse con me oppure fosse così per gli eventi del mattino.

"Non farci caso, è sempre così scontroso, in ogni caso noi siamo qui per darti l'unguento ed anche per lavarti e vestirti.
Ci hanno dato gli abiti che devi mettere" avevano infine concluso gli ultimi due, probabilmente fratelli gemelli vista la loro somiglianza.

Avevano anche indosso la stessa maglia a maniche lunghe rosso scuro e gli stessi pantaloni neri attillati.
Il fisico assomigliava all'uomo in maschera, inoltre i loro capelli neri erano rasati con cura, gli occhi azzurri erano come il ghiaccio ed avevano un freddo viso pulito.
Si distinguevano solo grazie alla minuscola ferita che uno dei due possedeva sotto il mento, all'inizio del collo.

"Basta che segui le regole e potrai sopravvivere qui, si mangia bene e puoi lavarti con acqua calda tutti i giorni" aveva aggiunto il fratello.
Dopo questa chiacchierata mi avevano applicato l'unguento sulle cicatrici ed aiutato ad alzarmi.

Facevo davvero fatica a camminare, così Gin, dopo avermi rivolto un sorriso carino, stranamente, e lo scontroso, che era però davvero forzuto, mi avevano sorretto nei miei passi.
Con fatica eravamo arrivati in un piccolo bagno, ma dotato di molti accessori.
Non capivo bene nemmeno cosa fossero, però alcuni li avevo riconosciuti avendoli visti al mercato dei forestieri.

Vedendoli mi ero ricordata che fossero anche in vendita a quel mercato, ma ovviamente a noi era vietato comprare dai forestieri e mi sembrava un sogno poterli provare!
"Che cos'è questa?" Avevo chiesto contenta mentre tenevo in mano un oggetto davvero particolare.
"Questa è una doccia e da qui esce l'acqua, se giri lì esce fredda e da qui calda" mi aveva spiegato uno dei fratelli un po' divertito, indicandomi con calma tutti passaggi.

"Questo è l'unico bagno che possiamo usare, lì fai i tuoi bisogni e là puoi lavarti" aveva concluso Gin.
Sembrava al momento il più premuroso e disponibile di tutti coloro che avessi mai incontrato là dentro.
Quello, poi, era un wc, lo avevo provato una volta sola di nascosto, senza farmi vedere da nessuno ed era davvero una comodità! Non potevo credere di poterlo usare tutti i giorni!
Ero davvero felice, sia per i comfort che c'erano qui dentro, sia per tutti i piccoli ricordi che stavano riaffiorando su di me ed il mio villaggio.

Per me era sempre stato un sogno poter usare tutto quello che possedevano gli uomini al di fuori della mia isola!
"Si può sapere da dove vieni che ti emozioni tanto per un bagno?" Aveva chiesto lo scontroso.
Era del tutto normale, per loro?
"Nella foresta dove vivevo erano vietati gli oggetti dei forestieri" avevo spiegato un po' in imbarazzo.
Però ero così contenta di tutti quei ricordi che venivano a galla che non ci avevo fatto troppo caso!

Solo un altro giorno [Revisione]Место, где живут истории. Откройте их для себя