11. La W. S. A.

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"È impossibile nascondere segreti
che il tempo ha deciso di svelare."
- Giorgia Stella

Loro hanno bisogno di Iris Amber...

Sono queste le parole che mi rimbombano nella mente, e che mi portano a raccontarvi...

L'Amber Industry serve come copertura alla W. S. A. cioè la Word Spy Agency, un'agenzia di spionaggio a livello mondiale.
Se ve lo state chiedendo, sì sono una spia. I miei genitori sono i direttori della sede centrale di New York e alcune delle persone che hanno creato questa agenzia, è una cosa di famiglia, visto che gli altri fondatori sono i miei zii, da parte di entrambi, è così che si sono conosciuti i miei genitori, io sono cresciuta in questo ambito.
Sono entrata nell'agenzia in modo ufficiale due anni fa, un mese prima che partissi per Londra, ho continuato ad allenarmi nella sede a Londra, gestita dalla zia Rebekah, ma mi alleno da quando sono nata, stessa cosa per i miei fratelli.

È questo che ho sempre raccontato alle persone che incontravo per i corridoi della sede di Londra, ai rappresentanti delle associazioni a cui mi appoggiavo per le missioni, alla polizia, mostrandogli il mio distintivo, ormai l'avevo imparato a memoria.

La mia identità, Iris Amber.

Il mio nome è Amberley Iris Amber, che si divide in due in base a cosa sto facendo.
Sul mio passaporto, la mia patente, a scuola, ero Amberley Amber, la ragazza cicciotella e secchiona.
Invece, se lavoravo ero Iris Amber, la figlia dei capi, e il più giovane agente degli ultimi decenni.

Una persona, due identità, due caratteri...

"Avete bisogno di me?" - chiedo titubante - "Per cosa?"- continuo io interessata. È da mesi che non sono attiva, e non vedo l'ora di tornare in azione.

"Sì, abbiamo un caso giusto per te."- spiega mio padre - "A Londra ti occupavi di gang e spaccio e vorremo che continuassi anche qui." - continua lui - "Ma prima di continuare la spiegazione dobbiamo aspettare che arrivi un altro agente."

"Un altro agente?" - chiedo titubante, ho sempre lavorato da sola, a Londra non ci sono squadre, è raro trovare delle copie, e questo credo sia causato dal fatto che ci sono davvero pochi ragazzi, al contrario di qui a New York, dove la maggioranza sono agenti tra i diciassette e i venticinque anni.

"Sì, dopo quello che è accaduto nella tua ultima missione, non possiamo rischiare che tu ti faccia male, quindi abbiamo deciso di affiancarti un altro agente" - spiega mia madre impassibile e irremovibile dalla sua scelta.

Nell'esatto momento in cui finisce di pronunciare queste parole sentiamo passare alla porta, io, come da procedura, mi dirigo verso la fine dell'ufficio dei signori Amber, per andare a infilare la divisa. Non ho idea di chi possa essere il mio futuro partner. Prima della mia partenza avevo fatto 'amicizia' con dei ragazzi, facevamo parte tutti della stessa squadra.

Con il mio sorriso migliore torno nell'ufficio, con la mia divisa nera, perfettamente indossata. Mi siedo su una poltrona e aspetto, che i miei genitori diano il permesso di entrare.
Dalla porta compare un ragazzo molto alto, dai tratti stranamente famigliari.

Ciao a tutti,
Sono consapevole che i capitoli non sono molto lunghi, (e se devo dire questo è uno dei più brutti) ma mi servono per far iniziare la storia vera e propria.
Grazie per la vostra pazienza,
Elettra

P. S. Il prossimo capitolo sarà una sorpresa.

Non è stata una mia scelta Kde žijí příběhy. Začni objevovat