26. Sconfiggere il nemico

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Procedo con passo lento, ma mi blocco sul posto con il respiro mozzato dal panico appena capisco che cosa è: il ringhio basso di un felino. Appoggio il piede sinistro indietro, ma rimango pietrificata quando entra nel mio campo visivo l'animale che continua a ruggire.

Il manto lucido e nero spicca sotto ai raggi del sole e quando i suoi occhi rossi si soffermano su di me capisco di non avere scampo: non ho nessuna possibilità di fuggire a una pantera. La vedo sollevare il muso e allargare le narici, fiutando il mio odore e la mia paura. Mi mordo il labbro inferiore e inizio a indietreggiare, ma un ramo si spezza sotto il mio peso e chiudo gli occhi. «Merda.»

Mi giro e inizio a correre, mentre il ringhio dell'animale scuote l'aria dietro di me. Non ho bisogno di voltarmi per vedere se mi stia seguendo: sono la sua preda. Quando arrivo al bivio, procedo dritto e svolto subito verso sinistra, senza pensare. Sento il passo della pantera alle mie spalle e so che è questioni di minuti prima che balzi su di me.

«Corri!» Una ragazza mora mi incita a proseguire, ferma davanti a me.

«Vai via!» le urlo di rimando per avvertirla, ma le non si sposta di un millimetro.

«Presto, ci sei quasi!» Allunga la mano e afferra la mia, finendo a terra per lo slancio del mio movimento.

Alzo il capo per vedere dove sia la pantera, ma dove prima c'era il passaggio adesso c'è un muro di siepe. «Che diavolo significa?» chiedo, ansimando per lo sforzo.

«Non lo so. Sapevo solo che si sarebbe chiusa perché è successo pochi minuti fa a me.»

Osservo il suo viso squadrato e suoi capelli scuri per capire la sua età, ma, stranamente, mi ricordo di lei grazie alla cicatrice rossa che ha sul collo. È una delle selezionate di Loto.

«Siamo all'interno dello scenario di Glad?»

Scuoto la testa, mentre mi avvicino a una delle siepi per trovare un passaggio per uscire. Cerco un appiglio per arrampicarmi, ma tocco solo rami sottili e fragili che si spezzano alla minima pressione.

«Per esclusione è rimasto solo Ashton» afferma la selezionata, intenta anche lei a ispezionare l'ambiente. «Io sono Kiri comunque.»

«Iris.»

Mi sorride. «Forse dovremmo cercare qualche indizio tra le siepi, deve esserci per forza.»

Annuisco e decidiamo di dividerci due delle pareti verdi. Lei si allontana verso quelle di destra e la osservo mentre scruta tra i rami, annusando ogni tanto qualcuna delle foglie.

Continuo anche io la ricerca mentre mi concentro sugli aspetti di Ashton che conosco per premeditare le sue mosse. Se ci penso bene, non c'è nessun altro animale che riesca a identificarlo meglio della pantera; somigliante sia per i colori scuri che per il carattere schivo.

Completo un intero muro e proseguo nel successivo, ma nello spigolo tra le due vedo un luccichio bianco e inserisco la mano all'interno. Sento al tatto una superficie liscia e la afferro tra le dita prima di portare fuori l'arto. È un biglietto con una scritta: Sconfiggi il tuo avversario.

Sollevo lo sguardo sulla sommità della siepe prima di girarmi verso l'altra selezionata. «Ho trovato questo... Kiri?»

È ferma al centro con il lato destro dei capelli che le copre metà volto. È l'occhio ancora visibile che mi mette in allerta, non più di un castano luminoso, ma spento e vacuo.

«Kiri, tutto bene?» Mi mordo il labbro inferiore per non urlare. Gli sta succedendo qualcosa, come è successo alla selezionata di Lars. «Riesci a sentirmi?»

Inclina la testa di lato e si avvicina con passo lento e io inizio a muovermi, girando in cerchio.

«Kiri!» urlo per riscuoterla, rimanendo concentrata sui suoi spostamenti.

Iris - Il regno di FloraDonde viven las historias. Descúbrelo ahora